IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - E’ UN DURO COLPO PERDERE ALAN ARKIN, SCOMPARSO OGGI A 89 ANNI. UN ATTORE DI TEATRO E DI CINEMA, E UN CANTANTE IN GIOVENTÙ, DI INCREDIBILE DUTTILITÀ, PREPARATO PER OGNI RUOLO, CON UNA PIOGGIA DI PREMI, NOMINATION A OSCAR, GOLDEN GLOBES, TONY AWARD E TUTTO IL RESTO - MA ANCHE UN ATTORE CHE, IN TANTI ANNI CHE ABBIAMO PASSATO AL CINEMA FINO ALLE SERIE DI OGGI, NON CI HA MAI LASCIATO SENZA LA SUA IRRIVERENZA, LA SUA SOTTILE INTELLIGENZA, LA SUA CARICA GROTTESCA E LA SUA PROFONDA UMANITÀ... - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
E’ un duro colpo perdere Alan Arkin, scomparso oggi a 89 anni. Un attore di teatro e di cinema, e un cantante in gioventù, di incredibile duttilità, preparato per ogni ruolo, dal sadico assassino Harry Roat di “Gli occhi della notte” di Terence Young, un ruolo che odiava, dove terrorizzava Audrey Hepburn cieca e ovviamente anche, noi piccoli spettatori, al nonno premio Oscar e premio Bafta di “Little Miss Sunshine”, dal buffo produttore hollywoodiano di “Argo” di Ben Affleck, dove venne ancora candidato all’Oscar al John Yossarian, incredibile protagonista di “Comma 22” di Mike Nichols, un film che non venne mai abbastanza capito, amato, ma che spiegava perfettamente cosa sono gli americani e gli americani in guerra.
alan arkin in gli occhi della notte 1
Ma anche un attore che, in tanti anni che abbiamo passato al cinema fino alle serie di oggi, non ci ha mai lasciato senza la sua irriverenza, la sua sottile intelligenza, la sua carica grottesca e la sua profonda umanità. Pensiamo solo alla sua interpretazione ne “Il metodo Kominsky” a fianco di Michael Douglas, ai suoi bellissimi cortometraggi degli anni ’60, uno, “People Soup” con due dei suoi tre figli venne candidato all’Oscar nel 1964, ai pochi film che ha diretto, assolutamente bizzarri, come “Piccoli omicidi” tratto da Jules Feiffer.
alan arkin in little miss sunshine
Uscito da una bella gavetta nei teatri sperimentali americani, lanciatissimo nei primi anni’60 tra Tony e nomination all’Oscar, venne costruito ai tempi di “Arrivano i russi, arrivano i russi” di Norman Jewison e di “L’urlo della notte” di Robert Ellis Miller tratto dal romanzo di Carson McCullers, altra candidatura all’Oscar per il suo ruolo di sordomuto, e poi di “Comma 22” come il grande protagonista ebreo-americano della New Hollywood. Un appuntamento che si perderà nel vuoto. Ma, al tempo stesso, ci ha però sempre fatto capire dove era e cosa stava facendo, ricostruendosi ogni volta una carriera.
Non funzionò come nuovo Ispettore Clouseau, ne “L’infallibile ispettore Clouseau?" di Bud Yorkin, anche se personalmente ebbe buone critiche, né in “Sette volte donna” di Vittorio de Sica con Shirley MacLaine, ma fu un Freud strepitoso in “Sherlock Holmes: Soluzione sette per cento” di Herbert Ross con Nicol Williamson e Robert Duvall. Forse non fu la scelta giusta per “Amiamoci così belle signore” di Gene Saks tratto dalla commedia di Neil Simon, ma ci piacque moltissimo in coppia con James Caan in “Una strana coppia di sbirri” di Richard Rush, un film fortunato che fece solo, come disse lui stesso, per la pagnotta.
johnny depp e alan arkin in edward mani di forbice
Quando sembrava scomparso da anni, lo abbiamo ritrovato da caratterista come padre di Winona Ryder in “Edward mani di forbice”, il tipico americano così cosciente della propria identità che ha in vista sulla camicia sempre una carta d’identità per ricordare lui stesso chi è. Ora. E’ vero che non farà la carriera di Paul Newman o di Robert Redford, né di Jack Nicholson e Donald Sutherland, ma non ci rendiamo conto per quanto tempo Alan Arkin è rimasto fedele a se stesso con la sua eleganza, la sua intelligenza, illuminando ogni film che faceva.
michael douglas e alan arkin in il metodo kominsky
Credo che dai primissimi corti anni ’60, dai ruoli da protagonisti per i film e le commedie di Mike Nichols e Norman Jewison fino all’Oscar di “Little Miss Sunshine” e al successo del “Metodo Kominsky”, per il quale venne candidato ai Golden Globes è sempre stato lo stesso grande attore che avevamo conosciuto. Nato nel 1934 a New York da una famiglia ebrea di origini ucraine, tedesche, e russe, si sposta a 11 anni con la famiglia a Los Angeles, dove il padre venne assunto come scenografo a Hollywood, e presto perse il posto perché si ostinava a scioperare.
