
1. NEL CORO IPOCRITA DEGLI ANTI-VESPA, GRILLINI COMPRESI ("TRASMISSIONE VERGOGNOSA"), IL CONSIGLIERE RAI IN QUOTA M5S CARLO FRECCERO BALLA DA SOLO NEL DIFENDERE BRU-NEO 2. “LA POLITICA, IGNARA CHE UN GRUPPO DI ZINGARI ACQUISIVA TANTO POTERE IN CITTÀ, ORA SE LA PRENDE CON LA TV SOLO PERCHÉ HA RAPPRESENTATO LE COSE PER COME ESSE SONO”
1. FRECCERO: “LA POLITICA HA ABDICATO AI CRIMINALI E ORA SE LA PRENDE CON LA TELEVISIONE”
A.Fon. per “la Repubblica”
PORTA A PORTA - PUNTATA SUI CASAMONICA
«Il signor Casamonica è diventato l’ottavo re di Roma. E ha voluto un corteo funebre che era un corteo regale. Queste cose, certo mostruose, sono successe nella realtà. La politica, ignara che un gruppo di zingari e di bru-bru stava acquisendo tanto potere in città, adesso se la prende con la televisione solo perché ha rappresentato le cose per come esse sono».
È una sorpresa, Freccero, scoprirla così “vespiano”.
«Io non sono affatto vespiano, è cosa nota. E preciso anche che non ho visto Porta a Porta. Guardavo Ballarò ed anche Sky senza più le reti Mediaset, che è una svolta storica per la tv. Mi auguro, però, che gli italiani abbiano assistito a un corpo a corpo a Porta a Porta tra il conduttore e i suoi ospiti».
Corpo a corpo, consigliere? Niente di tutto questo, guardi.
«Da parte di Bruno come da parte dei giornalisti che erano ospiti in studio. Ecco: Vespa si è premurato di portare in trasmissione cronisti esperti del caso. Gente in grado di raccontare l’ascesa di queste persone al potere. Dunque ritengo che Vespa abbia impostato il suo programma in modo corretto».
Ma non bastava mandare un inviato a casa dei Casamonica? Perché portarli addirittura in via Teulada, in uno dei templi della Rai tv?
«Le persone che si sono sedute sulle sedie immacolate di Porta a Porta non erano tutte dei santi. Ho visto anche tanti peccatori, nel corso degli anni. E qualcuna è finita in prigione, intanto. La sedia bianca non battesima né purifica».
Pensa che Vespa avrebbe dovuto avvertire il direttore generale dei Casamonica in Rai.
«Ha fatto benissimo a non farlo, figuriamoci. Se gli autori dovessero inviare la scaletta del programma al direttore generale, allora accetterebbero di finire sotto tutela. E sarebbe cosa grave».
Campo Dall’Orto raccomanda di sfuggire alla dittatura degli ascolti.
«La politica italiana è stanca, afasica. Vorremmo la Merkel e la politica estera nei nostri studi tv, ma forse è presto per sperarlo. E allora succede che si punti sul racconto di persone senza storia, senza radici e anche un po’ ridicole».
2. GUELFI: “DAL CONTRATTO DI BERLUSCONI A COGNE LA MORBOSITÀ FA SEMPRE AUDIENCE”
A.Fon. per “la Repubblica”
Porta a Porta è normalmente in seconda serata. Le fasce protette dormono e le fasce morbose fanno l’indice d’ascolto».
Guelfo Guelfi, consigliere della Rai. Su Facebook, lei è andato giù duro contro Vespa.
«Mi hanno preso tutti molto, troppo sul serio. Qualcuno ha scritto perfino che io invoco l’intervento della Commissione parlamentare di Vigilanza. Niente di tutto questo. Non voglio censure. Su Facebook, ho provato solo ad essere ironico. Vespa, ma di cosa ci sorpendiamo, scusi?».
Non è rimasto sorpreso dai Casamonica?
PORTA A PORTA - PUNTATA SUI CASAMONICA
«Ma figuriamoci. Io me le ricordo tutte le sue trasmissioni: il Contratto con gli italiani, e poi Cogne. Quando mi sono seduto davanti alla tv, accanto a mia moglie, sa che cosa le ho detto? Ma guarda là che cosa ha inventato stavolta. Che fare, lei mi chiede? Basta cambiare canale e siamo tutti a posto».
Porta a Porta non deve’essere la sua trasmissione preferita...
«A volte ci è anche piaciuta. A volte... Se mi sento un oppositore di Vespa? Ma è normale, direi, perché sono un uomo di sinistra».
Dunque la Rai sarà presto “devespizzata”?.
«Vespa è un grande della comunicazione. Di quella che non mi piace. Eppure io non ambisco a togliere spazi a nessuno. Anche perché - di questa Rai - non mi preoccupa tanto quello che c’è, ma quello che manca».
Quello che manca...
«Vedo tante Direzioni, tante stanze e corridoi. Si avverte un’esigenza forte di trasparenza. E per l’informazione, voglio dire, il nostro Paese si trova ad essere l’incrocio di eventi storici, epocali. Andrebbero raccontati meglio, le pare?».
Ma Vespa...
«Su Vespa, mi scusi, abbiamo già bisticciato tanto in questi anni. Continuare significherebbe guardare al passato, noi vogliamo guardare avanti. Ad un grande piano di riforma e rilancio».
Crede che Vespa, scusi se insisto, avrebbe dovuto avvertire Campo Dall’Orto dell’invito ai Casamonica?
«Assolutamente no. Non siamo venuti qui per fare la televisione bulgara. Noi guardiamo alla Bbc, ad una tv di libertà».
