nabokov

“PENSO COME UN GENIO, SCRIVO COME UN AUTORE EMINENTE E PARLO COME UN BAMBINO” - I GIUDIZI MEMORABILI DI NABOKOV: "HEMINGWAY INSOPPORTABILE; BRECHT E CAMUS INSIGNIFICANTI, 'DELITTO E CASTIGO'? UNA LITANIA ATROCE, IL SUCCESSO DEL 'DOTTOR ZIVAGO'? UNA TRUFFA" – IL DISPREZZO PER LA BEAT GENERATION 

nabokov 1nabokov 1

Davide Brullo per il Giornale

 

 

Visitare Vladimir Nabokov nel suo studio era come fare un tour nel cervello di Dio il giorno prima della creazione. Lo studio era spoglio, pieno di schede. Sulle schede, Nabokov appuntava brandelli di romanzo. «Non scrivo di seguito, partendo dal principio per passare al capitolo successivo», raccontava a un giornalista, nel 1962, per passare al capitolo successivo», raccontava a un giornalista, nel 1962, «mi limito a riempire i vuoti del quadro del puzzle che ho ben chiaro in mente prendendo un pezzo qua e un pezzo là».

 

Le schede, poi, impilate, chiarite, limate, davano come risultato il romanzo. Nabokov, che per passare il tempo creava enigmi per gli scacchi, era un entomologo di genio, «per circa quindici anni, dopo essermi trasferito in America nel 1940, ho dedicato un'enorme quantità di tempo più ancora di quanto ne abbia concesso alla scrittura e all'insegnamento allo studio dei lepidotteri».

 

HEMINGWAYHEMINGWAY

Catturava farfalle, «non poche farfalle sono state battezzate con il mio nome, e in questi casi il mio nome diventa nabokovi». In certe foto lo si vede maneggiare un enorme acchiappafarfalle, la rete è delicata e traslucida come il velo da sposa di una zarina. Con la stessa acribia, Nabokov, il più intelligente scrittore dell'Occidente moderno, catalogava, pinzava e metteva sotto teca i suoi personaggi.

 

Nel 1969 la rivista Time gli dedica la copertina. Il romanziere, che vantava una discendenza da Gengis Khan («pare abbia messo al mondo il primo Nabok, un principotto tataro del dodicesimo secolo che sposò una damigella russa») e il cui genitore, Vladimir Dmitrievich Nabokov, già Ministro di giustizia sotto lo zar Alessandro II, fu ucciso da «due biechi manigoldi, il 28 marzo 1922, durante una conferenza a Berlino», è ritratto con la testa ampia, qualche farfalla che svolazza intorno al cranio, gigantesco, la cattedrale di San Basilio sopra la spalla destra e il titolo, roboante, «Il romanzo è vivo. E vive in Antiterra».

 

NabokovNabokov

Il titolo fa riferimento al romanzo pubblicato quell'anno da Nabokov, Ada o ardore, ambientato nel mondo parallelo di Antiterra. Ada è il sesto romanzo scritto in inglese (non il più bello, ma il più complesso) di uno scrittore che ha saputo scrivere capolavori in russo (La difesa di Luzin e Il dono, ad esempio), quando, in esilio dalla Russia «rivoluzionaria» («in Russia, nemmeno il genio può salvare») viveva tra Berlino e Parigi («deve sapere che eravamo disperatamente poveri e io davo lezioni di tutto, di tennis, di boxe, di grammatica»), ed è installato dalla Modern Library, con tre libri (Lolita, Fuoco pallido e Parla, ricordo), tra i 100 capolavori della letteratura in lingua inglese del Novecento.

 

Secondo la leggenda, Nabokov odiava essere intervistato («mi vanto di essere una persona priva di interesse per il pubblico: non mi sono mai ubriacato, non dico mai le parolacce, non c'è nulla che mi annoi quanto i romanzi politici e la letteratura a sfondo sociale») e disprezzava le interviste. Secondo la leggenda, Nabokov negava la pubblicazione di interviste che non fossero raffinate dal suo maglio linguistico. «Le domande dell'intervistatore devono essere inviate per iscritto, ricevono risposte scritte, e le risposte devono essere riprodotte alla lettera».

 

camuscamus

Nel 1973 Nabokov fu diabolico: estrasse alcune interviste dal suo archivio (una ventina), le rassettò a dovere, riscrivendole, poi le pubblicò come Strong Opinions (in Italia ha tradotto tutto Adelphi in Intransigenze, nel 1994). Il volume era adornato da una prefazione d'autore, dall'incipit superbo, da romanzo: «Penso come un genio, scrivo come un autore eminente e parlo come un bambino». Ora, quarant'anni dopo la morte di Nabokov anche gli dèi, infine, finiscono sotto terra Robert Golla, in Conversations with Vladimir Nabokov (University Press of Mississippi, pagg. 224, $ 60.00), stampa le restanti interviste, così come furono pubblicate, tra il 1958 e il 1977.

 

NABOKOVNABOKOV

Comunque lo leggi, Nabokov è sempre corrosivo e salutare: disprezza la Beat Generation («non m'interessano le scuole o i movimenti, non appartengo ai club»), dileggia «le pretenziose assurdità di Mr. Pound, quell'impostore integrale», ritiene una truffa il successo planetario del Dottor Zivago («i sovietici spararono ipocrite bordate contro il romanzo di Pasternak allo scopo di aumentare le vendite all'estero un qualsiasi russo intelligente capirebbe subito che è un libro filobolscevico»),

 

ama Anna Karenina («il supremo capolavoro della letteratura dell'Ottocento») ma «detesto ardentemente I fratelli Karamazov e quella atroce litania che è Delitto e castigo, adora l'Ulisse di Joyce ma «inorridisco davanti a Finnegans Wake» e «non sopporto Hemingway» e «Brecht, Faulkner, Camus per me non significano un bel niente e devo farmi forza per non sospettare un complotto contro il mio cervello quando vedo critici e colleghi scrittori che ne parlano come di grande letteratura». Nabokov, cannibale del linguaggio, lo scrittore che edificò l'impero della pura individualità contro le «spaventose insulsaggini della propaganda sovietica», rischia di essere più interessante dei suoi arzigogolati romanzi?

Nabokov e figlio Nabokov e figlio beat generation 9beat generation 9beat generation beat generation beat generation 1beat generation 1

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…