papa francesco marisela federici alessandra borghese

“PAPA FRANCESCO AVEVA OCCHI SOLO PER I DERELITTI, NEL NOSTRO AMBIENTE LO CHIAMAVANO IL PAPA COMUNISTA…” - L’ARISTOCRAZIA NERA ROMANA SPIANTATA (“MA QUALE NOBILTÀ, QUI NESSUNO CI HA PIÙ UNA LIRA”) SVELENA SU BERGOGLIO – MARISELA FEDERICI: “UN PAPA CON LA BARA PER TERRA NON ESISTE. E DICEVA BUON PRANZO E BUONASERA! CI MANCAVA CHE DICESSE BUON APPETITO E PIACERE! SENZA IL FOLKLORE NON C’È NIENTE! PERCHÉ GLI ORTODOSSI SI VESTONO D’ORO, E NOI NIENTE? DOBBIAMO SEMBRARE POVERI MA IL POPOLO VUOLE LA RICCHEZZA” – LA PRINCIPESSA BORGHESE: “IL SUCCESSORE DI BERGOGLIO? DEVONO ESSERE EUROPEI. NE HO DUE, MA NON DICO I NOMI” – IL REPORTAGE DI MICHELE MASNERI SUL “FOGLIO”

Michele Masneri per “il Foglio” - Estratti

 

papa francesco poveri 1

Nel grande superbowl romano che è il funerale di un pontefice, frullano gli elicotteri nel cielo, squillano gli allarmi della Protezione civile sull’iPhone, manca solo il grande Cristo elitrasportato, e siamo dentro Fellini, gli ingorghi sono quelli di “Roma” e l’isterismo dei giornalisti americani e delle suorine è da “Dolce vita”, più Giubileo più primavera (con ponti). Ma tra giornalisti, pellegrini, turisti, abitanti incolpevoli, una classe sociale specifica è stravolta: l’aristocrazia nera. Nicchia leggendaria, “nera” perché sostenitrice del papato contro quella “bianca” pro Savoia, quasi tutti hanno un papa in famiglia, tanti almeno un santo, tutti certamente vari cardinali, e un vestito nero per le esequie e le udienze.

marisela federici

 

Immagino conciliaboli, riunioni, messe […] Sospetto trame alla “Nuovi Mostri”, episodio detto del “Malconcio”, quando un Alberto Sordi alias Giovan Maria Catalan Belmonte si aggira per Roma su una Rolls bianca (detta “il salotto viaggiante”) verso una riunione segreta per lo scisma Lefebvre (il vescovo scissionista scomunicato, molto conservatore, che piaceva ai nobili romani), ma i tempi evidentemente sono cambiati.

 

“Ma quale nobiltà nera, qui nessuno ci ha più una lira” mi dice una dama. “Una volta c’era Elvina Pallavicini, detta appunto ‘la regina nera’, che appoggiava appunto Lefebvre. Ma adesso c’è la figlia, che è comunista!”. […] l’aristocrazia romana ha visto il suo potere ridursi nel tempo, forse non è stata mai così bistrattata come con Papa Francesco.

 

flaminia patrizia montoro

Scena prima, Appia Antica, Regina Viarum, tra le ville di Valentino, Sophia Loren, Berlusconi. Qui sorge la Furibonda, avamposto piacentiniano, teatro sociale da “Grande bellezza”. Marisela Federici, regina dell’Appia, è in prima linea, in nero e diamanti, per una piccola colazione, stranamente senza i religiosi che affollano i suoi party. “Sono tutti occupati nei preparativi del funerale”, sussurra. Si recita però una piccola preghiera per il Santo padre prima di mettersi a tavola. “Era un vero rivoluzionario sudamericano”, dice donna Marisela a proposito del Papa defunto.

 

“Non arrivo a dire peronista, però un gaucho che galoppava la pampa. Revolucionario pampero con una croce al posto del cavallo! E’ dovuto scendere a patti con il generale Videla per proteggere i suoi gesuiti!”.

 

Certo non amante dei nobili. “Ah, guardi. All’Immacolata, quando il Papa si reca come ogni anno a deporre i fiori a piazza di Spagna, noi eravamo tutti lì in balcone all’ambasciata della Santa Sede, e lui non ci ha degnati di uno sguardo! Aveva occhi solo per i derelitti!”. Ma era un Papa democratico, si sa. “Sì, ma non si può togliere la pompa, o il folklore. Il folklore nella Chiesa è importante. Un Papa con la bara per terra! Non esiste. E diceva buon pranzo e buonasera! Ci mancava che dicesse buon appetito e piacere!”.

