gaber luporini

“MI SONO PENTITO MOLTO PER QUEL 'LIBERTÀ È PARTECIPAZIONE'. IO MANCO CI ANDAVO A VOTARE…” - SANDRO LUPORINI, AUTORE DEI TESTI DI GIORGIO GABER: "ALTRI PENTIMENTI? LA MARCIA DEI COLITICI. SONO UN PO' RIMETTE DEL CAZZO, QUASI ALLA MOGOL”-NEL 1980, MENTRE TUTTI CELEBRAVANO ALDO MORO, UCCISO DUE ANNI PRIMA DALLE BR, SCRISSE: "ALDO MORO RESTA ANCORA QUELLA FACCIA CHE ERA": “RABBIA ANARCOIDE, PENSAVO CHE MI AVREBBERO MESSO IN GALERA" –  CON GABER NESSUN LITIGIO. MI INCAZZAVO QUANDO CONVERTIVA QUALCOSA COL METRO DELL'OTTIMISMO. PER ESEMPIO IL FINALE DI “NON INSEGNATE AI BAMBINI” - VIDEO

 

Antonio Iovane per “il Venerdì di Repubblica”

 

giorgio gaber sandro luporini

Il complesso residenziale si trova all'altezza del porto, dove si dirama il canale che una stagione fiacca di piogge ha sedato. In un piccolo appartamento in penombra stipato di libri vive Sandro Luporini, 92 anni di cui un terzo trascorso come altra metà del Signor G. Siede in poltrona, jeans, camicia a quadri e barba bianca dei venerati maestri - anche se sull'importanza nel tempo del teatro canzone coltiva qualche dubbio.

 

«I ragazzi di oggi non ci conoscono, quelli della tua generazione sì», dice al giornalista quarantottenne. Luporini preferirebbe essere ricordato piuttosto per i suoi dipinti, se non fosse per la parentesi trentennale di Far finta di essere sani, Polli d'allevamento, La mia generazione ha perso e un'altra quindicina di spettacoli che hanno raccontato la storia d'Italia dal movimento del '68 al riflusso fino al berlusconismo.

 

Proprio in queste settimane Viareggio celebra il pittore del movimento della Metacosa con una esposizione allestita fino all'8 gennaio alla Galleria d'arte moderna e contemporanea "Lorenzo Viani". «È una mostra grossissima con 70-80 quadri», s' illumina Luporini. Ma se siamo qui a ripercorrere sigaretta dopo sigaretta la sua vita artistica con Giorgio Gaber - il primo gennaio saranno vent' anni dalla sua morte - è perché la carriera dell'autore di testi ha impallato, per dirla col linguaggio teatrale, quella pittorica.

GABER LUPORINI 67

 

«Con Giorgio era un continuo parlare, parlare, parlare. C'era sempre della roba da masticare. Ora, anche con gli amici, discuto poco, sono un po' ritirato a dormire e basta».

 

Immagino i litigi

«Quando convertiva qualcosa col metro dell'ottimismo io mi incazzavo, ma non si litigava. Per esempio mi ha cambiato il finale di Non insegnate ai bambini. Io avevo scritto "Ma se proprio volete insegnate soltanto il silenzio e l'assenza". Giorgio mi disse che gli sembrava troppo disastroso e pessimistico e lo sostituì con "Raccontategli il sogno di un'antica speranza"».

 

Da chi veniva la prima idea per uno spettacolo?

«Da me. Io ero l'autore del testo e quello che mi passava per la testa lo scrivevo. Naturalmente era il frutto delle nostre lunghissime conversazioni. Solo una volta è venuta prima la musica del testo, quando ho scritto Si può. Me la son cavata, ma si fa fatica a scrivere per la musica già fatta».

 

GABER LUPORINI 77

Quale canzone considera la più riuscita?

«Il dilemma perché sono un dilemmista. È la canzone più bella che abbiamo scritto anche se poco commerciale».

 

Tanti successi ma anche tanti attacchi. Nel 1980, mentre tutti celebravano Aldo Moro, ucciso due anni prima dalle Br, lei se n'è uscito con Io se fossi Dio: quattordici minuti di invettiva violentissima...

«L'ho scritta in mezz' ora. C'era una rabbia anarcoide che in me è sempre stata forte e che lì avevo rivolto contro tutto e tutti: giornalisti, radicali, socialisti, Dc, Pci».

 

Nella canzone scriveva che "Aldo Moro resta ancora quella faccia che era", e non si trattava di un complimento.

