handke

NOBEL? MA HANDKE NO - UN ACCADEMICO NON PARTECIPERÀ ALLE CERIMONIE PER PROTESTA CONTRO LE POSIZIONI FILO-SERBE DELLO SCRITTORE CHE RIBATTE SPREZZANTE: “CRITICHE? CARTA IGIENICA” - POLEMICA ANCHE PER LA VINCITRICE DEL 2018, LA POLACCA OLGA TOKARCZUK, CHE CON IL PREMIO HA INFASTIDITO I CONSERVATORI DEL SUO PAESE - LA SUA TRADUTTRICE HA SCRITTO SU TWITTER CHE TROVA ASSURDO CHE TOKARCZUK DEBBA DIVIDERE IL PALCO CON HANDKE, UN “APOLOGETA DEL GENOCIDIO”

Helmut Failoni per il Corriere della Sera

 

handke

Una protesta silenziosa (si fa per dire), fatta di poche righe inviate a un quotidiano, ma che ha scatenato ulteriori polemiche sul caso del Premio Nobel per la Letteratura 2019 a Peter Handke (1942), a pochi giorni dalla consegna del riconoscimento martedì 10 a Stoccolma. Ieri lo scrittore e storico Peter Englund (1957), membro dell' Accademia svedese dal 2002 - dal 2009 al 2015 ne è stato segretario - ed ex inviato di guerra nei Balcani, ha mandato al quotidiano svedese «Dagens Nyheter» questo messaggio: «Non parteciperò alla settimana del Nobel (oggi il discorso di accettazione e il 10 il conferimento del premio, ndr ). Celebrare il Premio ad Handke da parte mia sarebbe pura ipocrisia».

 

peter handke 9

La sua defezione va ad aggiungersi a quella di uno dei cinque membri della giuria esterna, che proprio per protestare contro il premio a Handke, se n' è andato sbattendo la porta: si tratta della scrittrice Gun-Britt Sundström (1945) che contesta l' autore, reo di essere stato filo serbo; con Sundström ha lasciato un altro giurato, il poeta Kristoffer Leandoer (1962), ma per motivi personali e non politici. Ma due su cinque, durante il primo anno del nuovo corso del Nobel per la Letteratura, fa pensare che qualcosa non funzioni nelle fondamenta dell' istituzione svedese, come suggerisce Matilda Gustavsson (1987), nel suo libro Il Club. Scandali, poteri e abusi al cuore del Nobel (Solferino), nato dall' inchiesta sugli abusi sessuali di Jean-Claude Arnault, pubblicata sul «Dagens Nyheter».

 

Inchiesta che ha poi bloccato l' assegnazione del Nobel per la Letteratura nel 2018 (per recuperare, con l' aggiunta della giuria di 5 esperti esterni, quest' anno è doppio: a Handke per il 2019 e alla polacca Olga Tokarczuk per il 2018).

 

peter handke 8

Un piccolo passo indietro. È il 1996 quando, a ridosso della guerra nella ex Jugoslavia, lo scrittore austriaco pubblica Un viaggio d' inverno, ovvero giustizia per la Serbia (Einaudi) , che documenta il suo viaggio nel novembre 1995 a Belgrado e in Serbia (nel «Paese - scrive - di coloro che sono abitualmente definiti gli aggressori»), fino ai confini con la Bosnia.

 

Nel reportage-pamphlet lo scrittore (figlio di madre slovena) sostiene che la stampa tedesca e francese abbia criminalizzato i serbi. Il testo scatenò tantissime polemiche. Che si sono riaccese successivamente, nel 1999, quando lo scrittore aveva condannato i bombardamenti occidentali per costringere Slobodan Miloevic a ritirarsi dal Kosovo, regione a maggioranza albanese. Nel 2006 è poi andato ai funerali di Miloevic, morto prima che venisse pronunciato il verdetto che lo condannava per crimini di guerra davanti alla giustizia internazionale.

 

peter handke 5

«Quello che colpisce - racconta Hugo Lindqvist del "Dagens Nyheter", che con le sue inchieste sul caso Nobel ha contribuito alla realizzazione del libro di Gustavsson - è che i membri dell' Accademia non fanno mai dichiarazioni così forti, come quella di Peter Englund. Si aggiunga il fatto poi che due degli esperti della giuria esterna se ne siano andati. Un membro dell' Accademia mi ha confessato che chiuderebbe la giuria esterna, visti i risultati». E aggiunge che «nei prossimi giorni ci saranno proteste per le vie di Stoccolma, soprattutto martedì 10, giorno della consegna dei premi. Ho partecipato poco fa (ieri, ndr ) alla conferenza stampa di Peter Handke e il clima era molto teso». Le domande erano infatti tutte sulle sue opinioni sulle guerre dell' ex Jugoslavia.

MILOSEVIC

 

Si è infastidito al punto che ha concluso l' incontro dicendo che, dopo l' annuncio del premio, aveva ricevuto una lettera piena di carta igienica sporca. «Preferisco la carta igienica sporca e la lettera anonima rispetto al vuoto e all' ignoranza delle vostre domande». Ne ha respinta anche una su che cosa avrebbe potuto dire ai manifestanti.

 

Polemica anche per la vincitrice del 2018, la polacca Olga Tokarczuk (1962), che con il Premio ha infastidito i conservatori del suo Paese. «Appartengo - ha detto - alla generazione della caduta del Muro. Credevamo che con il crollo finisse anche l' intromissione della politica nella vita privata delle persone. Ci sbagliavamo». Sul caso Handke la scrittrice finora non si è espressa, ma la sua traduttrice Jennifer Croft ha tweettato che trova assurdo che Tokarczuk debba dividere il palco con un «apologeta del genocidio».

peter handke 3olga tokarczuk 8olga tokarczuk 7olga tokarczuk 6olga tokarczuk 4olga tokarczuk 5olga tokarczuk 9peter handke 4peter handke 6

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...