PAURA E DELIRIO IN VIA DEL CORSO – L’EX VOCE DEGLI SMITHS MORRISSEY IMBOCCA LA STRADA CONTROMANO E A VELOCITA’ FOLLE, GLI AGENTI LO BLOCCANO – LUI DENUNCIA: "SONO STATO TRATTENUTO PER 35 MINUTI, IL POLIZIOTTO HA TOLTO LA SICURA ALLA SUA PISTOLA. PENSAVO VOLESSE SPARARMI”. E PUBBLICA LA FOTO DELL’AGENTE - LA QUESTURA: "ERA SENZA DOCUMENTI"
Federica Angeli per la Repubblica - Roma
È arrivato a folle velocità su via del Corso, contromano, da via della Frezza a bordo di una Cinquecento.
Erano le 19.40 di mercoledì e la strada era affollata di turisti in pieno shopping. A scoprire che il possibile attentatore in realtà era l' innocuo e popolarissimo cantante degli Smiths Steven Patrick Morrissey è stata una pattuglia di poliziotti in motocicletta che, insieme all' esercito italiano, erano in servizio antiterrorismo nella centralissima arteria della città.
Il riconoscimento della star britannica è avvenuto soltanto dopo. Perché in prima battuta l' agente, come vuole la prassi in situazione di allerta terrorismo 2, si è preoccupato di identificare l' uomo alla guida (il nipote del cantante) e poi Morrissey.
Patente e documenti, oltre all' immediata contravvenzione per via dell' infrazione è stato l' esordio. L' atteggiamento comprensibilmente duro degli agenti non è andato a genio alla voce degli Smith tanto che ieri, attraverso i social la notizia viene riportata così dal fotografo e nipote della Sam Esty Rayne:
«Ieri sera alle 7.45 in via del Corso l' agente di polizia nella foto (a corredo del post di Fb c' è la foto dell' agente, ndr) ha terrorizzato Morrissey per 35 minuti esigendo i documenti». Morissey, sempre attraverso il nipote dichiara: «Non avevo infranto nessuna legge, non mi stavo comportando in modo sospetto. Il poliziotto ha tolto la sicura alla sua pistola e ha iniziato ad urlarmi in faccia».
Al cantante per quattro volte, spiega la Questura di Roma, è stato chiesto di fornire il documento. Invece di rispondere che lo aveva lasciato in albergo, ha detto alla polizia che non avendo commesso reati non doveva mostrare alcun documento. «In Italia non funziona così - hanno allora spiegato gli agenti - se un poliziotto chiede un documento il cittadino ha l' obbligo di mostrarlo ».
Secondo Morrisey invece «credo che mi abbiano riconosciuto e per questo volevano spaventarmi. Io non mi sono tirato indietro anche se credevo mi avrebbe sparato. State attenti a questo poliziotto pericoloso. Potrebbe uccidervi». Così conclude il post di Fb. In verità, a quanto chiarito dalla Questura, il poliziotto non ha mai impugnato la pistola e quando l' artista si è qualificato, una breve ricerca su google ha svelato all' agente, soltanto allora, che non si trattava di un terrorista. Così consegnando la contravvenzione ha congedato zio e nipote. Non prima di sentirsi dire dall' artista, mentre gli scattava una fotografia «lei diventerà famoso».
Probabile che alludesse al post pubblicato sul social. Che ora però potrebbe costare a Morrisey una denuncia non solo da parte del poliziotto di cui è stata divulgata l' immagine ma anche da parte della questura di Roma per diffamazione.
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