LOU HA AVUTO 7 GIORNI DI TEMPO PER SORRIDERE ALLA MORTE: HA LASCIATO LA CLINICA E HA ASPETTATO LA FINE A CASA
Leandro Palestrini per "la Repubblica"
Lou Reed ha aspettato la morte con coraggio e rassegnazione. Da una settimana era consapevole di avere davanti solo pochi giorni di vita, decise quindi di aspettare la morte nella sua abitazione. Ieri lo ha rivelato il chirurgo Charles Miller, lo stesso che lo aveva operato al fegato sei mesi fa (un trapianto piuttosto complesso, ma che lasciava margini di speranza).
Il medico ha raccontato al New York Times che Reed la settimana scorsa era stato ricoverato d'urgenza nella Cleveland Clinic (nell'Ohio), la stessa dove era stato sottoposto a trapianto di fegato in aprile. Il chirurgo non si addentra sulle complicazioni subentrate, ma spiega che l'illustre paziente avrebbe dovuto seguire una nuova terapia per il riacutizzarsi della malattia di cui era sofferente.
Ma a pochi giorni dal ricovero la situazione sarebbe precipitata. I medici spiegarono al musicista come ormai non ci fosse più nulla da fare: il male era in fase terminale, nessuna cura sarebbe stata in grado di fermarlo. Lou Reed a quel punto decise di tornare a casa, a Long Island, dove domenica è spirato, assistito dalla moglie e compagna d'arte Laurie Anderson.
«Noi medici siamo concordi, abbiamo fatto tutto quanto era possibile per Lou Reed», ha detto al New Yor Times Charles Miller. Il fondatore dei Velvet Underground sapeva da tempo che le sue condizioni erano sempre più precarie. Di recente, parlando di «complicazioni inevitabili», aveva annullato la partecipazione al Cochella Festival di Indio, in California, prevista per l'aprile 2014. Ma i comunicati erano evasivi. D'altronde, anche l'intervento di aprile al fegato in un primo momento era stato tenuto segreto.
Solo all'inizio di giugno la stessa Anderson ne parlò in un'intervista al Times: «Non credo che Lou si riprenderà mai totalmente, ma di sicuro nel giro di pochi mesi ricomincerà a fare le sue cose», dichiarò all'epoca. La speranza subentrò un mese dopo il trapianto, quando l'autore di Heroin e di Walk on the wild side riprese a esercitarsi nel tai chi, l'arte marziale di cui era un appassionato cultore.
A fine giugno però, dopo essere stato colpito da violenti conati di vomito, era stato ricoverato di nuovo al Southampton Hospital di New York. Si vociferò di una crisi di rigetto. E il rocker, provocatoriamente si definì «un trionfo della medicina, della fisica e della chimica moderne».
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