“MAI METTERSI CONTRO I GRANDI: ENRICO RUGGERI RACCONTA TENCO MA NON REGGE IL CONFRONTO” – ALDO GRASSO STRONCA “GLI OCCHI DEL MUSICISTA”, IL PROGRAMMA DEL CANTANTE SU RAI2 IN SECONDA SERATA DEDICATO A NOMI ECCELLENTI DEL CANTAUTORATO ITALIANO – “PERCHÉ INIZIARE CON IL PIÙ DIFFICILE? RUGGERI NON HA DOTI NATURALI DI INTRATTENITORE, NÉ LO AIUTA LA SUA VOCE IMPOSTATA. GLI HANNO MESSO A FIANCO FLORA CANTO PER INGENTILIRE LA CONDUZIONE MA CON SCARSI RISULTATI" – E SUL BIGLIETTO D’ADDIO DI TENCO...
Aldo Grasso per il Corriere della Sera - Estratti
Mai mettersi «contro» i grandi, anche se l’intenzione è delle migliori, quella dell’omaggio: il confronto sarà sempre impari. Enrico Ruggeri propone su Rai2 in seconda serata «Gli Occhi del Musicista», sei puntate dedicate a nomi eccellenti del cantautorato italiano: Tenco, Graziani, Endrigo, Califano, Bertoli, Cutugno. Perché iniziare con il più difficile?
Non sarebbe stato più opportuno iniziare con qualcun altro? Ruggeri non ha doti naturali di intrattenitore, né lo aiuta la sua voce impostata.
Gli hanno messo a fianco Flora Canto per ingentilire la conduzione ma con scarsi risultati: i due recitano testi imparati a memoria, non sono padroni della scena, mancano di spontaneità. Ci sono cantanti, penso a Tenco, a De André, a Battiato (i primi che mi vengono in mente), che sono tutt’uno con la loro voce, specie in una trasmissione interamente dedicata a loro. E infatti le parti più interessanti della serata sono stati i filmati delle Teche.
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Ma se interpretano uno come Luigi Tenco finiscono nell’esercizio scolastico. Esercizio rafforzato dalla presenza di un certo Matteo Saudino, in arte BarbaSophia, docente di filosofia in un liceo torinese, assurto a notorietà social.
Che ha filosofeggiato sul tema dell’alba in Tenco (un discorso generico che poteva andare bene per qualsiasi cantante, basta che ci sia un gabbiano).
Ma non era meglio fargli interpretare, prima filologicamente e poi filosoficamente (come insegna Nietzsche, la cui caricatura era stampigliata su una t-shirt di BarbaSophia) il biglietto d’addio di Tenco, prima del suicidio?
Queste le parole: «Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi».
luigi tencoluigi tencoLUIGI TENCO E GINO PAOLI
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