1. LE NOZZE IN GONDOLA DI CLOONEY-AMAL SCATENA “VANITY FAIR-ITALIA” CONTRO “CHI” 2. “VANITY FAIR”: “QUESTA È UNA DELLE PIÙ DIVERTENTI BUFALE DEL GOSSIP NOSTRANO. LA COVER DI ‘’CHI’’ È UN FOTOMONTAGGIO FATTO CON UN'IMMAGINE DI CLOONEY E AMAL A FIRENZE ALLA CENA DI PALAZZO VECCHIO. A LUI PERÒ HANNO CAMBIATO LA CRAVATTA CON UN BEL PAPILLON. DAI VA, CI VEDIAMO IN EDICOLA MERCOLEDÌ CON L'ESCLUSIVA VERA DELLE NOZZE” 3. L'ESCLUSIVA DELLE NOZZE PARE SIA COSTATA BEN CINQUE MILIONI $ A “VOGUE”-“VANITY FAIR” 4. SOLTANTO LE NOZZE REALI DEI WINDSOR, TRA CARROZZE INCROCCANTATE D’ORO, CATTEDRALI GOTICHE E NOBILI PARRUCCONI, HA SUPERATO LA MAGNILOQUENZA DI UN MATRIMONIO CHE HA AVUTO IN VENEZIA UNO STAGE, UN PALCOSCENICO PERFETTO PER AMBIZIONI E VANITÀ BEN PIÙ GRANDI DI UN MODESTO “SÌ” DAVANTI A VELTRONI: UNA FUTURA PRIMA COPPIA D’AMERICA
1. MATRIMONIO CLOONEY LA COVER DI CHI È UN FOTOMONTAGGIO
Grazia Sambruna per http://www.gossipblog.it/
‘’Chi’’ esce domani con foto sbandieratamente esclusive del matrimonio di George Clooney. Però c'è un però.
GIOVANNI AUDIFFREDI SU CHI CHE METTE UNA FOTO BUFALA DEL MATRIMONIO CLOONEY AMAL
Edizione straordinaria recita la cover del nuovo numero di Chi, in uscita domani. Un numero speciale dedicato all'evento che nel corso del weekend ha infiammato la stampa internazionale: il matrimonio di George Clooney con l'avvocatessa di origini libanesi Amal Alamuddin. E anche i media italiana, metteteci pure che la cerimonia si è svolta in una blindatissima Venezia, non è certo rimasta a guardare.
Lo dimostra, appunto, la sopracitata cover del settimanale di Alfonso Signorini, tra le altre cose. Solo che c'è chi ha storto il naso davanti a questa scelta editoriale. E chi ha storto il naso si chiama Luca Dini, direttore di Vanity Fair. Perché? Perché gli scatti proposti da Chi altro non sarebbero che...fotomontaggi:
Nel cinguettio il direttore di Vanity Fair mostra quindi le prove di quanto afferma: la foto di copertina sarebbe stata presa da un evento precedente alle nozze e beceramente modificata ad hoc. Rincara la dose un'altra prestigiosa firma della rivista, il giornalista Giovanni Audiffredi che su Facebook scrive:
CHI SI GIOCA UNA VECCHIA FOTO PER IL MATRIMONIO DI CLOONEY CON FINTA CAMICIA - TWITTATO DA LUCA DINI
Questa è una delle più divertenti bufale del gossip nostrano. La cover del settimanale Chi è un fotomontaggio fatto con un'immagine di Clooney e Amal a Firenze alla cena di Palazzo Vecchio (vi metto un facsimile perché lo scatto preciso non l'ho ancora trovato). A lui però hanno cambiato la cravatta con un bel papillon (troppo luminoso e ombreggiato) per simulare l'effetto dell'abito del matrimonio. Notate i fiori e l'orecchino di lei. Dai va, ci vediamo in edicola mercoledì con l'esclusiva vera delle nozze.
walter veltroni e amal alamuddin al matrimonio clooney
Quindi è Vanity Fair e Vanity Fair soltanto ad essersi portata a casa l'esclusiva delle nozze tra Gorgeous George e Amal. Pare che tale esclusiva sia costata ben cinque milioni quindi la reazione del direttore sarebbe più che comprensibile. Ma, a questo punto, cosa troveremo domani in edicola tra le pagine di Chi?
