now and then the beatles

“L’ULTIMA CANZONE DEI BEATLES È IL TENTATIVO DI FAR RIVIVERE QUALCOSA CHE NON PUÒ RIVIVERE” – MARCO MOLENDINI SMONTA “NOW AND THEN”, L'INEDITO DEI FAB FOUR NATO GRAZIE ALL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE: “È UN’OPERAZIONE CHE HA UN SOLO SENSO: SPECULARE SUL PASSATO FREGANDOSENE DEI PARAGONI. C'È QUALCOSA CHE DISTURBA: LA VOCE DI JOHN LENNON, PESCATA DA QUEL DEMO CASALINGO DEL 1977. SEMBRA CHE ESCA DA UNA SCATOLA, È IMBUSTATA, COME SE ARRIVASSE DAVVERO DALL'ALDILÀ. POI C'È IL SUONO DEL BRANO: FINTO, ORRENDO…” – VIDEO

 

Marco Molendini per Dagospia

 

now and then - the beatles

“Non è un gran finale. È una malinconica postilla” scrive il New York Times. «Now and then», l'ultima canzone dei Beatles (così è stata lanciata), è di più e di meno: è il tentativo di far rivivere qualcosa che non può rivivere. È un pretesto per riaccendere emozioni infrante nella nostalgia, un‘operazione che ha un solo senso: speculare sul passato fregandosene dei paragoni, anche se il titolo invita al crudele confronto: «Ora e allora». E questo è il problema: ora e allora.

 

now and then - the beatles

«Now and then» è una ballata rock orecchiabile e malinconica, non è brutta, ma non è bella per quanto ci si sia sforzati a mettere insieme i cocci rimasti di una storia leggendaria. L'ho ascoltata e riascoltata, cercando di cancellare la prima fastidiosa impressione, alla fine mi sono arreso: c'è qualcosa che disturba, anzi più di una.

 

La prima è la voce di John Lennon, pescata da quel demo casalingo del 1977: sembra che esca da una scatola, è imbustata, come se arrivasse davvero dall'aldilà, nonostante il lavoro di ripulitura con la machine learning technology (già usata nel film bellissimo Get back).

 

Poi c'è il suono del brano: finto, orrendo. Con gli strumenti che si impastano, con l'arrangiamento pesante degli archi (ci voleva George Martin, non il figlio Gilles), gli uhh e gli ohh dei coretti ripresi da capolavori come Here, there and everywhere, Eleanor Rigby, e Because e rincollati, le parti di chitarra di  Harrison che, quando abbandonò la session del 1995, liquidò quello che stavano facendo come «fucking terrible». C'è perfino Paul che imita l’amico George in un assolo di slide guitar. E c’è quel «one, two» di Ringo, a inizio canzone, che annuncia subito la finzione, lanciando il pezzo come se la band fosse lì a suonare.

 

now and then - the beatles

Dopo averlo ascoltato e riascoltato rimane solo la voglia di chiedere perché. Perché la signora Lennon, Yoko Ono, e il figlio Sean si siano prestati. Perché la famiglia Harrison non si sia opposta. Perché Paul McCartney non abbia voglia di preservare il suo presente. Perché Ringo non abbia ringhiato.

 

Ma sappiamo che la suggestione di rivestire di immortalità il più grande pop group della storia è invincibile. Nell’operazione Now and then a contare più della qualità è la nostalgia, il carburante del nostro tempo. E, se due gloriosi signori ultraottantenni, hanno voglia di rivivere la loro giovinezza si può capire.

 

abbey road the beatles

Tanto più che l'operazione ha tutti gli ingredienti necessari per trasformarsi in successo. Now and then, sarà l'inedito aggiunto alla ripubblicazione (esce il 10 novembre) delle due compilation antologiche conosciute come Blu e Rossa che raccolgono i Beatles dal 1962 al 1966 e dal 1967 al 1970. Operazione già riuscita con gli inediti Free as a bird e Real love, sempre eredità  di John. Ma questo dovrebbe essere l’ultimo.

ringo starr beatles 1969john lennon - 1964 gli occhi del ciclonebeatles 1beatles 3paul mccartney john lennon ringo starr - 1964 gli occhi del ciclone i beatles al cavern club

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