A ROTH DI COLLO - MOGLI, PSICHIATRI E SERVIZI SEGRETI COMUNISTI: TUTTE LE (DIS)AVVENTURE DELLO SCRITTORE - QUEL FLIRT CON JACKIE KENNEDY: “COME BACIARE UN VOLTO SU UN MANIFESTO” - IL PRIMO A SAPERE CHE AVREBBE SMESSO DI SCRIVERE? OBAMA

Stefania Vitulli per “il Giornale

 

philip roth aab cdd cce e fceb f bdabd s c philip roth aab cdd cce e fceb f bdabd s c

Nell'introduzione alla bio-bibliografia che la giornalista del New Yorker Claudia Roth Pierpoint ha pubblicato sul casualmente omonimo - né parente né ex marito - Philip Roth, dal titolo Roth scatenato. Uno scrittore e i suoi libri, in uscita in Italia il 20 gennaio (Einaudi, pagg. 300, euro 22), l'autrice specifica che il libro riguarda «la vita dell'arte» del maestro di Newark e quindi «inevitabilmente, l'arte della sua vita». Questo perché il volume di pettegolezzi, anche intimi, ne contiene. Ma vuole essere - e alla fine è - un resoconto letterario prima che umano. I due si sono conosciuti nel 2002 a una festa, ma questo Roth nemmeno se lo ricorda.

 

Due anni dopo, è lui a scriverle una lettera a proposito di un articolo di lei: «Io risposi, lui rispose e siamo finiti a berci un caffè a New York City». Seguono gli otto anni di dialogo ininterrotto, in cui la giornalista fa il suo mestiere e prende appunti su trenta opere e mezzo secolo di attività: «Ha avuto il tempo di parlarmi del suo lavoro perché aveva smesso di farlo». Non si capisce perché lui scelga proprio lei, che diventa ben presto anche lettrice dei suoi manoscritti. Non si capisce perché lui le permetta di «aggirarsi furtivamente» tra i suoi file nella casa del Connecticut.

jackie kennedy a roma 1967jackie kennedy a roma 1967

 

Forse perché lei non ha ascoltato altri che lui, a differenza di quel che dovrebbe fare ogni buon biografo. O forse perché lui ha sentito di averla del tutto «sedotta» («Non è solo divertente, fa sentire divertenti le persone accanto a lui: è l'uomo dalla risata più facile che abbia mai conosciuto») e quindi di non avere nulla da temere.

 

Troverete montagne di pagine, in questo volume, sul lavoro di Roth. In ognuna scoprirete che l'intersezione con la sua vita privata è semplicemente inestricabile. Ecco perché in queste pagine quelli che altrove chiameremmo pettegolezzi acquistano un senso ineludibile. Prendiamo i matrimoni: il nostro non ha mai voluto sposarsi o almeno di certo con nessuna delle sue due mogli.

 

obama con i sacchi dei giocattoliobama con i sacchi dei giocattoli

Dal memoir della sua seconda, Claire Bloom, Leaving a Doll's House , pubblicato dopo l'allucinante divorzio, nel 1996 (memoir in cui, tra ricoveri psichiatrici e rappresaglie economiche, lo dipinge come un mostro) si sa che all'unione lo ha costretto lei e lui aveva posto come condizione un accordo prematrimoniale che persino gli avvocati definiscono «di una brutalità mai vista prima».

 

Meno si sapeva della sua prima moglie, Margareth Martinson Williams, sposata nel 1959, da cui divorziò nel 1963, morta in un incidente nel 1968. Quando la conobbe, il 25enne Roth comprese che gli avrebbe offerto un'abbuffata di realtà «difficile e pericolosa». Una miniera d'oro per uno scrittore.

