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LA MORTE IN DIRETTA DI MANGO È UNO SPETTACOLO? - IL CANTANTE CROLLA INFARTATO SUL PALCO: POLEMICHE PER IL VIDEO DEL MALORE SUPERCLICCATO SUL WEB - C’È UN LIMITE OLTRE IL QUALE LA MORBOSA CURIOSITÀ DIVENTA VOYEURISMO NECROFILO?

1. MANGO CROLLA SUL PALCO E LA MORTE DIVENTA SHOW

Leonardo Iannacci per “Libero Quotidiano

 

mangomango

Si può scegliere come vivere, non come morire, disse una volta John Lennon, del quale ieri ricorrevano i 34 anni dal suo assassinio per mano di un fan impazzito.Mango, che di nome faceva Giuseppe ma era conosciuto col nomignolo di Pino, non avrebbe forse desiderato un addio diverso di quello che lo ha colpito domenica notte, sul palco del Pala Ercole di Policoro, poco distante dalla sua amata Matera. Un infarto lo ha pugnalato mentre era seduto dietro la tastiera e stava cantando Oro, una delle sue melodie più toccanti.

 

MOGOL MOGOL

La scena è stata raccapricciante,diffusa su tutti i social da uno smartphone che ha ripreso in diretta la morte del 60enne artista e che ha suscitato più di una polemica. Si vede Mango che intona i primi versi di Oro; si accompagna con il piano forte ma poi si interrompe, alza un braccio e sussurra al pubblico: «Scusate, non mi sento bene». Poi si accascia. L’infarto è letale e lo stronca in una frazione di secondo. Soccorso dallo staff, è portato con urgenza in ospedale. Troppo tardi, la musica era già finita.

 

FRANCO BATTIATO FRANCO BATTIATO

Un cantante che muore mentre canta è un evento pazzesco: Mango è stato fulminato nell’esercizio della sua professione, nel corso di un quell’amplesso tra l’artista e il pubblico che è un concerto, momento di straordinaria felicità che aiuta sempre l’artista a sublimarsi ma che, stavolta, lo ha visto andarsene mentre stava facendo la cosa che amava di più. Una vicenda quasi kafkiana.

 

Figlio di un Sud povero e sognatore, nato a Lagonegro in provincia di Potenza nel 1954, Mango si era fatto le ossa come autore a Roma, negli anni ’70, scrivendo canzoni per Patty Pravo e Mia Martini. Dieci anni dopo viene notato alla Fonit Cetra da quell’inguaribile talent-scout che è Mara Maionchi.

 

mango 4mango 4

Nel1985Mango conosce la collega Laura Valente, voce dei Matia Bazar, che diventerà sua moglie e da cui ha avuto due figli, Filippo, 18 anni, e Angelina, 12.I successi arrivano grazie a collaborazioni eccelse: Mogol scrive le parole di Oro, Lucio Dalla collabora a Bella d’estate, Battiato duetta ne La stagione dell’amore. A Sanremo 1985 vince il Premio della Critica per Il viaggio. La sua voce alla Peter Gabriel, condita da falsetti, è unica.

 

LUCIO DALLALUCIO DALLA

Stava invecchiando davvero bene, Mango. Lo abbiamo incontrato l’estate scorsa quando editò L’amore è invisibile. Disse: «Sono felice e orgoglioso di questo disco: Filippo suona la batteria in Get Back, Angelina canta con me Fiore bel fiore. Un’esperienza mistica per un padre». Quasi come la sua morte.

 

 

2. IL VIDEO DI MANGO QUELL’OSCENITÀ DELLA CONDIVISIONE SENZA VALORI

Luca Mastrantonio per il "Corriere della Sera"

 

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C’è un limite oltre il quale la morbosa curiosità per la morte filmata di una persona diventa voyeurismo necrofilo? Per chi si fa questa domanda, sì, il limite c’è. Per chi non se la fa, quel limite è comunque facilmente scavalcabile. Com’è successo ieri, sul web , con le immagini audio-video degli ultimi istanti di vita del cantante Mango, in concerto a Policoro, in Basilicata, mentre suonava.

 

Mara MaionchiMara Maionchi

Su YouMedia c’è il video che mostra anche quello che succede dopo che Mango, in un gesto di estrema e disarmante gentilezza, dice al pubblico: «Scusate...». Per una interruzione che purtroppo sarà definitiva. Poi, il video va oltre e mostra «la morte in diretta», come commenta qualcuno che entra nell’audio del video, mentre una voce femminile dice a un uomo di andare sul palco, «sei un medico», ma lui «no, ci sono gli infermieri»; il volume della voce è alto, forse è lui che sta filmando. In poche ore, ieri, il video ha superato il milione di visualizzazioni, innescando cortocircuiti e paradossi.

 

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Il primo: il commento più votato è di una donna che su Facebook critica la pubblicazione del video, perché «già la notizia fa male, non bisogna pubblicare tutto e per forza, bisogna tutelare la dignità, la morte non è uno spettacolo». Qualcun altro ribatte che è ipocrita, perché prima vede e poi critica, suggerendo dunque che è meglio criticare senza aver visto. Ma il punto, questo è l’altro grande paradosso, è che la donna ha comunque pubblicato il video nel suo critico post su Facebook. Ecco.

patty pravo 20patty pravo 20

 

Questo tipo di condivisione sui social è un generatore di pensiero unico, anzi, di non-pensiero unico: vengono condivisi immagini e video senza condividerne i contenuti, i valori. Nel nome della viralità, la condivisione su certi canali social rischia di sacrificare la dignità della persona, mettendo in scena ciò che è osceno: non la morte avvenuta sul palco, ma l’interesse morboso per vederla filmata in diretta.

@criticalmastra

peter gabriel, also known as car, 1977peter gabriel, also known as car, 1977MIA MARTINI MIA MARTINI

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