stan & ollie stanlio e ollio

STANLIO, OLLIO E PEPERONCINO – IL PRIMO MAGGIO ESCE (FINALMENTE) IL FILM SULLA COPPIA COMICA PRESENTATO A OTTOBRE ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA – LA PELLICOLA RACCONTA LA SECONDA PARTE DELLA LORO CARRIERA – GLI SCAZZI, IL SUCCESSO E LA GELOSIA DELLE MOGLI: PERCHÉ QUELLA TRA LAUREL E HARDY ERA ANCHE UNA STORIA D’AMORE. NON IN SENSO GAIO O PECCAMINOSO, MA CERTO ERANO UNA COPPIA MONOSESSUALE… – VIDEO

 

1 – LA RECENSIONE DI MARCO GIUSTI

 

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/roma-giusti-39-39-stan-amp-ollie-39-39-vita-186264.htm

 

 

2 – USCIRÀ IL 1° MAGGIO IL PRIMO FILM CHE RACCONTA LA STORIA DELLA COPPIA PIÙ CELEBRE DEL CINEMA

Maurizio Porro per “la Lettura - Corriere della Sera”

 

STANLIO E OLLIO

Uscirà il 1° maggio il primo film che racconta la storia della coppia più celebre del cinema, Stanlio & Ollio , osservandoli nel secondo tempo della carriera, quello più struggente e difficile del viale del tramonto quando, svanito il successo popolare, attraversata la Grande Depressione pubblica e varie private depressioni sentimentali, i due attori intrapresero una tournée da finale di partita nell' Inghilterra post bellica del 1953. L' ultima recita in Irlanda fu davvero l' ultimo spettacolo: «È stato bello finché è durato», si dicono prima di entrare in scena.

 

Vengono in mente altri finali di partita, il memorabile numero dei due clown di Luci della ribalta , Chaplin e Buster Keaton, ma anche l' inaspettato incontro con lo stesso Keaton in una pantomima di 6 minuti al Puccini, teatro milanese di avanspettacolo, nell' accaldato agosto 1953. Storia vera.

 

Il regista Jon S. Baird, per il suo film omaggio distribuito dalla Lucky Red, parte con un piano sequenza di 6 minuti - dal loro camerino agli studi californiani. È il 1937, loro sono padroni del mondo, parlano di donne (insieme collezionarono undici matrimoni e sette mogli, sposate, lasciate e risposate, fra cui una ballerina russa orgogliosa di aver lavorato con Preston Sturges) e denaro.

 

Ollio punta sulle corse, insieme puntano sul nuovo contratto da rinnovare con Hal Roach, cui danno del parvenu e del fascista, quando era ancora un insulto. Roach fu con loro fino al 1940 ed è interpretato dal figlio d' arte Danny Huston: era il genio che aveva intuito la formula miracolosa di accoppiarli, insieme al regista Leo McCarey, «inventore» anche dei fratelli Marx e di Harold Lloyd. Ma subito nel film, che fa qualche salto nel tempo in avanti, c' è un flash forward : scende la pioggia a Newcastle e i due mattatori sono malinconicamente davanti ad alberghi scalcinati e si esibiscono in sale malinconicamente mezze vuote. La gente crede che si siano ritirati.

 

STANLIO E OLLIO

Molti li hanno imitati, in Italia era un numero forte dei giovani Carlo Dapporto e Carlo Campanini in varietà, ma nessuno li aveva mai interpretati, soprattutto nelle pieghe di una non facile amicizia che crebbe col passare del tempo e si fortificò proprio nei momenti difficili, non senza qualche nuvola passeggera. Hanno fatto un film su Chaplin, mai su loro due, che stanno seduti sul trono del buonumore.

 

Il compito di farli rivivere, compreso il numero strepitoso del balletto At the Ball, That' s All , davanti al saloon nei Fanciulli del West , all' inizio e alla fine, spetta ex æquo all' inglese Steve Coogan (Stan) mentre John C. Reilly, Mr Cellophane in Chicago , caratterista fra i più noti e bravi, è Ollio.

 

Per esigenze di peso è stato imbottito con adipose tute di diverse misure di poliuretano, materiale in genere usato per imballaggio e che trattiene il calore, per cui l' attore veniva immerso tra un ciak e l' altro in una macchina del ghiaccio. Quattro ore di trucco al giorno. Costi della gloria e occasione d' oro per John: «Non posso lasciare che nessun altro interpreti questa parte, mi terrorizza accettarla ma non permetterò ad altri di averla».

 

I due attori sono fantastici e neppure per un attimo pensiamo che non siano i veri Stanlio e Ollio. E naturalmente anche i due nuovi protagonisti sono diventati amici per la pelle, sintonizzandosi sul difficile momento: il cinema andava cambiando, i due non riescono a produrre una parodia di Robin Hood , si vedono sui muri i poster rivali di Gianni e Pinotto. Ma quelle ingenue e fragorose risate restano comunque le più amate.

 

STANLIO E OLLIO

Ufficialmente non in ordine alfabetico, Stan Laurel e Oliver Hardy sono la coppia più famosa del cinema mondiale e il film - rievocando l' ultima tournée - mostra il trionfo a Londra, teatro Lyceum vicino all' Hotel Savoy; poi scende il declino, una lite stupida, la malattia, la tentazione di trovare un altro Ollio, l' ultima recita. Soprattutto è bello come Laurel e Hardy non riuscissero a dividere la vita dal set, sempre al lavoro su qualche idea o battuta: così quando arrivano all' albergo iniziano una gag col campanello della reception... così in stazione con le valigie...