Lui stesso, ancora giovane, ebbe non pochi problemi perché ritenuto un comunista durante il maccartismo. Si dedica fin da ragazzino alla recitazione, che alterna con un’altra passione, quella della musica folklorica e caraibica. Diventa infatti popolare come cantante fin dagli anni ’50 con gruppi folk come The Tarriers, formata da lui, Eric Darling e Bob Carey, per i quali rielaborò nel 1956 un successo tradizionale come “Banana Boat” poi reso popolare in tutto il mondo dall’interpretazione di Harry Belafonte, e poi nel 1958 con The Babysitter.
Sposa nel 1955 Jeremy Yaffe, poi nel 1964 la cantante bianca di blues Barbara Dane, la prima che osò cantare e incidere dischi coi bluesman neri. Rimarranno sposati fino al 1999, quando si sposerà una terza volta, con Suzanne Newlander. Dalle prime due mogli ebbe tre figli maschi, Adam, Matthew e Anthony. Si sposta a Chicago per far parte del celebre gruppo di improvvisazione teatrale Second City, che tanta importanza avrà nella New Hollywood degli anni ’60 e lo metterà in contatto con tutti i più importanti autori e attori americani del tempo, da Mike Nichols a Elaine May.
alan arkin e sondra locke in l'urlo del silenzio
Nel 1967 vince il suo primo Tony Award con “Enter Laughing”, l’altro sarà per “I ragazzi irresistibili” nel 1973, nel 1968 è candidato all’Oscar per “L’urlo del silenzio”, uno dei suoi primi film da protagonista, che gli aprirono quella che avrebbe dovuto essere una carriera sicura. Non fu così. Perché molti dei suoi film non funzionarono, da “L’infallibile Ispettore Clouseau", dove sostituì un insostituibile Peter Sellers, a “Comma 22”, che non fu certo un successo. Ma la sua carriera, dopo quarant’anni ci sembrò ancora luminosa proprio come l’avevamo pensata tutti, con una pioggia di premi, nomination a Oscar, Golden Globes, Tony Award e tutto il resto. Il tempo ci rese un Alan Arkin ancora perfetto.
Negli ultimi trent’anni lo abbiamo visto ovunque, da “Argo” di Ben Affleck a “Dumbo” di Tim Burton, da “Havana” di Sydney Pollack all’episodio diretto da Steven Soderbergh in “Eros” dove recita con Robert Downey Jr, da “Big Trouble” di John Cassavetes dove divide la scena con Peter Falk a “Americani” di James Foley dove recita assieme a Al Pacino e Jack Lemmon. Fa di tutto, compare in “Will and Grace” e doppia J.D.Salinger nel cartoon di culto “BoJack Horseman”. Non sarà facile costruire un altro Alan Arkin.
alan arkin havana alan arkin e peter falk in una strana coppia di suoceri alan arkin e abigail breslin in little miss sunshine alan arkin comma 22 alan arkin in comma 22 alan arkin in gli occhi della notte 2alan arkin in confessione finalealan arkin in l incredibile burt wonderstone alan arkin. 1IL GRANDE MATCH STALLONE DE NIRO E ALAN ARKIN alan arkin. 10alan arkin. 11alan arkin. 2alan arkin. 3alan arkin. 4alan arkin. 5alan arkin. 7alan arkin. 8alan arkin. 9alan arkin 4alan arkin 5alan arkin 7alan arkin 9alan arkin and james caan in una strana coppia di sbirriaudrey hepburn e alan arkin in gli occhi della nottealan arkin, anthony perkins, e richard benjamin in comma 22 johnny depp e alan arkin in edward mani di forbicemorgan freeman, alan arkin, e michael caine in insospettabili sospetti morgan freeman, alan arkin, michael caine, e john ortiz in insospettabili sospetti sylvester stallone e alan arkin in il grande matchalan arkin in americani