"NATE LIBERE" – 27 RITRATTI DI DONNA NEL NUOVO LIBRO DI GIANCARLO DOTTO - ORNELLA MUTI: "CELENTANO HA DETTO PUBBLICAMENTE CHE HA AVUTO UNA STORIA CON ME. SONO RIMASTA UN PO’ STUPITA. L’HA FATTO PURE MONTEZEMOLO. STRANI QUESTI UOMINI CHE NON PARLANO PER UNA VITA, POI DICONO TUTTO" – MARGHERITA BUY CHE CI PROVA CON SEAN PENN (E VIENE RESPINTA), LINA WERTMULLER VS NANNI MORETTI, AMANDA LEAR CHE PUZZA D’AGLIO, PATTY PRAVO E LE SCOPATE DI MODUGNO E LJUBA RIZZOLI: “UNA STORIA CON GIANNI AGNELLI? EN PASSANT…”
(Ultimo libro di Giancarlo Dotto, “Nate libere” ed. Rizzoli)
Uomini dissoluti. Don Giovanni le conta dopo averle amate, io le conto dopo averle intervistate. La sostanza non cambia. In entrambi i casi si tratta di denudarle. In entrambi i casi il fallimento è garantito. La pretesa di averle si risolve nella certezza di mancarle. Liberi noi uomini di vaneggiare finché vogliamo e cantiamo: “Donna tu sei mia e quando dico mia dico che non vai più via”. Non resta che contarle.
Il catalogo è questo: ventisette madamine. Ritratti di donna. Che parlano del più e soprattutto del meno. Che invecchiano senza decenza o con infinita decenza. Diverse che più diverse non si può, ma tenute insieme dallo stesso destino: sono sempre là dove è indispensabile essere. Ai piedi di una croce, ai lembi di un capezzale, in un letto sfatto, in una vita da svezzare. Che ti portano dove tu, maschio, non andresti mai con le tue miserabili gambe di bipede spaventato dalla nascita. Senza di loro, “l’osso in sovrannumero di Adamo”, saremmo cuccioli balbuzienti sbranati dal primo colpo di vento.
Le ho incontrate e ascoltate. Donne lunatiche, esuberanti, un po’ svitate. Allegre, malinconiche, a volte perdute. Donne offese, spesso innamorate, qualche volta affrante, a volte sole, arrese mai. Di come si possa sopravvivere a tutto (Dacia Maraini,) a uomini dispotici con la vocazione al plagio (Ornella Vanoni, Sandra Milo), a vecchi satrapi del set (Catherine Spaak), a lutti insopportabili. La perdita dell’uomo amato (Ombretta Colli), delle figlie predilette (Isabella Biagini, Ljuba Rizzoli), della sorella adorata (Loredana Bertè). I timori e i tremori di sfide troppo grandi (Matilde Bernabei). I furori.
Donne sopravvissute a se stesse (Rosalinda Celentano), alla propria bellezza celebrata (Monica Bellucci, Ornella Muti), a quella sfregiata (Marisa Berenson). Sopravvissute anche quando hanno smesso di vivere (Virna Lisi e Isabella Biagini), alla propria scandalosa intelligenza (Rosa Fumetto e Piera degli Esposti), alla propria timidezza (Margherita Buy), alla propria erranza (Patty Pravo), alla propria esuberanza (Iva Zanicchi, Mara Venier) e al proprio passato (Nada, Francesca Dellera). Identità indecifrabili (Amanda Lear, Eva Robins), il cliché che ti condanna (Orietta Berti), il tempo che passa e chi se ne frega (Lina Wertmuller), il tempo che ti ammazza e più che mai chi se ne frega (Marina Ripa di Meana). “La donna, solo il diavolo sa cos’è. Io non ci ho capito niente” (Fiodor Dostoevskji)
adriano celentano ornella muti
Hanno detto (estratti dal libro)
“Ho sempre vissuto come una donna ricca. Questo mi ha esentato dall’esserlo…Federico? Quando andavo da lui, nel suo appartamento in via Sistina, non riuscivo a prendere l’ascensore. Non ce la facevo ad aspettare. Dovevo salire di corsa. Arrivavo e la porta già era aperta e lui lì, emozionato come me, le gambe che ci tremavano. Questo per anni”. (Sandra Milo)
“Questo oltre che un fico spaziale, era un gran scopatore. Divertente, quante risate… Ondina, amore, andiamocene a letto. Madonna, come sono stanca. Ne faccio peggio di Bertoldo. Ma perché faccio così tante cose?”. (Ornella Vanoni)
