PAGHE-RAI, LA PAGHEREMO CARA

Paolo Giordano per "il Giornale"

Cifre e cifre, una dietro l'altra. Tutte pesantissime per la Rai che nell'epoca pre Gubitosi non avrebbe badato a spese (tanto, come si sa, sono spese del cittadino contribuente).

Dai flop della Parietti di Wild West (490 mila euro a puntata, chiuso dopo tre) e Balls of steel (1.611 euro al minuto per un totale di 2 milioni e 900mila euro con share «deludente» per la stessa Rai) fino ai presunti 800mila euro per Jennifer Lopez al Festival del 2010, il Codacons ha impacchettato un esposto che ora è sul tavolo della Corte dei Conti del Lazio. L'oggetto è il danno erariale che la Rai avrebbe provocato in cinque anni.

Un danno da 62 milioni, euro più euro meno. Flop prevedibili e investimenti imprevedibili. Colpevole crollo della pubblicità (-17,8% da gennaio ad aprile 2012, a fronte di una media nazionale del -8,6). E appalti esterni di format o programmi che potrebbe essere realizzati senza il concorso esterno. Come nel caso di Che tempo che fa di Endemol. O in quello dei Soliti ignoti, «profumatamente pagato dalla Rai» nonostante, come segnalato anche da Striscia la Notizia, fosse sostanzialmente simile a un'idea che Gianni Ippoliti ebbe oltre vent'anni fa.

In più, nel fascicolo si fa riferimento ad arricchimenti indebiti con il televoto, come nel caso di Star Academy, sospeso dopo tre puntate (non sarebbero da considerarsi valide le singole sessioni di televoto se poi non si raggiunge la finale con la proclamazione del vincitore). Oltretutto, per il conduttore Francesco Facchinetti c'è stata anche la sbandata di RaiBoh, chiuso dopo la prima puntata con 343mila spettatori e il 3.29 per cento di share.

E addirittura nella denuncia figurano anche riferimento a «strane spartizioni di proventi Rai tra produttori e direttori». Nel dossier si legge difatti che «in alcuni settori della radiofonia si è verificato che alcuni direttori alle proposte dei produttori replicavano» che avrebbero voluto «una spartizione del ricavato». Accuse gravissime che il Codacons sarebbe in grado «di documentare» e che comunque condisce con alcuni riferimenti più o meno individuabili. Vedremo. Di certo, in un elenco di cui peraltro raramente vengono fornite fonti che non siano la stampa o i si dice, i dati sono quantomeno esorbitanti.

Ad esempio, la partecipazione di Bobo Vieri al Ballando con le stelle del 2012 avrebbe dovuto pesare sulle casse per ben 800mila euro ma poi sarebbe scesa a 600mila (per la Rai l'ex bomber costò «solo» 450mila euro). E mentre il Dante di Benigni su Raidue traccheggia intorno al 4 per cento di share (un pacchetto di 12 serate costate in tutto quasi 4 milioni di euro) e Red or Black di Raiuno annaspa attorno al 14 per cento (poco per il primo canale), il libro nero sugli sprechi di Viale Mazzini arriva alla Procura Generale Regionale della Corte dei Conti del Lazio. Pagine e pagine.

Naturalmente un capitolo ben pasciuto riguarda il Festival di Sanremo del 2009 (secondo «indiscrezioni» compensi di 1 milione per il conduttore Bonolis e per Benigni la cessione dei diritti delle sue partecipazioni sulla Rai, valutati tra i 350mila e i due milioni di euro) e quello del 2012, per il quale il danno erariale stato così con la partecipazione di Celentano che «parlando senza sosta per un'ora durante la prima serata non permise a un treno di spot da 700mila euro di andare in onda».

700mila euro come il cachet riservato a Celentano che poi l'ha devoluto interamente a Emergency e a sette sindaci. Dunque «in totale il cantante è costato un milione e 400mila euro per sole due serate», si legge nell'esposto. E poi, parlando sempre di Festival, si va indietro nell'elenco dei presunti sprechi per Sharon Stone (250mila euro), Antonio Cassano (150mila euro per un'intervista) e Mike Tyson, «premiato» all'Ariston con 90mila euro nonostante una condanna per violenza carnale.

Insomma un lunghissimo elenco che sfiora addirittura «scatole cinesi che celano legami parentali», che hanno naturalmente bisogno di tutte le dovute verifiche. Nel complesso l'esposto del Codacons, che è l'associazione per i diritti dei consumatori) è una gigantesca carrellata di presunti abusi e di sprechi inaccettabili se fossero dimostrati. Adesso ci penserà il Tar a valutarne nel merito la consistenza. In Rai attendono. Ma chi comunque è tranquillo è il nuovo direttore generale Luigi Gubitosi, che ha già fatto risparmiare venti milioni di euro: se i danni denunciati fossero accertati, a risponderne saranno comunque i manager che lo hanno preceduto.

 

GUBITOSI E TARANTOLA jpegParietti Storie b star academyFACCHINETTI RAI BOH BERSANI DA FABIO FAZIO BENIGNI TUTTO DANTE A PIAZZA SANTA CROCE FIRENZEIL DUETTO DI GIANNI MORANDI E ADRIANO CELENTANO A SANREMO tyson jpegANTONIO CASSANOJENNIFER LOPEZ

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…