Per adesso non abbiamo certezze ma pare che sia alle porte una sonorissima brutta figura. Staremo a vedere. Tanto la questione, sicuramente, non finirà qui.
2. FINALMENTE (NON SE NE POTEVA PIù) TUTTE LE FOTO DEL MATRIMONIO STILE HOLLYWOOD DI MR E MRS CLOONEY
VIDEO - GEORGE CLOONEY E AMAL ALAMUDDIN DOPO LA CERIMONIA CIVILE
VIDEO - GEORGE CLOONEY ARRIVA A SPOSARSI
VIDEO - I DUE SPOSI ALLA CENA PRIMA DEL MATRIMONIO
Si sono sposati davanti alla famiglia e agli amici, trasformando Venezia in una festosa succursale di Hollywood. Tutte le immagini del matrimonio sono state finalmente rivelate.
walter veltroni clooney e amal alamuddin al matrimonio
Le foto pubblicate in esclusiva su “Hello!” e “People” rivelano tutti i segreti del matrimonio, tra cui gli abiti, la torta e gli ospiti illustri.
Durante la cerimonia di sabato la splendida sposa indossava un abito di Oscar de la Renta, mentre George ha scelto uno smoking del suo stilista preferito, Giorgio Armani. Il matrimonio si è consumato davanti a circa 100 persone, nello storico Aman Canal Grande. Tra i canali di Venezia si sono visti sfilare una scodellata di nomi celebri, come Matt Damon e la moglie Luciana, Cindy Crawford e suo marito, il migliore amico di George Rande Gerber, John Krasinski e Emily Blunt, Anna Wintour di Vogue e Bill Murray.
clooney amal il matrimonio civile 4
È scoppiato un grande applauso spontaneo subito dopo il “sì”, durante la cerimonia durata 30 minuti.
Entrambe le coppie di genitori sembrano entusiaste dell’unione. La madre di Amal: “George e Amal irradiano amore ovunque,”.
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Il padre di George invece, Nick Clooney, ha tenuto un sincero discorso sul figlio e la sua nuova sposa: “Con George e Amal questo luogo e questo momento pulsa di amore.”
Agli ospiti sono stati dati degli iPod con delle playlist selezionate da Giorgio e Amal.
Mentre lunedì molti dei loro invitati lasciavano la città, George e Amal hanno ufficializzato la loro unione durante una cerimonia civile durata non più di 10 minuti.
Amal era elegantissima con un paio di ampi e morbidi pantaloni color crema e un cappello dello stesso colore, mentre il marito ha scelto un abito grigio.
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Nelle foto appare George, sempre con la sua aria da burlone, che intrattenendo la folla, si dirigeva lungo il Canal Grande a incontrare la sposa. Appaiono gli ospiti che arrivavano con le barche alle nozze, Matt Damon tra i primi.
Dopo la cerimonia, gli invitati sono stati accolti con champagne e tartine, assaggi di polenta con funghi e prosciutto e fichi. Si sono poi gustati una deliziosa cena di cinque portate composta di aragosta, risotto, spigola e manzo. In sottofondo aleggiava la musica eseguita da una piccola orchestra d'archi. Gli ospiti hanno bevuto e ballato fino alle 5 della mattina di domenica.
4. QUEL SÌ POLITICO TRA GEORGE E AMAL - MATRIMONIO DA 10 MILIONI E STILE DA FUTURO CANDIDATO PER CLOONEY
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Vittorio Zucconi per “la Repubblica”
Nel palcoscenico sull’acqua chiamato Venezia, George il principe azzurro e Amal la sua principessa con laurea a Oxford hanno raccontato una favola che è forse soltanto all’inizio: la cerimonia di un matrimonio globale che potrebbe avere come lieto fine un castello chiamato Casa Bianca.
Soltanto le nozze reali dei Windsor, tra carrozze incroccantate d’oro, cattedrali gotiche e nobili parrucconi, ha superato la magniloquenza riverberante di un matrimonio che ha avuto nella città umiliata dalla realtà giudiziaria e resuscitata dalla scenografia nuziale al costo di 13 milioni di dollari, uno stage, un palcoscenico perfetto per ambizioni e vanità ben più grandi di un modesto «sì» davanti a Walter Veltroni, strettamente civile per non alienarsi alcuna setta o confessione religiosa.
