mughini di maio

LA VERSIONE DI MUGHINI - “L’ANALFABETA DI MAIO HA SUPERATO SE STESSO, NELLA FORMA E NELLA SOSTANZA. DIRE CHE L’ITALIA DI OGGI SI APPARENTA AL CILE DI PINOCHET È DA IDIOTI AL CUBO; METTERE POI PINOCHET IN VENEZUELA È AL DI SOPRA DEL BENE E DEL MALE”

Giampiero Mughini per Dagospia

 

MUGHINI 1MUGHINI 1

Caro Dago, ti confesso che da cittadino della Repubblica sono esterrefatto dell’abbrutimento intellettuale cui è precipitata la politica italiana al tempo dei tweet e di Facebook. Se in una partita di calcio fai un fallaccio, becchi un’espulsione e una squalifica a tre o quattro giornate.

 

Voglio dire che il tuo atto non passa inosservato, non ti viene perdonato, lo paghi. Ebbene che cosa succederà a Luigi Di Maio, di cui leggo che è uno dei possibili candidati alla guida del governo della Repubblica, dopo aver pronunciato la sesquipedale puttanata che l’Italia marchiata da Matteo Renzi assomiglia tanto a quando Pinochet governava in Venezuela.

 

Ne parla uno che sostiene che gli “analfabeti” siano il vero partito di massa al tempo in cui la distinzione tra sinistra e destra non ha più. Ebbene, in questo caso “l’analfabeta DI Maio” ha superato se stesso. E nella forma e nella sostanza. Dire che l’Italia di oggi si apparenta al Cile di Pinochet è da idioti al cubo; mettere poi Pinochet in Venezuela è al di sopra del bene e del male.

LUIGI DI MAIO E L ERRORE SU PINOCHET IN VENEZUELALUIGI DI MAIO E L ERRORE SU PINOCHET IN VENEZUELA

 

Non conosco Di Maio e il suo curriculum che credo perfettamente inesistente. Solo una volta l’ho incontrato in un ristorante, lui molto gentile, e gli sono seduto accanto a dirgli più o meno così: “Ma lei pensa che io con i miei capelli bianchi decida di essere ’onesto’ perché me lo raccomandate voi che siete a capo di un partitino, e non perché io lo decido ogni mattina che vengo al mondo perché quando mi guardo allo specchio voglio essere contento?”. Non ricordo che mi abbia risposto.

 

LUIGI DI MAIO E L ERRORE SU PINOCHET IN VENEZUELALUIGI DI MAIO E L ERRORE SU PINOCHET IN VENEZUELA

Confesso di non conoscere di persona nessun grillino calzato e vestito. A sera da amici incontrai una volta una bella avvocatessa che aveva votato 5Stelle perché aveva litigato con il fidanzato. Un mio amico di trenta e passa anni fa, uno degli intellettuali italiani più aguzzi e intelligenti, mi confessò di avere votato una volta per Grillo. Ancora ne inorridisco, che lo avesse fatto lui voglio dire. Un’altra mia amica, anche lei, mise la croce sui 5Stelle per rabbia contro tutto e tutti.

 

luigi di maio foto ilaria magliocchetti lombiluigi di maio foto ilaria magliocchetti lombi

E perché, quelli che hanno votato per questa giovane signora romana che nelle foto viene così bene in tailleur, che cosa hanno votato in realtà? L’“onestà”, il “volto nuovo” (che cazzata), la moltiplicazione dei pani e dei pesci, che per miracolo i cassettoni con dentro la monnezza siano allineati pulitissimi l’uno all’altro? E poi, qual è la loro classe politica? Quelli che avevano già lavorato con Alemanno, sia detto con gran rispetto.

luigi di  maio  foto  ilaria magliocchetti lombiluigi di maio foto ilaria magliocchetti lombi

 

E ci voleva tutto questo casino per riassumere loro a quegli stessi posti e a quelle stesse responsabilità? Ne sta parlando uno che paga in assoluta puntualità i 1200 euro annui di tassa sulla monnezza, e non batte ciglio e da quei cassonetti non si aspetta alcun miracolo estetico. Io che non sono né di sinistra né di destra, e me ne strafotto di tutto, però metto le bottiglie in un certo cassettone e gli scatolini di carta in un altro. Sempre.

 

Quei pochi di voi che mi stanno leggendo sono troppo giovani. Non possono ricordarsi quando la politica italiana annoverava i convegni dell’Istituto Gramsci dove prendevano la parola dei giganti quali Bruno Trentin, Pietro Ingrao, Giorgio Amendola, altro che i tweet di qualche analfabeta. Quelli di noi che amavamo le idee della politica e dunque della politica universitaria, eravamo tutta gente zeppa di letture e conoscenze. Se andavi a un dibattito o a un confronto, ne dovevi sapere più del tuo avversario lì di fronte.

luigi  di  maio foto  ilaria magliocchetti lombiluigi di maio foto ilaria magliocchetti lombi

 

E c’erano in giro Palmiro Togliatti, Ugo La Malfa, Giulio Andreotti, Olindo Malagodi, Rino Formica, l’allora giovane Bettino Craxi, gente che la sapeva bene la differenza tra il Venezuela e il Cile. E molte altre distinzioni e sfumature, che senza il culto delle “sfumature” non c’è politica possibile.

 

Sì, le nostre stanze di ventenni erano piene di libri. Io mi ci ero messo dodici ore al giorno, tutti i giorni, a leggerli, a cercare di capire e poi capire ancora e magari cambiare idea se quella che avevo balbettato per prima si rivelava una stronzata. Dio mio, perché è andata così, perché siamo a questo, al Venezuela messo in Cile?

Giampiero Mughini

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…