 

papa francesco poveri 2

Certo non dice piacere il cardinal ghiottone impersonato da Roberto Herlitzka che nel film di Sorrentino proprio in questa villa enumera le sue ricette, né lo direbbe il cardinal Giovan Battista Re, oggi decano dei porporati, che qui è stato tante volte, con la veste scarlatta e il pastorale, ritratto tra Mario d’Urso e Alberto Arbasino. Bresciano come Paolo VI.

 

“Bono quello!”, salta sulla sedia Bante Boncompagni Ludovisi, grande e grosso, seduto di fronte a me, pare dipinto da Goya. Altezza Serenissima, i Ludovisi possedevano un tempo pure l’Isola d’Elba e ne erano sovrani; davano il nome a un quartiere di Roma, oggi gli è rimasto il Casino dell’Aurora affrescato da Caravaggio, mica male. Ma Paolo VI è per i nobili romani come Frau Blücher per i cavalli in “Frankenstein Junior”.

 

Ha riformato la Chiesa, tolto la messa esclusivamente in latino, soprattutto abolito la Guardia nobile e decimato la corte pontificia, cioè quella struttura di principoni che tra piume di struzzo e catafalchi ereditariamente si davano il cambio nelle mansioni di rappresentanza (vedi il “Marchese del Grillo”). “Non che ci importi molto della corte pontificia”, fa Sua Altezza Serenissima. “Noi siamo principi sovrani. Mica andavamo a servire da altri”.

 

alessandra borghese

E mi elenca venticinque titoli nobiliari, Principe di Piombino, Viceré di Aragona, Viceré di Sardegna, Principe di Gallicano, Principe di Venosa, Duca di Fiano (al quarto titolo nobiliare, Fantozzi col Fiano era già ubriaco). Qualcuno consiglia: bisognerebbe sentire gli Orsini, che si tramandavano il titolo di Principe assistente al Soglio Pontificio dalla notte dei tempi fino al fatale ’58, quando Filippo Orsini, capo della casata, ebbe una storia extraconiugale con l’attrice inglese Belinda Lee giunta a Roma per girare un “peplum” a Cinecittà. Il severissimo papa Pio XII, l’ultimo principe della Chiesa, demansionò per sempre la principesca famiglia. Il titolo passò ai Colonna e poi ai Torlonia, ma Papa Francesco dal 2017 non l’ha più concesso a nessuno. Maledetto!

 

(…)

 

papa francesco poveri 5

La marchesa Flaminia Patrizi Montoro è, oltre che marchesa di baldacchino, anche avvocata di diritto canonico. “Sto proprio adesso in fila in Vaticano, oddio, aspetti, sto superando i tornelli”, dice affannata al telefono. Ma è una visita speciale? “No, ho preferito mischiarmi alla folla, questo Papa del resto non amava le formalità, mi sembrava giusto così”. Senta marchesa, ma voi ce l’avete veramente il baldacchino? “Certo!”. E dove sta? “Nel palazzo di San Luigi dei Francesi. Abbiamo anche il vessillo”. E che è il vessillo? “I Patrizi, la famiglia di mio marito, sono da sempre vessilliferi!”. Complimenti. “I vessilliferi avevano il diritto di sfilare davanti al Papa col vessillo, appunto. Mio suocero è stato l’ultimo vessillifero, poi è stato abolito tutto, col Concilio Vaticano II”.

 

giovanni angelo becciu papa francesco bergoglio

Ecco qua, Sempre Paolo VI. Pure i vessilliferi ha eliminato. Senta marchesa, già che la sento, lei che è avvocata canonista, ma il cardinale Becciu, quello degli scandali immobiliari, ha o no il diritto di partecipare al Conclave? “Eh, bisogna vedere se ci sono cause ostative”. Ma è stato scomunicato. “Ma secondo il Vaticano II questa non è una causa ostativa, ha diritto sia a partecipare che pure ad essere eletto”. Quindi potremmo avere Papa Becciu. “Sì, tra l’altro credo fosse stato vittima di un complotto. Ma aspetti, oddio, qua mi stanno buttando a terra”. Andrà al funerale? “Certo”. Ma tra la folla o nel privé riservato ai nobili? “No, no, tra la folla. Anche se avrei potuto richiedere un invito speciale”. Ecco, perché poi questa volta le esequie saranno complicate anche a livello logistico. I nobili romani non saranno malridotti come quelli del marchese del Grillo ma sono pur sempre sei chilometri a piedi, dal Vaticano a Santa Maria Maggiore (forse, diabolicamente, Papa Francesco l’ha fatto apposta per stremare principi e principesse).

