mughini foibe

LA VERSIONE DI MUGHINI – NEL DOPOGUERRA DELLE FOIBE E DI QUELL'ORRORE CHE HANNO SOFFERTO GLI ITALIANI CHE VIVEVANO IN ISTRIA E DALMAZIA NON NE PARLAVA NESSUNO. TOGLIATTI TESSEVA L'ELOGIO DEI PARTIGIANI JUGOSLAVI UN GIORNO SÌ E L'ALTRO PURE. TITO, IL CAPO DI QUEI PARTIGIANI, APPARIVA COME UN EROE DA VENERARE. UNO DI QUESTI CRIMINALI, "GIACCA" CHE AVEVA CAPEGGIATO IL MANIPOLO DI PARTIGIANI COMUNISTI CHE MASSACRARONO ANCHE LO ZIO DI FRANCESCO DE GREGORI E IL FRATELLO DI PIER PAOLO PASOLINI LA FECE FRANCA RIFUGIANDOSI IN JUGOSLAVIA FINCHÉ IL PRESIDENTE SANDRO PERTINI NON GLI DIEDE LA GRAZIA E GLI VENNERO PAGATI GLI ARRETRATI DELLA PENSIONE – LA STORIA DI NORMA COSSETTO, IL NUMERO IMPRECISATO DI ITALIANI INFOIBATI E I LIBRI DI PETACCO E IVANOV DANIELI

Giampiero Mughini per Dagospia

 

foibe

E a proposito del 10 febbraio, della data divenuta "il giorno del ricordo", del ricordo di quello che dopo il 1943 hanno sofferto gli italiani che vivevano in Istria e nella Dalmazia e ne sono stati espulsi, mai e poi mai quel nome lo avevo sentito nominare. Norma Cossetto, il nome di una ragazza istriana che aveva 23 anni nel 1943 quando i partigiani jugoslavi che erano insorti contro gli italiani, la acciuffarono, la violentarono per un'intera notte e poi la gettarono (forse ancora viva) in una delle tante foibe dove erano usi scaraventare gli italiani che cadevano nelle loro mani a migliaia e che non avevano alcun modo di difendersi.

giampiero mughini

 

In una ipotetica graduatoria degli orrori della Seconda guerra mondiale e degli anni immediatamente successivi, quel che avvenne allora in Istria, in Dalmazia, a Fiume (e che racconta molto bene ad esempio Adriana Ivanov Danieli nel suo Istria Fiume Dalmazia terre d'amore da cui ho copiosamente attinto) merita un posto d'onore in fatto di violenza la più brutale.

 

Solo che negli anni della mia formazione, i Sessanta e i Settanta, di quell'orrore non c'era alcun ricordo diffuso. Non ne parlava nessuno. Io che pure con i libri ho avuto da sempre una certa familiarità, di quegli avvenimenti che in un modo o in un altro hanno stravolto la vita di mezzo milione di italiani non ne sapevo nulla. Ci volle un bellissimo libro di Arrigo Petacco pubblicato nei tardi anni Novanta, L'esodo.

 

foibe

La tragedia negata degli italiani di Istria, Dalmazia e Venezia Giulia, per illuminarmi e sbalordirmi allo stesso tempo. Fu in quelle sue pagine che trovai per la prima volta il nome e la storia di Norma Cossetto. Petacco raccontava che i tedeschi acciuffarono gli autori dell'eccidio, ne misero sei a far la guardia per tutta la notte al corpo martoriato della Cossetto. Tre di loro finirono con l'impazzire per poi essere fucilati tutti e sei dai tedeschi. Ben fatto camerati, se mi permettete l'espressione un tantino paradossale.

arrigo petacco cover

 

Nessun dirigente comunista jugoslavo di quelli che avevano avviato il supplizio venne minimamente disturbato. Palmiro Togliatti tesseva l'elogio dei partigiani jugoslavi un giorno sì e l'altro pure. Tito, il capo di quei partigiani, appariva come un eroe da venerare.

 

Un altro di questi criminali, il partigiano italiano che aveva come soprannome "Giacca" e che aveva capeggiato il manipolo di partigiani comunisti che massacrarono un gruppo di partigiani italiani liberali fra cui lo zio di Francesco De Gregori e il fratello di Pier Paolo Pasolini la fece franca rifugiandosi in Jugoslavia finché il presidente Sandro Pertini non gli diede la grazia e gli vennero pagati ( lo riferisce la Ivanov Danieli) gli arretrati della pensione.

 

foibe

Il numero degli italiani "infoibati" (scaraventati, talvolta ancora vivi, nei fossati tipici di quelle regioni) nessuno sa dirlo con esattezza. Furono invece tra 300 e 400mila gli italiani che poterono montare su un treno o su una nave e per lo meno avere salva la vita. La propaganda comunista li descriveva come dei fascisti che si rifiutavano al paradiso comunista. Una notte che un treno con quei disgraziati arrivò alla stazione di Bologna e c'erano dei bambini che supplicavano di poter bere un po' dell'acqua che sgorgava dalle fontanelle della stazione, i ferrovieri comunisti si opposero e non li fecero scendere dal treno.

 

adriana ivanov danieli cover

Certo che i soldati italiani durante il ventennio fascista non avevano trattato con i guanti i croati e i serbi che vivevano da quelle parti, certo che ci furono crimini commessi dalla nostra parte. Solo che la rivalsa dei partigiani jugoslavi fu tale che al confronto la rappresaglia tedesca per l'agguato di via Rasella figura come un passatempo per infanti.

 

Gli Jugoslavi volevano persino Trieste, la città di Umberto Saba e Italo Svevo. Ci mancò poco. Quanto ai comunisti italiani erano dispostissimi a dargliela, ed era la loro richiesta più squassante. Dopo lunghe trattative, Trieste restò quel che era, italianissima. Laddove quegli altri italiani di cui ho detto, i cittadini di Zara e di Pola e di altre città italianissime, lasciarono tutto e persero tutto. Con in più il fatto che erano molti gli italiani che li guardavano con sospetto, quasi fossero dei fascisti che avrebbero dovuto pagare per quello che avevano fatto durante il ventennio. Atroce.

 

GIAMPIERO MUGHINI

foibefoibefoibefoibefoibe - soldati dell esercito italiano che fucilano degli ostaggi Sloveni di Dane LoSka Dolinanorma cossettoFOIBE-3foibe

 

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME