VIA DA VIALE MAZZINI - NEL 2017 I TRE CANALI RAI PERDONO 123MILA SPETTATORI NEL GIORNO MEDIO, MENTRE IN PRIMA SERATA IL NUMERO È ANCORA PIÙ HORROR: -410MILA - LA RAI RENZIANA BY ORFEO HA RICOPERTO D’ORO FAZIO E LE SORELLE PARODI E MESSO ALLA PORTA GABANELLI. I RISULTATI SI VEDONO: AUDITEL A PICCO E CONSEGUENTE CALO DELLE ENTRATE PUBBLICITARIE
Estratti dall’articolo di Gianluca Roselli per il Fatto Quotidiano
Meno 123.764 telespettatori al giorno per i canali generalisti Rai nel 2017 rispetto al 2016, che arrivano a meno 410.049 nella fascia di prima serata. Con Rai Uno che perde 25.543 spettatori nel giorno medio, Rai Due 73.346 e Rai Tre 24.746. Mentre in prima serata - la fascia più importante, quella che produce i maggiori introiti pubblicitari - Raiuno perde 44.143 spettatori, Raidue 187.933, Raitre 177.963.
Con questi dati di ascolti, elaborati dallo studio Frasi (società che analizza l' andamento dei media), si conclude un anno assai travagliato e non certo positivo per mamma Rai. Che, visti anche i flop di alcuni programmi di punta, come Domenica in delle sorelle Parodi e Che tempo che fa, già nei primi mesi del 2018 sarà costretta a ritoccare al ribasso il suo listino pubblicitario e a regalare spot compensativi agli inserzionisti.
Anche Mediaset perde telespettatori, ma meno della tv pubblica. E soprattutto non perde in pubblicità. Dodici mesi di fuoco durante i quali Viale Mazzini ha visto il cambio del direttore generale, le polemiche sul mega contratto milionario a Fabio Fazio, l' uscita di una giornalista di punta come Milena Gabanelli e, in ultimo, la perdita dei diritti sui prossimi mondiali di calcio e forse anche sulla Formula Uno. Motivo per il quale domani la redazione di Raisport incrocerà le braccia in segno di protesta, lasciando senza commento la partita di Coppa Italia Juventus-Torino.
Non solo mondiali, però: Raisport è in subbuglio da almeno un anno, da quando la redazione ha bocciato il piano editoriale del direttore Gabriele Romagnoli, uno dei pochissimi superstiti dei nominati dall' ex dg Antonio Campo Dall' Orto. Un anno, quello appena concluso, che ha segnato il fallimento del renzismo a Viale Mazzini. "Butteremo fuori i partiti dalla Rai. Sarà una tv basata solo sul merito", le parole con cui il segretario del Pd accompagnò la nomina di Campo Dall' Orto e del nuovo Cda nell' agosto 2015.
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Il motivo per cui l' ex premier si sia disamorato del "suo" dg ancora non è chiaro: qualcuno parla di vendetta per un appoggio Rai al referendum del 4 dicembre 2016 ritenuto troppo blando; altri tirano in ballo la lentezza con cui Campo stava affrontando i nodi della tv pubblica; altri ancora una rottura nel rapporto personale. Ma tant' è: al suo posto, a giugno, dal Tg1 è arrivato Mario Orfeo. Che è un po' il Gentiloni di Viale Mazzini: fare il meno possibile e non farsi notare, per evitare problemi al manovratore (il Pd) in vista del voto.
Purtroppo per lui prende subito due topiche clamorose. Da una parte concede un mega-contratto a Fabio Fazio (2 milioni e 240 mila euro a stagione per un totale di 8.960.000 euro per 4 anni, più 2.816.000 euro per i diritti del format e 12 milioni alla società Officina per la realizzazione del programma) che ha fatto storcere il naso a molti, anche a fronte del flop del programma, che viaggia al di sotto del 14% di share (previsione 18%). Dall' altra, perde Milena Gabanelli (…)