1. SAPETE PER QUALE RAGIONE IL CAPO DELLO STATO HA SENTITO IL BISOGNO DI ESERCITARE IN MANIERA COSÌ PALESE LA SUA VIGILANZA SULLE NOMINE NELLE IMPRESE PUBBLICHE? 2. NELLE ALTRE NAZIONI I CAPI DI STATO NON SONO DA MENO DI RE GIORGIO, MA SI MUOVONO CON MAGGIORE RISERVATEZZA, DIETRO LE QUINTE, E NON IN MANIERA COSÌ’ DISCUTIBILE 3. È EVIDENTE CHE A NAPOLITANO NON POTESSE FREGARE DI MENO DELLE QUOTE ROSA; VOLEVA SOLO DIFENDERE CON UNA MORAL SUASION PARTICOLARMENTE VIVACE LA PERMANENZA DEL POLIZIOTTO DE GENNARO (AMICO DEGLI AMERICANI) AL VERTICE DI FINMECCANICA 4. INTORNO ALLA LUISA TODINI SI E’ MOSSA UNA LOBBY GUIDATA DA FRANCO BERNABÈ E TESTA DI CHICCO, LA STESSA LOBBY CHE SI È SPESA ANCHE PER PATRIZIA GRIECO ALL’ENEL 5. DOPO-MORETTI: I NOMI CHE CORRONO SUL PRIMO BINARIO SONO DUE: MARIO ELIA E SOPRANO

DAGOREPORT

Gli uscieri del palazzo-obitorio delle Ferrovie dello Stato sembrano in preda al delirio. Da quando ieri a fine pomeriggio è rimbalzata la notizia di Mauro Moretti a Finmeccanica, l'eccitazione è salita a livelli incontenibili e stamane hanno messo in scena davanti al suo ufficio uno spettacolo memorabile.

Il corridoio era zeppo di uomini e donne che sventolavano quelle bandiere rosse con tanto di falce e martello che l'ex-sindacalista della Cgil ha portato con orgoglio prima di iniziare la sua avventura dentro l'azienda dei treni.

Ed erano numerosi quelli che con le lacrime agli occhi hanno intonato a squarciagola "bello ciao!" (bello,non bella...) un inno di commiato e di felicità insieme perché l'idea di togliersi dai coglioni una volta per tutte il gladiatore-accentratore dell'Alta Velocità, il "comunista bravo" che ha risanato le Ferrovie, era talmente gioiosa da liquidare di un colpo le stupide lamentele di quei quattro straccioni di pendolari che ogni mattina pagano sulla loro pelle il prezzo dell'eroica scalata di Moretti.

Adesso finalmente nei corridoi del palazzo-obitorio potrà calare un po' di silenzio e dall'ufficio del 61enne manager non usciranno gli acuti terrificanti che per anni hanno fatto correre al bagno centinaia di dirigenti e di funzionari. Poco importa se d'ora in avanti Moretti vorrà applicare il suo stile di superbo decisionista e di "buon selvaggio" al settimo piano di piazza Monte Grappa. Agli uscieri delle Ferrovie interessa ben poco se vorrà farlo insieme al poliziotto De Gennaro sulle note della Cavalcata delle Valchirie che tutti hanno sentito nel film ‘Apocalypse Now' dove il capo dei marines utilizzava il napalm.

Questo è un problema che ormai può riguardare soltanto chi come il timido Marco Forlani e altre decine di consulenti teme l'arrivo in Finmeccanica del fido Fabretti, l'uomo dell'ufficio stampa che con pazienza e indulgenza ha cercato di moderare la voglia di potere dell'ex-capo delle Ferrovie.

Ammainate le bandiere rosse con la falce e martello che avevano nascosto negli armadietti del palazzo-obitorio, gli uscieri si chiedono chi sarà il successore di Moretti.

I nomi che corrono sono due. Il primo è quello di Michele Mario Elia, il 68enne ingegnere pugliese che è entrato in azienda nel 1975 ed è stato piazzato nel 2006 da Moretti sulla poltrona di amministratore delegato di Rfi.

Il secondo candidato è Vincenzo Soprano, un romano di 57 anni che ha lavorato fino al 2001 in aziende come Agip e Gaz de France, poi nel 2006 ha ricevuto anche lui da Moretti la medaglia di amministratore delegato di Trenitalia. Gli uscieri delle Ferrovie ritengono che le candidature di questi fedelissimi paggetti di re Moretti siano troppo deboli rispetto alla personalità dell'ex-sindacalista di Rimini che come un moderno Giovenale ha sempre goduto del potere inteso non come lussuria ma come gratificazione della sua personalità.

