1. LA LUXURIA È FINITA, ANDATE IN PACE: ANCHE VLADIMIR SI È MESSA A FARE BUDDHA-NATE 2. CHE SI DEVE FARE PER CAMPARE! LA TRANS-POLITIKA DELL’ISOLA DEI FAMOSI SALVATA DAL BUDDISMO IN POSA PER “OGGI”: “MI HA INSEGNATO A PENSARE SEMPRE POSITIVO” 3. "LE PERSONE CHE AVEVO INTORNO CERCAVANO DI CONVINCERMI CHE LA TRANSESSUALITÀ ERA UN PECCATO. FUMAVO TANTO, BEVEVO E PRENDEVO SOSTANZE, ANCHE SE NON PESANTI COME L’EROINA. NON AVEVO LA FORZA DI INDAGARE A FONDO SU CHI FOSSI”

Cristina Rogledi per "Oggi"

«Il buddhismo mi ha fatto un regalo importante: mi ha insegnato a pensare sempre positivo». Vladimir Luxuria accende una candela e un incenso per raccontare il suo lato inedito. Dopo quello politico, quello dello spettacolo e quello letterario (in settembre uscirà il suo nuovo romanzo, L'Italia migliore), parla infatti della sua dimensione spirituale.

«Quindici anni fa ho deciso di convertirmi al buddhismo», rivela Vladi. «Una scelta non facile alla quale sono arrivata quando ho capito che una persona come me non aveva spazio nella Chiesa cattolica. Ero molto fedele, ho fatto anche il chierichetto nella mia parrocchia, a Foggia, e da giovane ho insegnato catechismo.

Purtroppo, però, quando ho confessato che mi sentivo una donna mi è stato detto che commettevo un peccato e mi hanno costretto a lasciare i corsi. A quel punto ho scelto di prendere in mano la mia esistenza e seguire la vocazione: ho sempre sentito di avere una forte spiritualità, avverto il bisogno forte di avere fede e di pregare».

Com'è approdata al buddhismo?
«Me ne parlò un amico, Antonio, che mi invitò a una delle loro riunioni. In quel luogo sentii parlare per la prima volta di legge causa-effetto e cioè dell'idea che il destino lo costruisci tu in base a come agisci e del concetto di armonizzazione della nostra vita con quella dell'universo. A colpirmi, però, fu soprattutto la forte simbologia del fiore di loto, un fiore che nasce dalle acque più torbide.

Nel tempo ho capito che ciascuno di noi può riscattare la propria vita e può far nascere qualcosa di bello proprio dal periodo più nero. Io stavo attraversando un momento di profonda crisi, non vedevo più futuro, non avvertivo il senso della speranza e cercavo di distrarmi, di stordirmi in ogni modo. È la pratica del buddhismo che mi ha salvato».

Ha detto "stordirmi" e "salvarmi". Ha rischiato di bruciare la sua vita?
«Ho rischiato di rinunciare a trovare me stessa. Fumavo tanto, bevevo e prendevo sostanze, anche se non pesanti come l'eroina. È stato il periodo in cui non avevo la forza e il coraggio di indagare a fondo su chi fossi veramente».

In che modo la religione l'ha potuta aiutare a riscattarsi?
«Da tempo le persone che avevo intorno cercavano di convincermi che ero sbagliata, che dovevo cambiare, che la transessualità era un peccato. Tutto era negativo. Il buddhismo mi ha insegnato che in ogni creatura c'è una divinità da rispettare e che ognuno di noi ha una sua buddhità, una sua divinità interiore.

Mi ha anche fatto capire che ciascuno ha diritto di ricercare la felicità nella sua vita. All'inizio mi pareva strano recitare le nostre preghiere in sanscrito, poi mi sono resa conto che mi dava dei benefici immediati. In realtà, qualsiasi preghiera è benefica perché ti consente di staccare dalla dimensione terrena e dal flusso di pensieri legati ai problemi contingenti. Il buddhismo, tra l'altro, mi è servito anche in politica».

Se il Papa dovesse fare delle aperture a gay e transessuali, tornerebbe al cattolicesimo?
«Trovo tanti punti in comune tra l'insegnamento di Gesù e quelli di Nichiren, il monaco che riformò il buddhismo nel tredicesimo secolo. C'è questa idea della fratellanza, dell'amore universale e della resurrezione che, tra l'altro, ricorda quella della reincarnazione buddhista. Non so come mi comporterei, è una domanda alla quale non so rispondere ora».

Che opinione si è fatta di questo Papa?
«Quando il Parlamento argentino nel 2010 approvò il matrimonio gay, l'allora vescovo di Buenos Aires Bergoglio dichiarò che quella legge era la movida del diablo, una mossa del diavolo. Però questo è il passato. Voglio vedere cosa farà Bergoglio nel ruolo di Papa. La prima impressione, comunque, è di grande simpatia. Avevamo bisogno di un Pontefice che sapesse stare vicino alla gente».

Lo scorso febbraio è entrato in vigore il Concordato firmato tra lo Stato italiano e l'Unione buddhisti italiani e l'Unione induista. Che cosa significa?
«Era già scritto nella nostra Costituzione: "Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge". Col riconoscimento istituzionale, queste due confessioni potranno essere insegnate nelle scuole, si potranno celebrare funerali in linea con le varie tradizioni e potranno nascere aree dedicate nei cimiteri. I nostri luoghi di preghiera sono diventati luoghi di culto riconosciuti dallo Stato. Non è poco per le circa 70 mila persone che praticano il buddhismo in Italia».

A proposito di istituzioni: qualche anno fa, lei confessò a Oggi di avere un legame con un parlamentare.
«Sì, ma quella storia è finita, bene per fortuna, senza rancori. Sono single da un anno e sto bene, non mi sento più sola».

In cosa la aiuta essere buddhista?
«Mi spinge sempre a vedere il lato positivo, anche se c'è un problema. Quando, per esempio, mi hanno comunicato che l'Isola dei famosi era stata cancellata dai palinsesti e che quindi non l'avrei più presentata, non ho pensato a tutto quello a cui avevo rinunciato per essere libera in quei mesi o al denaro che perdevo. Mi sono solo detta: "Be', vuol dire che farò altro". E, in effetti, nel pomeriggio mi ha chiamato La7 per propormi il programma che sto facendo la domenica mattina, Fuori di gusto. Il buddhismo mi ha dato fiducia in me stessa, sono passata dall'idea di essere sbagliata al sentirmi una bella persona, una creatura voluta da lassù, come tutti gli altri».

Qualche anno fa lei, però, annunciò che avrebbe fatto l'intervento chirurgico per cambiare sesso. Perché quella decisione se si è accettata così com'è?
«Lì si trattava di adeguamenti fisici, invece io sto parlando di accettazione interiore. Comunque alla fine ho rinunciato all'intervento perché ho capito che vado bene così, il mio corpo fa parte della mia specificità. Mi voglio bene, ormai».

 

 

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