marco giusti gennaro sangiuliano maria rosaria boccia alessandro sallusti bruno vespa

DIETRO ALLE DIMISSIONI DI SANGIULIANO C'È IL MONDO DEL CINEMA DI SINISTRA? MACCHÉ, GENNY HA FATTO TUTTO DA SOLO! - MARCO GIUSTI SMONTA LA TEORIA DI VESPA E SALLUSTI SECONDO CUI 'O MINISTRO 'NNAMURATO SIA STATO UCCELLATO DA UNA TRAMA OSCURA ORDITA DA "QUATTRO RADICAL CHIC FANNULLONI" A CUI "GENNY-DELON" AVREBBE CHIUSO I RUBINETTI - "BRU-NEO HA TIRATO IN BALLO UNA SERIE DI DATI A CASACCIO PER DIMOSTRARE QUANTO GUADAGNA UN REGISTA (DI SINISTRA) E QUANTO SI SPENDE PER UN FILM. MA COME FANNO A PENSARE CHE IL CINEMA ITALIANO, OGGI IL PIÙ INERTE DEL MONDO, SAPPIA COSTRUIRE UNA TRAMA CREDIBILE DI VENDETTA CONTRO SANGIULIANO? MAGARI AVESSIMO UN CINEMA IN GRADO DI CACCIARE UN MINISTRO..." - VIDEO

 

 

BRUNO VESPA DIFENDE GENNARO SANGIULIANO A PORTA A PORTA

 

 

 

Marco Giusti per Dagospia

 

ARMATA BRANCA-MELONI - POSTER BY MACONDO

Tra le tante assurdità sentite in questi giorni in tv legate al caso Boccia-Sangiuliano (ultima quella di Italo Bocchino ieri sera dalla Gruber: “Sangiuliano è un gigante!” rispetto a Franceschini&co”), la più illuminante, legata a una nuova narrazione della finaccia di Genny il Fenomeno scartato come un Paolo Brosio qualsiasi dall’Isola dei famosi, è che ‘o Ministro ‘nnammurato sia stato spinto giù dal trono non dal casino che ha fatto con la signora Boccia, ma dalla sinistra (più Dagospia), anzi dal vendicativo cinema di sinistra, cioè quei quattro radical chic fannulloni di Prati e dintorni, perché aveva smesso di elargire soldi a pioggia col tax credit per i loro terribili film che non incassano un euro.

 

Maria Rosaria Boccia GENNARO SANGIULIANO GIUSEPPE CRUCIANI

Genny l’eroe (il gigante, appunto) avrebbe lottato come un leone per difendere le casse dello stato dalla voracità dei cinematografari romani di sinistra per fare i loro filmetti. Ohibò! Lo ha detto Sallusti e lo ha detto soprattutto Vespa a “Porta a porta” tirando in ballo una serie di dati a casaccio per dimostrare quanto guadagna un regista (di sinistra) e quanto si spende per un film. Aridanghete.

 

A parte che, se la destra sta occupando tante caselle nel mondo produttivo del cinema, qualcosa il ministero a questi nuovi dirigenti affamati dovrà pur dare. A parte che stiamo aspettando da decenni l’arrivo di un cinema di destra (ma siete sicuri che esiste?) che sostituisca i terribili film di Pupi Avati ormai centenario o quelli di Luca Barbareschi o gli antichi film leghisti di Renzo Martinelli su Barbarossa (Giulio Base ha detto che è anarchico, non posso metterlo nella casella cinema di destra). Ma come fanno solo a pensare che il cinema italiano, oggi il più inerte del mondo, come spiega bene “Il colibrì” visto proprio ieri, dove tutto il senso del film è agitarsi per rimanere fermi, sappia costruire una trama credibile di trappolona -vendetta contro Genny Sangiuliano? No, Bruno.

 

roma santa e dannata marco giusti 01 ph antinori

Magari avessimo un cinema in grado di cacciare un ministro, ordire trame. Non è così vitale. Non è neanche incazzato come Dagospia, che ha martellato tutta l'estate Meloni e il suo governo. Il cinema italiano (di sinistra) si accomoda. Da sempre. Che deve fare? Vola basso. Pronto a digerire i Sangiuliano i Giuli i Buttafuoco. Tutti a magna' alla Fiorentina. Ma lo sai che è simpatico? Ma lo sai che è una brava persona? Falli anche cattivi. Intanto non si progetta nemmeno una rassegna sul cinema di Pingitore.

