IL MONDO AL CONTRARIO: LA MILIONARIA CHE RUBA IL PICASSO ALLA TATA SQUATTRINATA. NON È UNA TELENOVELA, È LUCIA BOSÉ! CHE ORA RISCHIA DUE ANNI DI GALERA - L'ATTRICE VENDETTE ALL'ASTA UN'OPERA DEL PITTORE, AMICO DI FAMIGLIA, PER 200MILA EURO. PECCATO CHE FOSSE UN REGALO PER ''REME'', LA BAMBINAIA CHE TIRÒ SU IL GIOVANE MIGUEL. GLI EREDI L'HANNO DENUNCIATA E ORA LA DAMA 87ENNE È A UN SOFFIO DALLA CONDANNA
Nino Materi per ''il Giornale''
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Le nipoti della señora M.T. Remedios, nel novembre dello scorso anno, sentendo puzza de fregaturas, decisero di correre ai rimedios. E così denunciarono la celebre attrice Lucia Bosé, 87 anni, per «appropriazione indebita» di un Picasso: un quadro, La Chumbera (tecnica: matita grassa su carta, dimensioni: 64,5x44cm) che gli eredi Remedios sostengono sia stato donato dal maestro malagueño alla loro congiunta e a questa sottratta dalla Bosé presso la cui a casa di Madrid la Remedios rimase a servizio per 50 anni, fino alla sua morte nel 1999.
«Non sono una ladra - replica la Bosé, madre del cantante Miguel ed ex moglie del torero Luis Miguel Dominguín -, quel disegno fu donato per affetto a mio figlio Miguel dalla stessa Remedios, che lo aveva cresciuto come fosse una seconda mamma». Peccato che di questa presunta - assai presunta - «donazione» non ci sia documentazione alcuna, oltre a risultare improbabile - assai improbabile - che una persona dalle modeste risorse economiche regali un Picasso a un membro della ricca famiglia dove lavora come cameriera.
Più realistico - assai più realistico - che, dopo la morte della domestica-tata, la signora Bosé abbia - diciamo così - «dimenticato» di consegnare il Picasso agli eredi Remedios. I quali, una volta saputo che il disegno era stato venduto nel 2008 all' asta dalla Bosé per poco meno di 200 mila euro, un po' si sono innervositi, decidendo quindi di rivolgersi alla magistratura.
«Nostra nonna - giurano le nipoti - non si sarebbe mai separata da quel quadro di cui Picasso l' aveva omaggiata con tanto di dedica para Reme e la data 16-2-63».
La Procura di Madrid, svolti i dovuti accertamenti, è arrivata alla conclusione che, effettivamente, la Bosé ha fatto la furbetta; ragion per cui ha chiesto per lei due anni di reclusione, una multa di 4.800 euro oltre al risarcimento alle parti lese.
«La domestica - ha ricostruito il pm spagnolo - teneva tutte le sue cose nella casa dell' attrice, frequentata anche da Picasso».
L' amicizia tra la giovane e bella attrice e il magnetico pittore mai indifferente al fascino femminile, scatenò all' epoca una ridda di pettegolezzi. Lucia e Pablo si conobbero nel 1958 quando Picasso strinse una «forte amicizia» con l' italiana allora sposata con il mitico torero Luis Miguel Dominguín: un «triangolo» chiacchierato, complice una presunta storia di corna (e probabilmente non quelle del toro ndr).
«Solo una gran bella amicizia - ha sempre replicato la Bosé - tanto che Picasso fu scelto da me e mio marito come padrino di nostra figlia Paola. Un «affetto decennale» coronato da una raccolta di dipinti, incisioni, disegni e collage che hanno arricchito non poco il patrimonio della famiglia Bosé-Dominguín.
Anche per questo ora i due nipoti di Remedios puntano al maxi-rimborso: «Quei 200 mila euro frutto della vendita del La Chumbera spettano a noi. Li pretendiamo». Lunedì, l' Audiencia provincial di Madrid giudicherà l' attrice italiana. Vedremo come andrà a finire. Il quadro della situazione resta fascinosamente scomposto.
Non meno di un' opera cubista dell' immortale Pablo.