“Quando gli altri vicino a me fumavano gli spinelli, io bevevo succo d’arancia. Mi hanno salvato la mia spiritualità congenita, i miei viaggi in India. A sette anni ero già una che s’interrogava sulla vita, sulla morte, su Dio”. (Marisa Berenson)
(a proposito di Robert Mitchum) “A Robert sono stata fedele tutta la vita. Bisogna esser fedeli al proprio sogno. Lo amo da quando avevo 14 anni… Lui mi guardava sempre le gambe. Era fatto così…Ora ti mostro la foto in cui ci baciamo con la lingua… Gli chiesi: cosa fai Robert la sera a casa e lui: “Spengo tutte le luci e piango…”. (Piera degli Esposti)
adriano celentano ornella muti
(a proposito di Nanni Moretti) “Il suo cinema mi fa cagare. Del resto, un personaggio di un suo film dava di stomaco mentre citava i miei film. Una volta, sul red carpet a Venezia, gli ho teso la mano provocatoriamente e lui ha fatto finta di non vederla. L’ho mandato a fanculo…”. (Lina Wertmuller)
“Si mangiava qualsiasi cosa. Topi, rane, serpenti. Purtroppo, perfino i topi mancavano, ne avremmo mangiati con grande piacere. Bisogna provare la fame per capire. Mangiavamo la terra. Qualsiasi cosa”. (Dacia Maraini)
“Stavo al ristorante sotto casa. Mi sono trovata questo topo enorme attaccato alla gamba. Mi hanno portata subito all’ospedale. Giovanni era più sconvolto di me”. (Matilde Bernabei)
“Se quella volta avessi detto di sì a Dino De Laurentiis che voleva dormire con me, sarei diventata la Loren milanese. Non ho voluto. Anche perché poi avrei dovuto accontentare chissà quanti altri…Gianni Agnelli? Grande charme. Amava corteggiare. Andava e veniva da mia casa. Una storia con lui? En passant…Più che altro un coup du canapé”. (Ljuba Rizzoli)
“Sono stata quasi astemia fino ai trent’anni, poi mi hanno costretta a sbevucchiare. Adesso a tavola il bicchierotto in più ci scappa. Due sorsi di Lambrusco in corpo e vado come una locomotiva. Ho una tenuta che posso ammazzare un cavallo. Posso bere un fiasco di vino e resto sobria”. (Iva Zanicchi)
(a proposito di Sean Penn) “L’ho incontrato una volta in una festa a Roma. Un tuffo al cuore. L’ho anche invitato a ballare, ma lui mi ha respinto. Lo capisco. Diciamo che ci ho provato…Avrei fatto comunque una brutta figura. Io ero completamente ubriaca, lui peggio di me. Era in uno stato...”. (Margherita Buy)
(a proposito di Adriano Celentano) “Io so che un giorno lui è stato a Milano e ha detto pubblicamente che ha avuto una storia con me. Sono rimasta un po’ stupita. L’ha fatto pure Montezemolo. Strani questi uomini che non parlano per una vita, poi s’alzano una mattina e dicono tutto. (Ornella Muti)
“In lizza eravamo io e Nadia Cassini, ma sentirono prima me e fu una fortuna perché il culo della Cassini era più bello del mio. Un’iniezione mi aveva rovinato la natica destra a dodici anni. Il talento non è mai nel culo, ma nella testa anche di chi lo guarda…Il più grande strip della storia? Quello di Rita Hayworth in Gilda quando si sfila un guanto”. (Rosa Fumetto)
“Resto una ragazza di campagna… Sono un’italiana vera, dalla religione alla passione per la pastasciutta. Amo mangiare, dormire. Sono una brava bestiolina, molto pigra. Non mi piace cucinare. Ma apprezzo chi sa farlo. Ho vissuto per decenni come una zingara nei ristoranti”. (Monica Bellucci)
“Vorrei morire non tanto in là, se mi comporto bene, ma sembra che gli dei non mi vogliono. Vorrei andare a vivere con gli amichetti, tutti gli animali del mondo, in un posto di mare, aprire un chiosco e morire alcolizzata, ridendo. E povera, dopo aver regalato tutto ai bambini”. (Rosalinda Celentano)
(a proposito di Gina Lollobrigida) “L’ho molto sofferta la sua ostilità. Ero giovanissima e ingenua. Ho trovato accanto a me una persona molto competitiva, per niente umana, né generosa… C’era una scena in cui lei, da madre, doveva menarmi. Mi diede schiaffi veri, mi fece molto male. In un’altra scena doveva tirarmi delle forbici addosso. Patroni Griffi la fermò. Aveva capito tutto. “Gettale contro il muro, se no l’ammazzi”. (Francesca Dellera)