3. NIDO DI VESPA
Massimo Gramellini per “la Stampa”
Bando ai perbenismi: l’intervista di Bruno Vespa ai Casamonicas, protagonisti del funerale dell’estate, è stato un colpo giornalistico. Sarebbe stata anche una pagina di televisione, se si fosse trattato di un’intervista vera. Invece Vespa ha fatto sedere i due membri incensurati del clan mafioso sulle stesse poltroncine bianche che ogni sera ospitano le terga di politici, criminologi e cantanti.
Li ha integrati nella tradizionale messinscena di «Porta a Porta». Un errore clamoroso per un professionista del suo calibro, che sa bene come in televisione il contesto valga molto più del testo. Qualcuno ha trovato scandalosi il tono confidenziale della serata e certi siparietti di umorismo involontario degni di Totò («Siete una famiglia sterminata», «Ma che sterminata, dottor Vespa, siamo tutti vivi!»).
Però è inevitabile che, quando il Male accetta di comparire in televisione, lo faccia per esibire una patente di innocenza. Proprio per questo andrebbe raccontato con un linguaggio che ne sottolinei la diversità e ne prenda le distanze. Sostiene Vespa: Enzo Biagi intervistò criminali del calibro di Buscetta e Sindona. Sì, ma come li intervistò? In solitudine. E lontano dalla solita scenografia e dai meccanismi abituali del suo programma, per segnalare allo spettatore l’eccezionalità di quanto stava avvenendo.
MENTANA DURANTE LA MARATONA TV PER LE REGIONALI
Vespa non ha sbagliato a farci sentire la versione dei Casamonicas, ma a metterli comodi nel suo salotto, che poi sarebbe il nostro.
4. MENTANA STA CON BRUNO: ORA BASTA
Enrico Paoli per “Libero Quotidiano”
«Con le reazioni al caso Vespa si capisce chi è l’editore della Rai: i partiti. Tutti, nessuno escluso. E se qualcuno voleva la prova che la tv di Stato è cosa loro, adesso può mettersi l’anima in pace». Enrico Mentana, direttore del Tg de La7, pur ammettendo di non aver visto la puntata, come al solito ha le idee chiare. Perché se devi parlare d’informazionein tv non puoi prescindere dal «padre» del Tg5, soprattutto quando la politica vuol decidere cosa sia giusto o sbagliato.
«Nel corso degli anni ho ospitato persone meritevoli del paradiso e farabutti incalliti», dice Mentana, «e nessuno ha avuto nulla da dire. Se Vespa fa il suo mestiere s’invoca l’intervento della Commissione di Vigilanza sulla Rai. Una televisione sotto commissione non si può vedere». Eppure è quello che sta accadendo. Ma non c’è solo il direttore del Tg de La7 dalla parte di Vespa. «Ha fatto benissimo», dice Barbara Palombelli, conduttrice di Forum su Canale 5 ed ex firma di Corriere e Repubblica, «ad approfondire una storia di cui stiamo parlando tutti da un mese». L’ospite giusto al posto giusto,insomma.
Tanto che Luca Telese, conduttore di Matrix su Canale 5, ovvero il diretto concorrente di Vespa,incassa e rilancia. «Porta a Porta ha fatto quello che avrei voluto fare io», dice il giornalista, «solo che loro sono arrivati prima di noi e così mi sono guardato la puntata con grande interesse. Trove le polemiche pura follia. Follia», rimarca il conduttore.
Una follia che trova un perfetto riscontro storico. «Quando Sergio Zavoli intervistava gli assassini di Aldo Moro o i brigatisti accusati di omicidio», dice il giornalista,«all’interno de La notte della Repubblica (programma della Rai dedicato al terrorismo che ha fatto storia,ndr),«nessuno si sognò di fare polemica o di gridare allo scandalo. Follia». E lo è anche per un altro particolare, niente affatto secondario.
«Attribuire a Bruno Vespa la scoperta del fenomeno Casamonica è a dir poco sorprendente», sostiene Mentana, «quando pochi giorni dopo il funerale show Tommaso Labate e David Parenzo hanno ospitato a In Onda i familiari di Vittorio Casamonica. Non può essere la politica a giudicare un prodotto, quel ruolo compete ai critici televisivi». Dunque gli addetti ai lavori stanno dalla parte di Vespa. Certo non tutti parlano.C’è chi«preferisce non commentare» e chi sceglie addirittura il silenzio tattico.
Molto vicino all’assenso più che al dissenso. Dal fronte politico c’è da registrare la compattezza del centrodestra nel difendere le prerogative del giornalista, che ha fatto «il suo lavoro». Fabrizio Cicchitto, deputato del Nuovo Centrodestra si dice «esterrefatto di fronte agli attacchi. Credevo che l’attività giornalistica fosse quella di far conoscere le molteplici facce della realtà e i protagonisti di essa, anche quelli più negativi e repellenti.
Non mi sembra proprio che Vespa abbia fatto un’intervista in ginocchio: tutt’altro». Anche per Fabio Rampelli, capogruppo di Fd’I-An e componente della Commissione di Vigilanza sulla Rai,Vespa ha fatto solo il proprio mestiere. «I timoniere di Porta a Porta ha fatto semplicemente il suo dovere, con la professionalità che contraddistingue lui e i suoi collaboratori». «No al pensiero unico in Rai, no alle censure. Attaccare Vespa pretestuosamente per l’intervista ai Casamonica quando tutte le tv di tutto il mondo, non solo la Rai, quando i giornali di tutto il mondo ne hanno parlato significa essere miopie in malafede», afferma Daniela Santanché di Forza Italia.