IL MIGLIOR FILM MAI PRODOTTO DA VITTORIO CECCHI GORI? I SUOI INTRIGHI CONIUGALI CON RITA RUSIC - ORA IN BALLO UN QUADRO, SCOMPARSO, DA 3 MILIONI DI BASQUIAT

Francesco Salvatore per La Repubblica-Roma

Un Basquiat da oltre 3 milioni di euro appeso per anni alla parete del salotto, nel loro ormai ex appartamento nel quartiere Prati. Si chiama "Wine of Babylon", ed è il nome del dipinto finito al centro della querelle giudiziaria che ha portato sul banco degli imputati, con l'accusa di appropriazione indebita, l'attrice e produttrice cinematografica Rita Rusic, ex moglie di Vittorio Cecchi Gori. Un dipinto realizzato dall'artista americano Jean Michel Basquiat nel 1984, che la donna, secondo l'accusa, non avrebbe restituito all'ex marito dopo la separazione.

Del dipinto, un olio su tela che misura più di due metri di altezza e un metro e settanta di larghezza, Rita Rusic nega di essersene mai appropriata, e soprattutto di esserne in possesso. Cecchi Gori, invece, l'ha querelata perché lo rivoleva indietro, dando avvio al procedimento penale. Fatto sta che il quadro dell'artista, entrato negli anni Ottanta nelle grazie di Andy Wahrol, non si sa dove sia finito. L'opera d'arte, comprata nel 1998 dall'ex senatore per 330mila dollari, oggi ha un valore di oltre 3 milioni di euro.

Secondo l'accusa, sostenuta dal pubblico ministero Giovanni Nostro all'apertura del dibattimento, Rusic avrebbe omesso di «provvedere alla restituzione del dipinto all'avene diritto, ovvero il denunciante Vittorio Cecchi Gori, dopo la separazione avvenuta il 12 maggio del 2006». Un fatto cristallizzato intorno al febbraio del 2009 dall'accusa, e denunciato dall'ex presidente della Fiorentina, difeso dell'avvocato Gloria De Luca, nel marzo del 2010.

Sull'eventuale dibattimento spetterà ora al giudice decidere: o incardinare il processo o disporre il non luogo a procedere per la donna. «La mia assistita nega di essersi mai impossessata del quadro - ha detto il legale di Rusic, Carlo Arnulfo - in ogni caso, il fatto sarebbe avvenuto quando i coniugi non erano legalmente separati, rendendo il reato estinto per prescrizione. Fin dall'anno 2000 Cecchi Gori sarebbe stato a conoscenza della pretesa appropriazione».

Nel 1998 Cecchi Gori acquista il quadro a New York, alla "Shafrazi Gallery", pagandolo 330mila dollari. Al momento tra i due coniugi le cose sembrano andare ancora per il meglio. Poi iniziano i primi litigi e le battaglie legali sulla separazione. Cause e ricorsi al tribunale civile che nel 2006 arriva a decidere in primo grado sulla separazione della coppia, affidando l'appartamento, con dentro il quadro, alla donna.

Le schermaglie legali però non finiscono. Tre anni più tardi, nel novembre del 2009, arriva la sentenza della Cassazione che decide in via definitiva sulla separazione. Qualche mese più tardi, il 22 marzo del 2010, la querela che porta in tribunale la Rusic.

 

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