 

Tanto il mondo del cinema (non vorrei dire solo di sinistra) sa bene che, malgrado la sua inedia secolare, a destra nel cinema non è mai apparsa un’idea, una vera professionalità internazionale, un grande talento. Siamo sempre stati così. Meglio inventarsi i telefoni bianchi. Ai tempi del Duce, venne bandito da subito, dopo l'effetto negativo del fascistissimo "Vecchia guardia" di Blasetti, il cinema che rivendicava manganellate, violenza e olio di ricino.

 

Perfino Vittorio Mussolini, piazzato dal padre a capo della cinematografia nazionale, preferì mettersi accanto personalità come Rossellini e Fellini, certo non fascisti, che preferivano far pippa e dormicchiare a Cinecittà  che partire per la guerra. Eroi. Nemmeno ai tempi di Salò a Venezia si facevano film di propaganda fascista. Solo commedie. Il nostro cinema è sempre stato un po' infigardo. "E se tornano quelli?" chiese Aldo Fabrizi al giovane Fellini che gli proponeva il ruolo da protagonista di  Roma città aperta".

 

GENNARO SANGIULIANO - VIGNETTA DI ROLLI

Poco prima a Luigi Freddi che lo voleva a far film a Salò rispose "ho le emorroidi". Per Venezia, dove si fecero i film italiani della Repubblica di Salò, partirono i più poveri, le spie, e quelli, come Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, che sapevano che la cocaina ormai si trovava solo al nord. Me lo disse Piero Vivarelli, X Mas.

 

In tanti anni di berlusconismo i pochi film fatti sul Cavaliere e sulle sue cene eleganti, come "Loro" di Sorrentino, non si possono vedere in tv o in streaming. Figurarsi quindi mettere in scena con successo una trama, pur da commedia sexy alla Montagnani, dietro al giallo dell’estate. Genny l’eroe, Genny il gigante, ha fatto tutto da solo.

 

bruno vespa 1

Magari con l’aiuto della signora Boccia. O di qualcun altro. No. Non diamo al cinema italiano né colpe né meriti che non ha. Vent'anni fa, quando scrivevo sull'Espresso di Rinaldi, riguardo alla ennesima crisi del cinema italiano, scrissi malignamente che sarebbe stato meglio fare come avevano fatto in Cina ai tempi della Rivoluzione Culturale. Si chiude col cinema e si riapre dopo quattro cinque anni. Vediamo cosa resta.

 

Era una boutade, ma si incazzarono tutti, critici e cinematografari, attori  e produttori. A cominciare dal trinariciuto Lino Micciche', difensore del cinema italiano di sinistra sovvenzionato alla Citto Maselli. Non la ridico. Tranquilli. Però una bella fiction su La fanciulla di Pompei si potrebbe fare. Sapete tutti che l'idea è circolata subito tra i produttori romani. Parliamone alla Fiorentina a Piazza Mazzini. 

 

alessandro sallusti - e sempre carta bianca marco giustigenniful il video meme del grande flagello sul caso boccia sangiuliano 6genniful il video meme del grande flagello sul caso boccia sangiuliano 5bruno vespa 3maria rosaria boccia con gennaro sangiulianoGENNARO SANGIULIANO CON MARIA ROSARIA BOCCIA AL FORTE SANTA TECLA DI SANREMOgennaro sangiuliano maria rosaria boccia 1alessandro sallusti foto di bacco maria rosaria boccia e gennaro sangiuliano alla camera 3gennaro sangiuliano con maria rosaria bocciabruno vespa nella sua azienda di vinoGIORGIA MELONI DUCETTA DELL INFORMAZIONE - MEME BY EDOARDO BARALDI BRUNO VESPAbruno vespa ricevimento quirinale 2 giugno 2024 bruno vespamarco giusti

Ultimi Dagoreport

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…

ignazio la russa giorgia meloni daniela santanche lucio malan

DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A PALAZZO CHIGI E POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO MINISTRO DEL TURISMO, AL POSTO DELLA “PITONESSA” – IERI L’INCONTRO TRA IGNAZIO LA RUSSA E GIORGIA MELONI: LA DUCETTA POTREBBE AVER CHIESTO AL PRESIDENTE DEL SENATO, IN QUANTO AVVOCATO DELL’IMPRENDITRICE, RASSICURAZIONI SULLA SENTENZA DI PRIMO GRADO. LA RISPOSTA? CARA GIORGIA, NON TI POSSO GARANTIRE NIENTE. COME SAI, LA LEGGE PER I NEMICI SI APPLICA, E PER GLI AMICI SI INTERPRETA. MORALE DELLA FAVA: LA “SANTA” HA UN PIEDE E MEZZO FUORI DAL MINISTERO - LA SMENTITA DI PALAZZO CHIGI