 

Stanlio e Ollio, ovvero il magro, Arthur Stanley Jefferson, Mr. Laurel (16 giugno 1890-23 febbraio 1965), che si gratta la testa e porta i capelli ritti a spazzola, sfoggia una cravatta a farfalla, piange istericamente e stupisce nello sguardo: era inglese, suo padre aveva un teatro a Glasgow ed era amico di un altro comico con bombetta, Charlie Chaplin, con cui divise lo sketch dell' ubriaco che Chaplin gli lasciò in eredità.

 

Insieme vennero in transatlantico nel 1910 a cercar fortuna nella terra promessa americana, dopo tanta gavetta nel vaudeville con la compagnia famosa di Fred Karno. E poi il grasso: Mr. Hardy (18 gennaio 1892-7 agosto 1957) stava già negli Usa, era nato in Georgia, amava il golf, era un galante gentiluomo del Sud e portava la cravatta, sotto la bombetta aveva il ricciolino e i baffetti. Arrivò a pesare 180 chili.

 

Erano quasi una coppia di fatto, infatti nei film le mogli sono assai gelose e sempre pronte a menare il mattarello quando tornano a casa, come nelle barzellette: in un libro sul cinema gay, la copertina mostra per paradosso Stanlio e Ollio sdraiati nello stesso letto (in una scena del film si ritrovano in questa situazione). «È una storia d' amore tra uomini», dice lo sceneggiatore Jeff Pope, quello di Philomena .

 

Niente di gayo o peccaminoso, ma certo era una coppia monosessuale, diciamo; per il resto l' esercito delle mogli - tra queste una cantante, anche lei russa, e una segretaria di produzione - può dimostrare il contrario.

 

Stan Laurel ebbe una sua vita artistica prima di formare il duo, capace di dare corpo a grandi buffoni, qualcuno dice degni delle corti inglesi descritte da Shakespeare: infatti l' attore continuò a scrivere sketch, come se niente fosse accaduto, anche negli otto anni in cui rimase solo. Collezionarono, tra il 1927 e il 1950, 107 film di cui 24 lungometraggi, 12 camei e molti «corti» di due rulli muti di 20 minuti.

STANLIO E OLLIO

 

Oggi Stanlio e Ollio, che hanno debuttato nel 1927 in Putting Pants on Philip , hanno tre musei nel mondo, un' associazione di fan intitolata Sons of Desert , «I figli del deserto», come il film dove cantano la famosa Honolulu Baby , sono amati ovunque e i loro film tornano puntuali in tv per le feste: in Germania si chiamano Dick und Doof, in Polonia Flip I Flap, in Brasile O Gordo e o Magro...

 

Laurel era il più inventivo, prendeva decisioni sul lavoro mentre Ollio leggeva i bollettini delle corse dei cavalli. Laurel aveva inventato il double take , la doppia reazione che provoca la risata: passa un leone, lo vedi e non ti accorgi, poi lo guardi di nuovo e resti terrorizzato. Hardy era segnato dal destino, doveva diventare avvocato, figuriamoci: la prima volta che scappò da scuola arrivò ad Atlanta il 17 aprile 1906, giorno della grande rivolta razziale.

 

stanlio e ollio

Perché proprio Stanlio e Ollio? Perché è una bella storia umana. Critici e cinefili svengono per Keaton e Chaplin, due geni assoluti, ma il pubblico voleva più bene al Grasso e al Magro. Ebbero un Oscar nel '32 per The Music Box , «La scala musicale», e Stan Laurel ne ritirò uno alla carriera nel '60. Sono sopravvissuti ai cambiamenti della tecnica (dal muto al sonoro, dal bianco e nero al colore) e hanno fissato nelle orecchie e nel ricordo di tutti la musichetta che li precedeva, The Cuckoo Song del loro musicista Marvin Hatley.

 

stanlio ollio

Poi, tra tante coppie celebri che nel corso del tempo si sono divise perché è difficile far convivere gli ego degli artisti, loro, che in fondo sono metafore della vittima e del carnefice, sono rimasti fedeli e anzi hanno imparato a conoscersi davvero, a sopportarsi con orgoglio, quando le cose non andavano per il meglio.

 

Prendevano occasioni comiche dalla psicopatologia della vita quotidiana, quasi come un neorealismo paradossale in cui però molti si riconoscevano sia nel piagnone mingherlino sia nel grassone comandone. «È meglio mettere in luce un aspetto specifico, si può cogliere tutta la loro umanità in un solo istante» dice Coogan.

 

Molto lavoro, il set, le prime, ma erano di fatto colleghi, anche se sullo schermo risultavano inseparabili e detentori di copyright fantastici, come quello di parlar strano, con accenti sbagliati, seguendo entrambi una diversa illogicità: famoso il doppiaggio di Alberto Sordi con Mauro Zambuto che dava la voce a Stan, mentre in teatro Sordi li imitava entrambi. Perché il mondo evocato dai due comici era un mondo felice, ad altezza di bambino. E infatti come un bambino Ollio, da malato, disse: «Se qualcuno verrà al mio funerale con la faccia triste non gli rivolgerò più la parola».

Ultimi Dagoreport

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...