isela vega

IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – SE NE VA A 81 ANNI ISELA VEGA, BELLISSIMA, TRASGRESSIVA, SPREGIUDICATA, MUSA DI SAM PECKINPAH E ALEJANDRO JODOROWSKY – ICONA SEXY DEL CINEMA MESSICANO E DEL CINEMA DI FRONTIERA AMERICANO, È STATA PROTAGONISTA DI QUALCOSA COME 140 FILM, DAI PICCOLI WESTERN ANNI ’60 FINO ALLE GRANDI SERIE ATTUALI DI NETFLIX. MA È STATA ANCHE LA PRIMA ATTRICE MESSICANA A MOSTRARSI NUDA SU UNA COPERTINA DI “PLAYBOY” – VIDEO

 

 

 

 

 

 

 

Isela Vega rip

Marco Giusti per Dagospia

 

isela vega las amantes del senor de la noche

Bellissima, trasgressiva, spregiudicata, musa di Sam Peckinpah e Alejandro Jodorowsky, se ne va Isela Vega, 81 anni, icona sexy del cinema messicano e del cinema di frontiera americano, dopo una carriera che l’ha vista protagonista di qualcosa come 140 film, dai piccoli western e horror anni’60 fino alle grandi serie attuali di Netflix.

 

Ma è stata anche la prima attrice messicana a mostrarsi nuda su una copertina di “Playboy”, luglio 1974, e a provocare ogni genere di scandalo, dagli spettacoli erotici-artistici a teatro con Alejandro Jodorowsky, nei primi anni ’70, alle sue scatenate storie d’amore con i maggiori registi e i maggiori attori del tempo.

isela vega la casa de las flores

 

Il suo ultimo amante, il cantate star messicano Juan Gabriel, è scomparso nel nulla e solo lei, forse, sapeva la verità. Grazie all’eccentrico ruolo di Elita accanto a Warren Oates in “Voglio la testa di Garcia”, cult di Sam Peckinpah che lo girò nel 1974 in un fiume di cocaina, tutto il mondo si accorse di lei. Dava al film una forza incredibile, recitando, cantando e spogliandosi.

 

isela vega voglio la testa di garcia 1

Ma non solo offrì agli spettatori un nudo spettacolare che le grandi produzioni americane non avrebbero accettato, scrisse col suo carattere selvaggio l’unico personaggio di donna forte e protagonista che Peckinpah abbia mai avuto nel suo cinema totalmente maschile.

 

“Sam si angustiava per migliorare la sua arte”, ha detto a difesa di Peckinpah che sul set fu impossibile, “motivo per cui non aveva pazienza per le persone stupide, non gli piaceva dover ripetere gli ordini che dava.

 

isela vega.

Per avvicinarti al suo genio, ciò di cui avevi bisogno era una certa sensibilità. Sam Peckinpah era un regista straordinario, sapeva tutto quello che c'è da sapere sul fare film. Poteva ridere o piangere se necessario, un vero uomo i cui personaggi rappresentano veramente il suo spirito. Non mi sono mai sentito così bene per un regista, nemmeno con Alejandro Jodorowsky”.

 

isela vega voglio la testa di garcia 2

E quanto alla sua celebre scena di nudo nel film, dove viene violentata da Kris Kristofferson, lo sceneggiatore del film, Gordon T. Dawson ha raccontato: “Isela Vega doveva essere in topless durante questa scena e prima delle riprese ha riunito il cast e la troupe, si è tolta la maglietta e ha mostrato i suoi seni a tutti.

 

isela vega jodorowsky

 

"Eccoli", disse, "guardateli bene a lungo, fissate quanto volete, ma non voglio preoccuparmi di sentirvi addosso tutti i vostri sguardi quando dovrò fare il mio lavoro. Quella donna aveva le palle di un leone".

 

zaratustra jodorowsky

Dino De Laurentiis la chiamò per il ruolo di Marianna, la prostituta bianca di “Drum – L’ultimo Mandingo” di Steve Carver, dove torna a recitare in coppia con Warren Oates. “Ho bellissimi ricordi di Warren Oates”, ha detto, “ potrei descriverlo in una sola parola: compassione. Era una persona molto impegnata con l'arte e con i suoi simili. Warren Oates amava tutto, accarezzava tutto ciò che incontrava sul suo cammino. Ha trasformato ogni situazione in una situazione ideale, era perfetto”.