 

Figlia di un alcolista e galeotto, incinta a 18 anni dopo aver lasciato la scuola, già divorziata, si trasferì da lui all'improvviso, nonostante una rottura, e all'improvviso rimase incinta. Lo dimostrò con un test, che Roth stesso andò a ritirare in farmacia, incredulo. Lei minaccia di lasciare il bambino sulla porta dei genitori di Roth, se lui non la sposa. Lui acconsente al matrimonio purché lei abortisca. Lei esegue. Si sposano. Tre anni dopo lui minaccia di lasciarla, lei tenta il suicidio, lui la salva, lei confessa che non era affatto incinta, quella volta. Aveva comprato il test da una donna che abitava lì vicino e non aveva mai abortito: era andata al cinema.

Milan Kundera Milan Kundera

 

Maggie non è l'unica ad ingannarlo. Il suo psichiatra «specializzato in creativi e scrittori», Hans Kleinschmidt, che lo accusava ripetutamente di essere invidioso - ad un party di presentazione di un romanzo di William Styron si sentì male, «Tutta invidia» gli disse lo psichiatra: si scoprì poi che gli si era rotta l'appendice - pubblicò un articolo su di lui a sua insaputa, L'atto di rabbia: il ruolo dell'aggressività nella creatività, su American Imago. Omise il nome e altri dettagli, ma lui era lì, psichicamente nudo nel ritratto del suo medico: «ansia da castrazione dovuta a una figura materna fallica» e via con le intimità rivelate.

 

A quegli stessi anni risale un flirt con Jackie Kennedy. Si incontrarono a un party nel 1964, lei gli piacque, ma era troppo intimidito «e sprovvisto del guardaroba adatto per portare avanti la relazione». Ad un secondo incontro, con scarpe e abito nuovi, sulla limo nera che li riportava a casa guidata da un tizio dei servizi segreti, si chiedeva: «Dovrei baciarla? So tutto di Lee Oswald e della crisi a Cuba, ma dovrei baciarla?».

VACLAV HAVEL  VACLAV HAVEL

 

Lei gli chiede di salire, in silenzio che i bambini dormono, lui la bacia ed è come «baciare un volto su un manifesto». La crisi creativa finì, venne alla luce il ritratto di Maggie in Quando lei era buona e poi il Lamento di Portnoy, il successo in 400 mila copie entro l'anno - il 1969 - e con quello i guai con l'ebraismo. Gershom Scholem scrisse sull' Haaretz che il romanzo dissacrante dell'ebreo Roth era «il libro per cui tutti gli antisemiti avevano pregato», più dannoso dei Protocolli di Sion , un libro per cui tutti gli ebrei avrebbero dovuto «pagare un prezzo».

LEE OSWALD LEE OSWALD

 

Ci sono anche pettegolezzi felici. Gli anni di Praga, in cui Roth crea, tornato in America dopo il primo viaggio laggiù nel 1973, l'Ad Hoc Czech Fund: abbina 14 scrittori americani - tra cui Arthur Miller, John Updike, John Cheever - ad altrettanti scrittori cechi in difficoltà, per sostenerli economicamente; incontra Vaclav Havel e Milan Kundera, con il quale parla per tre, quattro ore al giorno, la moglie Vera a far da interprete: «Alla fine sembrava che avesse fatto sesso con entrambi, tanto era eccitata dalle nostre conversazioni». L'idillio è interrotto bruscamente dai servizi segreti comunisti.

jfkjfk

 

C'è anche il ricordo che lo commuove, finalmente legato alla gloria: a un «figlio di Roosevelt», democratico da una vita, viene conferita da Obama la National Humanities Medal, nel marzo 2011. Lui è tra Joyce Carol Oates e Sonny Rollins, ma quando Obama entra è lui che riconosce per primo: «Philip Roth!» esclama entusiasta. «Presidente Obama!», risponde lui con lo stesso tono sorpreso. E poi l'ultimo pettegolezzo, in cui si svela chi forse fu il primo a sapere che avrebbe smesso di scrivere: «Lei non sta rallentando affatto», gli disse allora Obama nel breve discorso confidenziale. «Oh, sì, signor presidente, eccome».

Ultimi Dagoreport

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...