In favore di Vincenzo Soprano gioca comunque la dichiarazione rilasciata il 3 luglio 2009 quando disse: "mi vergogno per la pulizia dei treni", parole stupende alle quali però è stato dato un seguito relativo. Contro Michele Mario Elia gioca invece la mannaia della sentenza che potrebbe arrivare alla fine del processo per la strage di Viareggio. E questo non è un problema che riguarda soltanto lui, ma anche lo stesso Moretti che potrebbe trovarsi tra le palle un drone giudiziario assai fastidioso.

Secondo gli uscieri delle Ferrovie è probabile che questo aspetto, per nulla secondario, sia stato esaminato nell'incontro di ieri mattina al quirinale tra Renzi e il Presidente Napolitano. E qui bisogna aprire una parentesi che sui giornali di oggi non si vede. C'è da chiedersi infatti per quale ragione il Capo dello Stato abbia sentito il bisogno di esercitare in maniera così palese la sua vigilanza sulle nomine nelle imprese pubbliche.

Ieri pomeriggio durante una trasmissione di Sky dedicata alla febbrile attesa dei nuovi manager, due opinionisti come Giulio Sapelli e Oscar Giannino hanno garbatamente sottolineato come in nessun paese al mondo si rilevino tracce così visibili di interferenza di un capo dello Stato nella scelta degli uomini e delle donne che devono guidare le aziende controllate dalla mano pubblica.

Lo hanno fatto in punta di lingua (soprattutto Sapelli che ha sempre bazzicato l'Eni e Finmeccanica con goduria) e hanno spiegato che nelle altre nazioni i capi di Stato non sono da meno, ma si muovono con maggiore riservatezza, dietro le quinte, e non in maniera così' discutibile.

È evidente che Napolitano voleva controllare con i suoi occhi i curricula professionali e giudiziari dei candidati sbarazzando il campo da qualsiasi ombra e difendendo con una moral suasion particolarmente vivace la permanenza del poliziotto De Gennaro (amico degli americani) al vertice di Finmeccanica.

Nessuno crede infatti che si sia battuto più di tanto per piazzare la Todini e la Grieco al vertice delle Poste e dell'Enel. Questa ventata di femminismo è francamente risibile, ma è il prezzo che anche l'inquilino del Quirinale deve pagare per tenere a bada la demagogia pelosa del boyscout di Firenze. Che poi questo orgasmo politico faccia rotolare la testa del bravo presidente dell'Enel Colombo e quella del ragioniere Alessandro Pansa ,che negli ultimi 15 giorni non ha dormito per lo stress, questo è un dettaglio assolutamente irrilevante. Come irrilevante è il fatto che intorno alla Todini si sia mossa una lobby guidata da Testa di Chicco (per gli amici Chicco Testa), la stessa lobby che si è spesa anche per influire sulla scelta di Patrizia Grieco all'Enel.

Qualcuno con la memoria lunga potrebbe ricordare che la Grieco dopo l'Italtel nel 2006 è approdata nella società di consulenza Value Partner, grande fornitrice di servizi preziosi per la Telecom di Bernabè che nel 2008,guarda caso, la chiama a guidare la scatoletta vuota di Olivetti.

Non è improbabile inoltre che i lobbisti romani, amici dei "fratelli" fiorentini infilati da Renzi nei vari consigli di amministrazione, abbiano trovato una buona leva anche nel prodiano Silvio Sircana, grande amico della Grieco con la quale si ritrovò a cena nella famosa sera della "curiosa" passeggiata sul Lungotevere.

Tutte queste ormai sono miserie. I giochi sono fatti e le caselle sono quasi piene come piene sono gli scatoloni ,modello Lehman Brothers, che i vari Scaroni, Conti, Sarmi e Pansa stanno riempiendo con le banconote della loro liquidazione.

 

MAURO MORETTI FS FINMECCANICA ECO G kbqD U mmF x Corriere Web Sezioni x Marco Forlani Michele Mario EliaRENZI E NAPOLITANO AL GIURAMENTO RENZI NAPOLITANOGiulio SapelliOSCAR GIANNINO AD ATREJU pansa alessandro Luisa Todini Patrizia GriecoChicco Testa

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...