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Se George Clooney, lo scapolo degli scapoli, il principe più azzurro su piazza, e la moglie, avvocata dal pedigree e dal curriculum ancor più perfetti della sua perfetta silhouette (mai che questi principi s’innamorino di cassiere della Coop o di impiegate dell’Inps) hanno scelto proprio Venezia come «sound stage», come studio per le proprie nozze, il pensiero che essi cercassero molto più di una scenografia romanticissima e meravigliosamente decadente alla lorounione, è inevitabile.
Con un portafoglio stimato quasi a 200 milioni di dollari da chi fa i conti in tasca alle star, e altri milioni che ogni giorni affluiscono dai rerun, dalle repliche e dalle vendite dei suoi film, George avrebbe potuto scegliere qualsiasi località al mondo per il matrimonio con Amal Alamuddin, la sua Sheherazade libanese da mille e una notte. Avrebbe potuto farsi portare in elicottero sull’Everest o in batiscafo nella Fossa delle Marianne, pagare i russi per pronunciare un «I do», un sì, in orbita sulla Stazione Spaziale o affittare un castello sulla Loira o in Provenza, come Angelina e Brad.
Se lui, e la signora dal curriculum politicamente, accademicamente e fisicamente perfetto hanno scelto Venezia è perché Venezia è la sola città universale che possa essere completamente inghiottita e usata per un evento privato. E trasformarlo in un evento planetario. Nessuno potrebbe impadronirsi di Parigi, di Rio de Janeiro, di New York o di Londra (senza essere un Windsor).
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Ma Venezia è insieme piccolissima e gigantesca, privata e globale, docile e intoccabile. Fruibile da chiunque abbia seguito le immagini in televisione o in Rete e possa realisticamente sognare di visitarla un giorno con un tour low cost, dunque identificandosi — senza spendere 13 milioni — con quella coppia. George è stato insieme il turista qualunque e il principe favoloso.
Per questo, Venezia. Perché nonostante le smentite e i dinieghi, i fascinosi sorrisi ironici di lui e quelli smaglianti di lei, i fremiti politici della magnifica canaglia di «Ocean’s Eleven» sono sempre dietro quel suo viso ormai abbastanza maturo e rigato dalle intemperie per avere la «gravitas» necessaria alle responsabilità pubbliche. Clooney è un Democratico dichiarato, un amico personale — come personale si può essere nel mondo dello show business politico — di Obama e di Hillary Clinton, un diligente fundraiser, un elemosiniere delle campagne elettorali.
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Come ci hanno dimostrato Ronald Reagan, che fu attore sia pure mai assurto al rango di Clooney, e Arnold Schwarzenegger, stella di prima cassetta ma bloccato sulla via della Casa Bianca dalle origini austriache, la tentazione di scendere dalle tribune e unirsi al gioco, di partecipare come protagonista e non come figurante al kolossal della politica può diventare irresistibile. E nessuno come un attore e poi regista di film conosce e pratica i segreti della sceneggiatura, della scenografia, della interpretazione e del successo.
Aggiungendo alle malizie hollywoodiane quelle del giornalismo, imparate dal padre nel natio Kentucky.
Il matrimonio globale nella più globale delle città, dentro la bolla di una sorta di Truman Show organizzato nei dettagli più minuti come i cellulari «usa e getta» regalati da George a tutti gli ospiti per evitare intercettazioni e hacker di foto riservate a Vogue, sarebbe — o sarà — uno stupendo trailer, o una «prequel», un episodio matrix del futuro «Mr. Clooney va a Washington », come senatore. O dopo un doveroso passaggio a Sacramento, la capitale della California, per una prova al volante, nel governatorato.
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Venezia, nella sua incantevole e fatiscente tolleranza, già accolse senza ironia né giudizi anche un altro attore divenuto Presidente, quel Ronald Reagan che nella suite del suo albergo, fra un noiosissimo impegno ufficiale e l’altro del G7 del 1987, guardava in vestaglia il canale dei cartoni animati perché, confessò lui stesso, era il solo che riuscisse a seguire. L’augurio è quindi lo stesso rivolto a ogni coppia di novelli, anche se non freschissimi, sposi. Il sospetto è che quelle foto abbiano ripreso il sorriso di una futura Prima Coppia d’America.