“All’epoca stavo con Franco Angeli, il pittore. C’era anche Carmelo Bene con il suo harem. Ricordo la sua donna, Lydia Mancinelli, che veniva a piangere da me, ne faceva una tragedia, questo fatto che lui si accoppiava con tutte. “Mi verrà il cancro dalla disperazione”, si lamentava…Non sono una nostalgica. Il mio presente? Lo sopporto sapendo che qualità non ce n’è. Una volta i salotti erano sfide a colpi di genio, oggi solo potere, convenienza e cazzeggio”. (Marina Ripa di Meana)
“Gli addetti ai lavori, quelli con la puzza sotto il naso, mi hanno sempre snobbata. Ero una cantante fantasma. Dopo la morte di Tenco, mi hanno fatto la guerra, non recensivano più nemmeno i miei dischi”. (Orietta Berti)
“Avevano sistemato all’ingresso una macchina del caffè a canne tipo organo e io avevo imparato a usarla. Andy Warhol veniva tutti i pomeriggi a prendere il cappuccino e mi aveva scambiato per la barista. Quando scoprì che cantavo mi volle tutti i giorni alla sua factory, dove andavo a cucinare la pasta per lui e passavo le ore seduta sui suoi bidoni a vedere chi passava. Lui adorava mangiare italiano. Mi chiamava “Pasta Queen”. (Loredana Bertè)
“La stabilità? A una certa età la devi trovare, altrimenti sono cazzi... Non sono più pischella, ma resto sempre la figlia dei fiori di un tempo”. (Mara Venier)
“Questo buttarmi via non mi basta mai” (Isabella Biagini)
(a proposito di Giorgio Gaber) “Tornare a casa e vederlo seduto sul divano che strimpellava una sua nuova canzone, alzava la testa, mi sorrideva e mi diceva: “Oggi non ho fatto una mazza”. Questo mi manca di lui”. (Ombretta Colli)
“Piero Ciampi, il poeta cantante livornese, è lui il mio corto circuito. Dopo averlo incontrato, non potevo cantare più niente di nessun altro al mondo. Ho cominciato a scrivere le mie canzoni, a tirar fuori quello che avevo dentro. Ho smontato tutto, a cominciare dalla bambina prodigio”. (Nada)
“Non ho bisogno di toccarmi per toccare il paradiso. Gli estrogeni che prendo mi danno un’euforia sessuale. Posso raggiungere un orgasmo anche soltanto abbracciando un uomo che mi piace”. (Eva Robin’s)
“David Bowie si truccava più di me. Più di una macchina rubata. Il problema era che non si struccava e mi sporcava tutte le lenzuola… Sono golosa di cioccolato nero. E poi l’aglio. Puzzo di aglio, lo metto dappertutto…Non ho bisogno d’altro. Cocaina, orge o diamanti. Ho capito che sono le cose più semplici a darti la felicità. Pochi minuti al giorno. La felicità a tempo pieno, come l’infelicità, sarebbe un inferno. Fosse per me farei l’eutanasia di Stato a settant’anni” (Amanda Lear)
“L’ho detto e lo confermo: gli attori sono insopportabili. Hanno un narcisismo terribile”. (Catherine Spaak)
“Carino Frank. Un po’ sparone. Sempre scortato sul set da una decina di guardie del corpo, tutti vestiti di scuro, camicia bianca e cravatta a rombo con un telefono disegnato sopra. E poi c’era sempre quella Mia Farrow appiccicata. Gelosa persa. Una che poi è finita com’è finita. Sparita nel nulla… Gli attori sono tutti un po’ vanesi. Sembrano chissà cosa ma poi, quando li vedi senza trucco, senza il parrucchino in testa, assonnati, il mito crolla”. (Virna Lisi)
“Non sopporto i cantanti che legano la musica alla politica. Io ho cantato per Berlusconi, che è un mio fan, per Emergency e per la Festa dell’Unità. Modugno è il più grande di tutti. Una sera tornammo tardi in albergo e scoppiò un casotto nella camera accanto la mia, dove Modugno e Shirley Bassey scopavano e urlavano con quei due vocioni. Dovetti bussare alla loro porta per farli zittire”. (Patty Pravo)
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