 

Poco prima era apparsa anche in uno scombinato e sfortunato western iniziato da Samuel Fuller e terminato da Barry Shear, “La rossa ombra di Riata”, con Richard Harris e Rod Taylor. Fuller lo aveva ideato e in parte girato con Julet Berto, Mick Jagger e Richard Harris.

 

 

isela vega sul set di voglio la testa di garcia

La produzione lo fermò, non gradendo la Berto, cambiò regista e gran parte del cast. Ma Isela Vega ha lavorato contemporaneamente con tutti i grandi registi messicani del 900, Arturo Ripstein per “La viuda negra”, Paul Leduc, Roberto Gavaldón, Luis Estrada, e Jaime Humberto Hermosillo, mentre Alejandro Jodorowsky la lanciò a teatro nel 1970 al Teatro de la Danza nel suo spettacolo eccessivo “Zaratustra”. In totale ha vinto 4 premi Ariel, gli Oscar messicani, come miglior attrice.

 

“Sono una donna forte”, ha detto di sé, ”quindi il successo non mi ha mai ostacolato. In questo paese odiano chi ha successo, non c'è niente che i messicani amino di più che avere pietà di te, e questo non mi piace. Se non stai andando bene, allora tutti si preoccupano per te, ma se stai andando alla grande non gli piace”.

 

isela vega la viuda negra

Nata nel 1939 a Hermosillo Sonora, viene incoronato Principessa al carnevale di Hermosillo nel 1957 e debutta presto come modella e attrice. Il suo primo film è “Verano violento” di Alfonso Corona Blake col vecchio Pedro Armendáriz, ma la troviamo presto nei film americani girati in messico, come “48 ore per non morire”/”Rage” di Gilberto Gazcón con Glenn Ford e Stella Stevens o come una serie di piccoli horror di coproduzione, come “Settore Torture” di Jack Hill con Boris Karloff, “Pacto diabolico” e “La senora Muerte” di Jamie Salvador com John Carradine. Diventa protagonista del western comico “Por mis pistolas” a fianco del celebre Cantinflas.

isela vega la viuda negra

 

Più tardi si impone come sex symbol del cinema messicano in una serie di commedie come “Don Juan 67” di Carlo Velo con Mauricio Garcés, “La cama” di Emilio Gómez Muriel, “El matrimonio es como el demonio” di René Cardona Jr., 1969.Nei primi anni ’70 esplode come protagonista nel cinema messicana, più o meno di genere, come il western all’italiana “Dente per dente” di Alberto Marescal con Cameron Mitchell, Helena Rojo e Jorge Luke, “La bastarda” con Jorge Rivero, “Oro Rojo” di Alberto Vazquez Figueroa con Hugo Stiglitz. 

 

isela vega voglio la testa di garcia

Nel 1986 scrive, dirige, produce e interpreta “Las amantes del señor de la noche”, dove la troviamo assieme a Irma Serrano e a Emilio Fernández, celebre star messicana che compare anche nei film di Peckinpah.

 

Ritorna al cinema con grande successo nel 1999 con “La ley de Herodes” di Luis Estrada, dove interpreta la tenutaria di un bordello in una cittadina messicana, vincendo un nuovo premio Ariel da non protagonista che la riposizione per tutti gli anni successivi.

 

isela vega 1

La ritroveremo infatti in “Puños rosas” di  Beto Gómez,, “El cobrador” di Paul Leduc, “Conozca la cabeza” di Juan Pérez, Dora e la città d’oro di James Bobin, fino a “Cindy la Regia” di Catalina Aguilar Mastretta e Santiago Limón, il suo ultimo film. “Nessuno può rimpiangere quello che ha vissuto”, ha detto l’attrice prima di morire di canco a Città del messico, “sarebbe come rimpiangere di vivere. Rifarei tutto di nuovo, sono stato molto felice e sono innamorato della vita, proprio come lo era Warren Oates”. Lascia due figli, Shaula, avuta da Alberto Vazquez, e  Arturo, avuto dall’attore Jorke Luke.

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