PIU’ CHE SANREMO DOVE AMADEUS SPERA DI AVERLO COME OSPITE AL FESTIVAL IL PROBLEMA ATTUALE DI FIORELLO E’ A VENEZIA - BAGARRE SULL’ASCENSORE NEL “CONDOMINIO” DELLO SHOWMAN CHE SI AFFACCIA SUL CANAL GRANDE - IN ASSEMBLEA È PASSATO IL PROGETTO DI INSERIRE L’ASCENSORE NEL CORTILE NEOGOTICO DI PALAZZO BERNARDO. LO SHOWMAN VOTA SÌ MA SI LEVA UNA VOCE CONTRARIA: "COME E' POSSIBILE PENSARE DI REALIZZARE UN ASCENSORE NEL CORTILE DI UN PALAZZO STORICO?"
Gloria Bertasi per corriere.it
Un’assemblea di condominio infuocata con i vicini che fanno la voce grossa l’uno contro l’altro. Chi a favore dell’intervento proposto dal condomino del primo piano, chi (in questo caso, solo una famiglia) si oppone con tutte le proprie forze. Ma al voto perde. Succede in tutti i palazzi, anche quando il condominio in questione si affaccia sul Canal Grande di Venezia e tra i suoi abitanti annovera lo showman Rosario Fiorello.
Il dibattito che divide
L’assemblea pepata si è svolta la settimana scorsa a Palazzo Bernardo, edificio quattrocentesco a due passi da campo San Polo con due porte d’acqua e un prezioso cortile neogotico. Oggetto della riunione, la proposta di costruire un ascensore esterno, nel cortile, a collegare il piano terra al secondo piano nobile a beneficio di due residenti con seri problemi di mobilità.
Una questione privata, dal respiro tuttavia pubblico. E che sottende un dibattito che divide Venezia: più rigoristi sul fronte della tutela degli edifici storici da un lato e chi non è contrario a introdurre qualche elemento d’innovazione, come un ascensore. «Senza entrare nel caso di Palazzo Bernardo, che non conosco — dice l’assessore all’Urbanistica Massimiliano De Martin — la popolazione è sempre più anziana, vivere a Venezia comporta non poche difficoltà tra cui il dover fare magari quatto o cinque piani a piedi: se si vogliono raggiungere standard abitativi di qualità, non invasivi e inclusivi, c’è la soprintendenza che vigila e garantisce che gli immobili siano tutelati».
«Materiali in sintonia con l’edificio»
Palazzo Ducale sarebbe molto severo e i numeri degli ascensori autorizzati irrisori. Alcuni però, come Gaby Wagner, ex modella, designer e fotografa che insieme al marito, l’avvocato Jean Marie de Gueldre, ha impugnato il via libera a procedere dell’assemblea di Palazzo Bernardo sono contrari: «Come è possibile pensare di realizzare un ascensore nel cortile di un palazzo storico, avremo le due corsie tra le finestre della camera da letto — protesta Wagner — al di là del fatto che è inopportuno intervenire in un contesto tutelato e da tutelare, avremmo non poco disturbo con il sali e scendi dello stesso mezzo».
Nel caso specifico, la loro è una posizione isolata però, tutti gli altri — la proponente che è in carrozzina, le proprietarie dei due alloggi turistici del secondo piano e, sì, anche Fiorello che ha casa al terzo — hanno detto sì al progetto affidato all’architetto Stefano Zorzi e all’azienda artigiana che ha lavorato agli ascensori del Fondaco dei Tedeschi e ora è impegnata alle Procuratie a San Marco. «Saranno usati materiali in sintonia con l’edificio, ci sarà una “cabina” nuda su binario e l’armadio, non a vista, sarà a-sonorizzato», spiega l’architetto.
Cantieri commissionati da Fiorello
Il via libera della settimana scorsa in assemblea non è che un primo step di un percorso burocratico tutto in salita: a Venezia, come in ogni centro storico, qualsiasi intervento negli edifici ha bisogno del via libera, vincolante, della soprintendenza. «Qualsiasi lavoro in palazzo notificato è sottoposto al suo vaglio — dice Giovanni Salmistrari, presidente di Ance — A Venezia un ascensore è un lusso, e però la popolazione sta invecchiando...».
Coniugare tutela dei beni e residenza passerebbe dunque anche da questo tipo di interventi: «Se vogliamo rendere la città più inclusiva», sottolinea De Martin. Nell’attesa di sviluppi, al terzo piano dell’immobile, proseguono i cantieri commissionati da Fiorello in persona: il suo appartamento, dalle dimensioni generose, sarà diviso in due. «Una delle case — conclude Wagner — verrà venduta, l’altra rimarrà di sua proprietà».