«Devo dire la verità: pensavo che mi avrebbero messo in galera. Ma la maggior parte della gente, soprattutto giovani, l'ha accettata come un vangelo».

 

Ne sembra quasi deluso.

«No, no, mica ci tenevo ad andare in galera».

 

La soddisfazione più grande?

«Vedere che la generazione del '68 apprezzava certe nostre osservazioni. Mi sentivo molto vicino a loro».

GABER LUPORINI 67

 

Però poi avete deciso di prendere le distanze dal Movimento: nel 1978, quando Gaber cantava Quando è moda è moda, che segna la fine dell'idillio con la generazione del '68, sul palco pioveva di tutto. È stata la canzone per la quale siete stati più attaccati?

«Forse sì. Ma c'era stato un rilassamento rispetto a quegli ideali. Per me gli anni 80, che erano dietro l'angolo, sono proprio brutti».

 

È pentito di qualche canzone?

«Sì. La marcia dei colitici. Sono un po' rimette del cazzo, una specie di bravura tecnica quasi alla Mogol. Non mi piace».

 

Non le piace neanche Mogol, quindi?

sandro luporini

«Questo non posso dirlo, Mogol ha fatto un sacco di canzoni di successo e tecnicamente era bravo. Poi bisogna anche considerare che lui scriveva su musica già fatta. Nel mio caso era più facile».

 

Altri pentimenti?

«La libertà. Mi son pentito molto per quel "libertà è partecipazione". Ricordo che sentii, in periodo craxiano, una camionetta che faceva propaganda elettorale e che diceva "Andate a votare!", e come sottofondo c'era quella nostra canzone.

 

Allora pensai: porca miseria, mi son spiegato male. La libertà è stata interpretata come dire "andate a votare", ma io nemmeno ci andavo a votare, figuriamoci. Avrei dovuto scrivere "la libertà è spazio d'incidenza". Se tu puoi incidere nel mondo hai una libertà che ha senso. Solo che in una canzone scrivere "libertà è spazio d'incidenza" suona malissimo. Oddio, come metrica ci sta pure...».

 

Quindi la libertà non è partecipazione.

«No».

 

Si è mangiato le mani tutta la vita per quella strofa.

«Tutta la vita no, ma da un bel po' in avanti sì».

 

Altri pentimenti?

«Destra/sinistra conformista. Sembrerebbe quasi che la canzone voglia dire che non ha senso parlare di destra e sinistra, e invece oggi come oggi è la cosa che ha più senso di tutto».

giorgio gaber sandro luporini

 

Ora a votare ci va?

«Era un po' che non ci andavo, alle ultime ho votato Sinistra Italiana. Non essendoci più la sinistra, mi devo accontentare di quello che c'è. Sono ancora compagno».

E di questo governo cosa pensa?

Ride. «Non ne penso».

 

È tra quelli che ritiene che Giorgia Meloni sia davvero fascista?

«Profondamente. Anche quelli che ha messo guardi Ignazio La Russa, era un fascistone pazzesco».

 

Questo presente potrebbe ispirare uno spettacolo di Gaber e Luporini?

«Sì. Il tema potrebbe essere la difficoltà di toccare il fondo».

 

 Ascolta musica?

«No. Mi ha rotto i coglioni tutta la vita, non ci capisco niente».

 

Però negli anni 70 ascoltavate i cantautori. Chi amava di più?

«Luigi Tenco. Ma mi piacevano molto anche Guccini, Battiato».

giorgio gaber sandro luporini

 

De André?

«Sì, ma non l'ho mai conosciuto, Guccini e Battiato li ho conosciuti bene».

 

A più di cinquant' anni dall'esordio, ha capito cos' è che convinceva il pubblico a seguirvi?

«Credo il dissenso. Molta gente restava in silenzio ma non sopportava certe cose e si sentiva rappresentata dalle nostre canzoni: sentirsele dire era una cosa gradita».

 

Come autore di testi, non si vedrebbe bene in un manuale scolastico?

«Mi vien da ridere».

 

Cosa le manca di più di Gaber?

giorgio gaber sandro luporini 2

«Quando scrivevamo le nostre cose ci divertivamo. Mi manca il divertimento».

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? È SUCCESSO ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO DEL PONTEFICE UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - IN TALE IPOTESI, NON DOVREBBE MERAVIGLIARE IL RISERBO DELLA SANTA SEDE: I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)