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IL MIGLIOR VIDEO ATTUALMENTE DISPONIBILE SU PORNHUB. SU ''ROLLING STONE'' LA RECENSIONE DI UN CAPOLAVORO CHE I CRITICI DA SALOTTO FANNO FINTA DI NON CONOSCERE (QUI IL VIDEO SOLO PER ADULTI O ADULTERI) - ''BELLA MILF BECCA LA FIGLIASTRA CHE FA SESSO CON IL PATRIGNO'', 8,2 MILIONI DI VISUALIZZAZIONI IN UNA SETTIMANA. LA MAGGIORANZA HA DECISO: È IL FILM DA NON PERDERE - UNA CRITICA ALLA FAMIGLIA TRADIZIONALE E ALL’IPOCRISIA DELLA MIDDLE CLASS, UN INNO ALLA GIOVINEZZA E AL POTERE REDENTORE DELL’INCONSCIO. MA IL FINALE HA DELUSO MOLTI

VIDEO - NOT SAFE FOR WORK, NON ADATTO AI MINORI, NON ADATTO AI LUOGHI PUBBLICI ECC.ECC.

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IL MIGLIOR VIDEO ATTUALMENTE DISPONIBILE SU PORNHUB

Enrico Dal Buono per www.rollingstone.it

 

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Uno vale uno. Nessun critico può arrogarsi il diritto di stabilire che cosa sia bello o brutto. Decide la maggioranza: più un’opera piace, più è bella. Poche cose sono belle quanto i siti porno, il 12% del totale. PornHub è il più bello in assoluto: 75 milioni di utenti. Il video più visualizzato della settimana è FamilyStrokers – Hot Milf Caught Step Daughter Fucking Step Dad. A oggi, 7,500,025 visualizzazioni: un capolavoro. Una critica alla famiglia tradizionale e all’ipocrisia della middle class americana, un inno alla giovinezza perduta e al potere redentore dell’inconscio.

 

Il protagonista, cioè il patrigno, porta l’orecchino: antico simbolo di ribellione giovanile, ormai confinata al lobo sinistro per il costante assedio di una realtà bacchettona e conformista. Eppure quel lobo, ultimo Giapponese nella giungla del corpo, allude alla possibilità di una riscossa: troverà alleati in altri componenti anatomici. Il titolo è all’apparenza un rompicapo genealogico: una milf scopre la figliastra che fa sesso col patrigno.

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Che vi si parli di patrigno e, in maniera indiretta, di matrigna allude probabilmente alla condizione da orfana della giovane protagonista. Tuttavia tale condizione non viene sottolineata con retorica o pietismo nello svolgimento: le nostre sfortune non sono giustificazioni per le nostre scelte. Il regista ha un tocco delicato e gioca su elisioni e non detti. Per esempio, il vuoto esistenziale è sottolineato giusto dai tacchi alti che rimbombano tra le pareti decorose di una villetta di provincia.

 

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L’opera inizia con il patrigno che invita la moglie e la figliastra a pregare. Segue un silenzio imbarazzato, pochi secondi che sembrano millenni: la loro anima è trasparente, guardandosi dentro non vedono nulla. In un angolo, il ficus: sommo spettatore di routine piccolo borghesi orfane del sacro. La religione è un rito svuotato di senso. Il capofamiglia interrompe il silenzio: dice alla teenager che la sua camera andrà ristrutturata, per un po’ lei dovrà dormire nel lettone con la coppia.

 

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Un seme di perversione instillato nella mente dello spettatore, la svolta narrativa viene preparata con cura. La macchina indugia sulla studentessa che si allontana, poi zoom sulla sua gonna in tartan. Un tessuto istituzionale e scolastico, che nasconde una scomoda verità e due buchi. La moglie non protesta per quello sguardo sul tartan del marito e questo suo tacere è un coraggioso j’accuse degli autori contro la società patriarcale.

