matteo renzi luigi di maio nicola zingaretti

“PERCHÉ DOVREMMO FARE NOI IL LAVORO SPORCO? CI PENSERÀ DI MAIO A MANDARE A CASA CONTE...” - I VELENI RENZIANI E LA CENA DI "GIGGINO" CON ZINGARETTI: NEL MENU’ UN PATTO PER LE REGIONALI IN CALABRIA E SULLA FUTURA LEGGE ELETTORALE A DOPPIO TURNO - “ARRIVA SALVINI, SI VUOLE FERMARE?” – FLORIS INCALZA DI MAIO A “DI MARTEDI’” - ECCO LA REAZIONE DEL MINISTRO DEGLI ESTERI VIDEO

 

Da corriere.it

luigi di maio

Giovanni Floris tenta un'ultima domanda al ministro degli Esteri Luigi Di Maio al termine della sua intervista a «Di Martedì». Il conduttore annuncia l'arrivo del leader della Lega ed ex alleato di governo Matteo Salvini: «Arriva Salvini, si vuole fermare?» chiede Floris, ma Di Maio si alza e sembra quasi scappare via dallo studio: «Grazie, me lo saluti...»

 

TAGLIO PARLAMENTARI È LEGGE, LA CENA DI DI MAIO E ZINGARETTI: UN PIANO PER IL DOPPIO TURNO

Simone Canettieri e Alberto Gentili per il Messaggero

 

Il piatto forte: rilanciare la fase due del governo, dopo il sì definitivo al taglio dei parlamentari. Occasione ghiotta per iniziare a ragionare sulla futura legge elettorale. Un'esplorazione destinata a essere approfondita. Poi c'è stato il dessert: l'alleanza Pd-M5S su scala regionale. Come replicarla senza creare sconquassi interni. E così dopo l'Umbria, si è deciso che toccherà alla Calabria. Lunedì sera Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti si sono visti a cena in un ristorante del centro di Roma.

renzi zingaretti

 

È la seconda volta che i leader dei grillini e dei democrat si mettono a parlare davanti a una tavola imbandita. La prima fu lo scorso 23 agosto a casa dell'allora sottosegretario, e ora ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora. L'altra sera, complice il clima caldo dell'ottobrata romana, tutto è scivolato senza traumi, né imbarazzi. D'altronde, come raccontano dai rispettivi quartier generali, «Luigi e Nicola ormai si comportano da alleati: si sentono e si scrivono in chat tutti i giorni».

 

Vien da sé che i convitati di pietra della cena siano stati due: il premier Giuseppe Conte e, soprattutto, Matteo Renzi. Proprio per questo motivo Di Maio e Zingaretti hanno gettato le basi per un'intesa sulla prossime riforme, senza tralasciare la manovra, viste le forti tensioni. Durante il tête-à-tête entrambi hanno concordato su un punto: «Dobbiamo coordinare la comunicazione». D'altronde il ministro degli Esteri lo ha già vissuto con Matteo Salvini: la rincorsa al titolo produce crisi politiche.

 

Sul tavolo, tra una portata e l'altra, sono rimasti sospesi diversi argomenti: dal Copasir alla sfida in Umbria («La partita è più aperta che mai») con il bis dello schema destinato a riproporsi in Calabria, mentre è complicata l'alleanza in Emilia Romagna. Conversando sulla fase due, la discussione è caduta sulla legge elettorale che verrà.

luigi di maio giuseppe conte

 

Il tema del nuovo meccanismo di voto è estremamente delicato e sensibile, visto che da questo dipende la sopravvivenza di almeno due forze di maggioranza: Leu e Italia viva di Renzi, schierate per il proporzionale. Ma forti dell'accordo stretto in Umbria, secondo fonti autorevoli, Pd e 5Stelle stanno esplorando l'ipotesi di virare su un sistema a doppio turno su base nazionale. Non di collegio.

 

Prima di abbracciare questo sistema, Di Maio e Zingaretti vogliono però capire se gli elettori dei due partiti possono coabitare e sommarsi. Se le elezioni umbre diranno di sì e il governo di Giuseppe Conte crescerà in solidità e popolarità, i due partiti potrebbero puntare su un'alleanza strutturata (lanciata il mese scorso da Dario Franceschini) tra centrosinistra e 5Stelle. «Così Salvini verrebbe relegato sine die all'opposizione e Renzi reso marginale, se non addirittura stritolato», si frega le mani una fonte di rango del Pd che segue il dossier.

 

luigi di maio giuseppe conte

Da come finirà la trattativa sulla legge elettorale dipende anche la sorte del referendum confermativo sul taglio degli onorevoli. La Costituzione dà tre mesi di tempo - e in questi tre mesi non si può andare a elezioni - a 5 consigli regionali, 1/5 dei parlamentari e a 500mila elettori per promuove la consultazione. Dunque, a inizio gennaio si saprà se il referendum si celebrerà o meno. Ma al momento, visti i 553 sì incassati ieri dalla riforma, nessuno (a parte Giachetti) appare intenzionato a promuoverlo. Tanto più che cavalcare il no appare decisamente impopolare. «Tutto dipenderà però da come si chiude l'accordo sulla legge elettorale», dice il capogruppo di Leu, Federico Fornaro e concordano Enrico Costa e Matteo Orfini, «se l'intesa non piacerà a qualcuno nulla gli impedirà di buttarsi sul referendum».

 

SOSPETTI E VELENI

LUIGI DI MAIO AL TELEFONO

Tre mesi di stop elettorale e non sei, come accadrebbe se scattasse la consultazione, fanno tirare un respiro di sollievo a Conte. Tanto più che Renzi, in piena sessione di bilancio e con margini di tempo così stretti, difficilmente potrebbe tentare l'azzardo di far cadere Conte (suo rivale nella lotta per la conquista dell'elettorato moderato) per provare a sostituirlo con un altro premier.

 

Nicola Zingaretti Luigi Di Maio Giuseppe Conte

Ciò non toglie che la tensione resta alta. Sentite un esponente molto vicino a Renzi: «Perché dovremmo fare noi il lavoro sporco? Ci penserà Di Maio a mandare a casa Conte...». E ascoltate cosa filtra da palazzo Chigi: «Anche Franceschini teme Renzi, non a caso aveva proposto di far slittare il taglio dei parlamentari per rinviare il trimestre o semestre bianco di qualche mese. Ma ora Renzi dice che potrebbe essere Di Maio... Quanto è brutta questa politica!». I dem, però, gettano acqua sul fuoco. Ecco Andrea Orlando: «Renzi tirerà sempre la corda, ma non la spezzerà. Se facesse cadere Conte pagherebbe un prezzo altissimo». E poi Graziano Delrio: «Tranquilli, non si va a votare». Anche perché nel 2022 c'è da eleggere il nuovo capo dello Stato e sia il Pd che i 5Stelle, oltre allo stesso Renzi, vogliono sceglierlo con questo Parlamento dove hanno la maggioranza. In quello futuro, chissà.

DI MAIO FRANCESCHINI OSHOLUIGI DI MAIO POLTRONA BY LUGHINO VISCORTO

 

LUIGI DI MAIO NICOLA ZINGARETTIdi maiodi maioluigi di maio

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...