ORMAI ANCHE AVERE UN'OPINIONE È UNA COLPA - ALESSANDRO LATERZA ESPRIME UNA PERSONALISSIMA E SACROSANTA OPINIONE, CIOÈ CHE LE SCRITTRICI ITALIANE CONTEMPORANEE NON SONO COME LA GINZBURG E LA MORANTE, E OVVIAMENTE LE PREFICHE DELLA BOLLA TWITTER LO ATTACCANO ACCUSANDOLO DI SESSISMO. E LUI, INVECE CHE DIFENDERE LA PROPRIA POSIZIONE, FA DIETROFRONT DOPO LA SHITSTORM
Gianmarco Aimi per www.mowmag.com
“Essere scrittori è altro dal saper scrivere bene: è avere uno “stile”, un proprio uso di lessico, sintassi, figure retoriche, ecc. Trama, personaggi, soggetto sono marginali. Cerco lumi sulle scrittrici italiane contemporanee. Per mia lacuna mi fermo a Ginzburg e Morante. Grazie”.
Questo il tweet di Alessandro Laterza, da generazioni impegnato nella casa editrice fondata nel 1901 da Giovanni Laterza e ispirata dal filosofo Benedetto Croce, dove ha ricoperto negli anni mansioni di redattore, coordinatore dei servizi di revisione testi, coordinatore del settore Scuola, direttore editoriale, direttore centrale della sede di Bari. Insomma, non proprio l’ultimo arrivato nel settore dell’editoria. In più, dal 1997 Alessandro Laterza è Amministratore delegato della Società di cui condivide le responsabilità con il cugino Giuseppe Laterza, che ne è Presidente.
E così, sotto a questo post si è scatenata la polemica - alla quale hanno partecipato anche alcune scrittrici - per segnalare a Laterza quali (e quante) autrici contemporanee esistono dopo Ginzburg e Morante e sono meritevoli di rispetto.
Igiaba Scego, vecchia conoscenza del marchio Laterza per aver pubblicato suoi scritti in due raccolte, Pecore nere e Amori bicolori, esce allo scoperto indignata: “Ma lo conosce il catalogo Laterza? Firmato un’autrice del catalogo Laterza. Ps: questo tweet che minimizza noi donne e la nostra scrittura mi ha rattristato profondamente. Non me lo aspettavo da lei. Uscita molto infelice”.
Chiara Valerio, altra nota scrittrice che pubblica con Laterza, ha avanzato questo consiglio: “Basta consultare pagina facebook o l’instagram di giorgio ghiotti poeta, scrittore e editore italiano (classe 1994) è da mesi che ne fa un catalogo commentato attraverso le opere. super utile”. Valeria Parrella, anche lei famosa scrittrice, ha segnalato: “Per il Novecento, Ortese”.
Più duro Jonathan Bazzi, anch'egli scrittore di fama e nella cinquina dell'ultimo Premio Strega: "È possibile. Essere editori di un’importante casa editrice e dichiarare pubblicamente, in un sol colpo, la propria ignoranza e il proprio sessismo", o l'attrice Chiara Degli Esposti: "Più incredibili del tweet solo le risposte che le suggeriscono nomi invece di mandarla in libreria (o a quel paese)".
E poi una miriade di tweet in cui vengono stilate altre liste di scrittrici meritevoli.
Daniela Farnese: “Parrella, Di Pietrantonio, Terranova, Ciabatti, Ferrante, Barone, Sapienza, Ortese, Murgia, Maraini, Mazzantini, Avallone, Gamberale, Gazzola, Postorino. E ne dimentico moltissime”.
Laura Pezzini: “Durastanti, Milone, Lattanzi, Terranova, Postorino, Ciabatti, Ferrante, Vinci, Sarchi, Parrella, Janeczek, Campo, Di Pietrantonio, e decine di altre (non basta un tweet)”
Giuseppe Conte: “Ballestra, Lattanzi, Macchia, Marcolongo, Stancanelli, Terranova, Valerio”.
Fedezic: “Che un editore sia fermo a Ginzburg mi sembra grave. La esorto a leggere più scrittrici donne per colmare la lacuna. Parrella, Barone, Lattanzi, Sfregola, Ciabatti, Ballestra, Valerio, Raimo... Ce ne sono di scrittrici valide da scoprire”.
Paola Baroni: “Dacia Maraini, Lidia Ravera, Margaret Mazzantini, Cristina Comencini
Gianluca De Candia: “Tutti i nomi sopra, perfetti! Non snobbiamo Barbara Aberti: che respiro! Che gioco sovrano! Come se ci fossero fori nel tempo e nella pagina e lei li indica senza volerci entrare... esempio di stile vero!”
Alla fine, l’editore ha dovuto ammettere: “Non mi occupo professionalmente di narrativa. Sono, in materia, un lettore tra i tanti. E, al di là della sua lista (grazie), gioisco nell’apprendere che c’è un’infinità non di ottime autrici ma di scrittrici con la qualità letteraria di Ginzburg e Morante. Corro in libreria”.