 

Nella seconda scena, seduto sul bordo del materasso, l’uomo legge Sunset Express (titolo italiano La prova, Piemme) di Robert Crais, un’avventura del detective Elvis Cole, nel cui ufficio c’è una collezione di personaggi Disney che testimoniano il sogno impossibile dell’investigatore: rimanere bambino per sempre. Entra la ragazza, si accomoda tra marito e moglie nel letto. Il patrigno, squadrando la figliastra, si rigira Sunset Express tra le mani. Il messaggio è chiaro: attraverso quel giovane corpo l’uomo spera di rivivere il proprio passato. Le natiche femminili come hommage alla madeleine di Proust.

 

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Se il patrigno porta l’orecchino, pure la ragazza ha orpelli metallici infilati nella carne: piercing nel naso e nei capezzoli. Allora non è un caso che l’uomo le chieda il permesso di suggere proprio da quel capezzolo cromato: è il circolo della vita, l’eterno ritorno, il film 2001: Odissea nello spazio senza l’estetismo narcisistico di Kubrik. Al di là degli effetti speciali e dell’onirismo ultragalattico restano il ferro e la carne, il freddo e il caldo del qui e ora, perché sì, lo rivendichiamo con orgoglio contro ogni perfettismo da secondo millennio, noi lo siamo eccome, umani troppo umani.

 

La contenuta espressività della protagonista non è una pecca. È anzi perfetta per l’archetipo che incarna: l’eroina che va incontro al proprio destino, qualunque esso sia, con stoicismo. Se il riferimento ai classici di John Ford è allora evidente, è però negli spaghetti western che dobbiamo cercare la chiave per analizzare l’interpretazione dell’attrice. Sergio Leone diceva: “Clint Eastwood ha solo due espressioni: col cappello e senza cappello”. Qui l’attrice è con le mutande o senza mutande. Per buona parte del film privilegerà la seconda espressione.

 

Secondo alcuni il titolo è fuorviante. In effetti la “hot milf” non si accorge del tradimento. Mentre si consuma l’atto sessuale, che occupa tre quarti della pellicola, la matrigna, ben interpretata da un’attrice posata e adatta alla parte, continua a dormire. È vero. Eppure noi crediamo che con questa scelta il regista abbia inteso dirci molto, moltissimo. Imprigionata com’è nel ruolo che la società le ha imposto di recitare per tutta la vita, la signora non si accorgerebbe del tradimento neppure qualora aprisse gli occhi.

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E quindi non c’è salvezza? Sì che c’è, perché il regista è molto al di là del nichilismo sensazionalista di Lars Von Trier ed emuli vari. Si ricollega piuttosto a una tradizione che dalla psicoanalisi freudiana passa per il surrealismo e arriva a Buñuel e ai Doors. Solo l’inconscio, che si esprime nella libertà sconfinata del sogno, può rivelarci il nudo volto della realtà. Il Maestro ci suggerisce così che è proprio lì dentro, nel suo sonno segreto, che la hot milf scopre la verità.

 

 

Tuttavia abbiamo il dovere di citare alcuni autorevoli pareri dei colleghi che si sono degnati di commentare il video sul sito e che dissentano da questa nostra interpretazione. Essi considerano necessaria la disambiguazione al fine di rendere l’arte più popolare. Il professor Napoleonic dice: “What?! The MILF didn’t catch them at all. I want my money back”. Il critico MattFuriouski offre una lettura nichilista: “Clickbait in porn… I just totally lost my faith in humanity”.

 

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Ma i giudizi positivi non mancano. L’esimio IDontEvenKnowDude apprezza in particolare il lavoro dei truccatori: “her feet are really dirty”. E c’è anche chi, come l’illustre DizzleMizzle420, ne approfitta per riformulare con lo spirito provocatorio che lo contraddistingue uno degli eterni dilemmi umani: “we gonna ignore the fact that they were praying in the beginning? no wonder god aint hearing my prayers he too busy answering pornstars”.

 

 

 

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