ANGELO BECCIU E PAPA BERGOGLIO

 

“Ci saranno soprattutto i diseredati”, dice in un soffio Maria Pia Ruspoli. “Qualcuno dice addirittura... i carcerati”. Papa Francesco, che fu originale per residenza in vita, scegliendo di vivere alla Domus Santa Marta, si differenzia anche in morte. Non sarà infatti seppellito in Vaticano bensì nella Basilica di Santa Maria Maggiore, di fronte alla stazione Termini, famosa perché eretta da Paolo V Borghese e dove sorge la cappella paolina appunto dei Borghese.

 

Donna Alessandra Borghese, ma vi sfrattano? Esproprio proletario? “Ma no, anzi siamo felici, hanno trovato un posticino tra la nostra e la cappella Sforza, che stanno predisponendo” dice la principessa al telefono. Però lei era molto legata a quell’altro Papa, Ratzinger, si ricordano le frequenti visite in motorino, per cena, insieme alla principessa Gloria Thurn und Taxis (della famiglia che inventò i taxi, oggi così preziosi a Roma). “Vero.

 

Però mi deluse un po’ dimettendosi. Al contrario, ero piuttosto perplessa su Papa Francesco, ma negli ultimi giorni della sua vita mi ha coinvolto completamente col suo comportamento”. Un tempo lei teneva una rubrica, “Aplomb Vaticano”. Che deve fare il prossimo Papa per avere un po’ di aplomb? “Non è il momento per l’aplomb, il mondo è cambiato”, dice donna Alessandra.

 

bante boncompagni ludovisi

Non è d’accordo donna Marisela. “Senza il folklore non c’è niente! Perché gli ortodossi si vestono d’oro, e noi niente? Dobbiamo sembrare poveri ma il popolo vuole la ricchezza. E pure quell’auto scassata, che costa più di una Mercedes e si rompe sempre!”. Basta, basta. Avete dei candidati preferiti? “Ovviamente Parolin: è un grande diplomatico, e conosce bene l’America latina: è stato nunzio a Caracas, e ha grande conoscenza della curia”, dice Federici che nasce venezuelana.

 

Per Alessandra Borghese? “Ne ho due, ma non lo dico”. Posso provare a indovinare? “Vada”. Müller e Parolin. “Sbagliato”. Ma devono essere italiani o esteri? “Europei”. Intanto, a Santa Maria Maggiore, nel quartiere Esquilino, multietnico, sgarrupato, sempre in attesa di gentrificazione, le telecamere americane sono già puntate. Pizzettari e gelatai si fregano le mani e lustrano le insegne. Se fossimo a Milano sarebbe già pronto un “Bergoglio District” perché, manco a farlo apposta, proprio dietro Santa Maria Maggiore sorge l’Ambasciata d’Argentina. Chi ha una terrazza l’ha affittata alle troupe ed è partito. E’ meglio del Salone del Mobile insomma. Ma dal Mobile al nobile, ecco il conte Gelasio Gaetani Lovatelli, esperto di vini, e della vita in generale, che abita in hotel come i signori d’un tempo, e la mattina passa a distribuire monete agli homeless del quartiere.

 

maria pia ruspoli

Elemosiniere laico, lei si chiama come Papa Gelasio I. “Sì, l’ultimo Papa africano della Chiesa, era nato ad Algeri, ma discendo in realtà da Gelasio II Caetani”. Caetani con la C o Gaetani con la G è una vecchia questione a Roma, risolta quando un Gazzoni bolognese la pose, e si sentì rispondere: e lei? Comunque Gelasio Gaetani dice col suo noto understatement “Papa Gelasio II fece anche le Gelasiadi, che furono importanti ma non ricordo bene per quale motivo. Ma sono anche discendente di Bonifacio VIII, che nel 1300 ha inventato il primo Giubileo, perché la Chiesa aveva bisogno di denaro”. Lei ha un candidato favorito? “Pizzaballa, che era nunzio a Gerusalemme: potrebbe sanare la questione israelo palestinese”. E Francesco? “Sa, nel mio ambiente lo chiamavano il papa comunista, ma la nobiltà romana è un po’ così”.

 

Che poi ci sarebbe pure la questione del 25 aprile. Giusto oscurarlo per instaurare ben cinque giorni di lutto (cosa mai avvenuta) per un Papa? Trasale la principessa Ruspoli. “Ma certo, la morte di un Papa è un avvenimento planetario, il 25 aprile è solo una faccenda locale, italiana. E poi il Papa è un Capo di stato, è un re!”. Principe Boncompagni, e lei che ne pensa della questione Liberazione? “Ma quale liberazione? Semmai, capitolazione!”. Insomma, più che nei “Nuovi mostri” siamo in “Una vita difficile”, quando Sordi povero e affamato giornalista, alla vigilia del Referendum sulla Repubblica, finisce a cena dai monarchici principi Rustichelli. Comunque sia, viva il Papa, e viva pure la povera Repubblica, vabbè.

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