LA MORTE DI BOCCA, UN’OCCASIONE PERDUTA PER CAPIRE COME È STATO POSSIBILE CHE IN QUESTO NOSTRO BENEDETTO/MALEDETTO PAESE SI DEBBA DIVENTARE VECCHI PER CONCEDERSI INFINE IL LUSSO DISINTERESSATO DELLA LIBERTÀ – FULVIO ABBATE: “L’UNICA COSA CHE NON GLI È STATA IMPUTATA SONO QUEI CARDIGAN MISSONI, CHE ERANO EFFETTIVAMENTE UN CRIMINE AI DANNI DEL GUSTO, QUANTO AL RESTO, UN COCKTAIL DI MODESTE IPOCRISIE”…

Fulvio Abbate per il Fatto - www.teledurruti.it  

Al momento in cui ne scrivo, l'unica cosa che non gli è stata imputata sono quei cardigan Missoni, che erano effettivamente un crimine ai danni del gusto, come già era accaduto con Nino Manfredi, l'attore.

Quanto al resto, dal tono dei coccodrilli televisivi a Giorgio Bocca dedicati, mi sembra di intuire un cocktail di modeste ipocrisie (tacere, chissà poi perché, sulla natura politico-umorale del Morto) accanto all'incapacità di fornire una seria riflessione, sia pure stringata visti i tempi del format dedicato ai trapassati illustri, sullo "specifico Bocca". Zero.

Al contrario, abbiamo ottenuto, grazie al Tg2, un imperdibile Emilio Fede, voce sinceramente incrinata, salutare il "maestro" con un imprevedibile "Ciao, Giorgio". Commozione autentica, da leggere magari in dissolvenza incrociata con le parole che il Morto confessò in un'intervista a Francesco Borgonovo di "Libero" poco più di tre mesi fa: "Emilio Fede? Bocca lo ha presentato a Berlusconi. Dice di aver chiamato Confalonieri e avergli raccomandato il suo ex collega della Gazzetta del popolo. Gli disse di avere ‘un amico un po' scemo, era stato processato come baro e condannato. Questo disoccupato, prendilo".

Quanto al resto, scarne immagini di repertorio, album privati dove il giovane Bocca appare in giubba da comandante partigiano delle formazioni di "Giustizia e Libertà", e poi, già signore di mezza età: bianco e nero dal bordo frastagliato, così negli scatti degli anni de "Il Giorno" di Enrico Mattei mostrati su Sky. Su tutto però la sensazione di una mancata possibile biografia della nazione muovendo proprio dall'avventura umana e politica del Morto. Ovvero, come è stato possibile che in questo nostro benedetto/maledetto si debba diventare vecchi per concedersi infine il lusso disinteressato della libertà.

Ed era proprio il caso del Bocca narratore-polemista, eppure, sempre lì in tv, non una parola (forse per non intaccare il clima dolente pro forma?) sul suo "antimeridionalismo", con le stranote parole dedicate a Napoli: "C'era sempre il contrasto fra paesaggi meravigliosi e questa gente orrenda. Insomma, la gente del Sud è orrenda".

Viene quasi voglia di ritrovare i filmati degli anni in cui Bocca, uomo della carta stampata, si trovò, auspice proprio Silvio Berlusconi, a lavorare in televisione, a riversare il suo occhio di cronista nei pollici (forse per lui troppo angusti) del teleschermo, e questo quando sembrava che il flusso Fininvest non potesse fare a meno di programmi come "Prima pagina", "Protagonisti", "2000 e dintorni", "Il cittadino e il potere", peccato che negli archivi della rete, salvo imprevisti, non si trovi quasi traccia di quel Bocca lì.

Sarebbe davvero bastato così poco per usare la morte di un grande giornalista che mai fosse farsi direttore per uscire dall'analfabetismo di memoria che attanaglia il Belpaese a partire dai suoi responsabili di testate televisive. Lo ripeto, gli avessero almeno imputato quei cardigan Missoni, effettivamente un crimine ai danni del gusto. A volte la tv ti dà la sensazione di non servire davvero a nulla.  

 

 

La moglie di Giorgio Bocca Silvia Giacomoni GIORGIO BOCCA ED EUGENIO SCALFARI bocca aspesi montanellibocca article Fulvio Abbate

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