BEN VENGA IL RITORNO DI “CAROSELLO”, E ANCHE QUELLO DEGLI “INTERVALLI” CON LE PECORE, SE QUESTO VUOL DIRE RIELABORAZIONE DI VECCHI LINGUAGGI E SPERIMENTAZIONI DI NUOVI, APERTURA A CREATIVI E A REGISTI INNOVATIVI, CON SKETCH DI SERIE WEB ALLA “SOLITI IDIOTI” - UNA SERIE INFINITA DI SPERIMENTAZIONI CHE ATTUALMENTE MANCANO ALLA NOSTRA PUBBLICITÀ, TROPPO LEGATA AL GRANDE TESTIMONIAL, AL REGISTA STRAPAGATO…

Marco Giusti per manifesto

Tatatatatataratatà! Tatatatatataratà!!! Squillino le trombe per il ritorno, l'ennesimo, del compianto "Carosello", distrutto in un 1977 con la tv che volgeva al colore, nel pieno degli anni di piombo, da una Spectre composta da aggressivi pubblicitari milanesi con voglie di cambiamenti, socialisti che cercavano di proteggere un Tg2 che andava a cozzare proprio contro il programma più seguito della Rai, registi comunisti che urlavano contro la pubblicità anche se ci guadagnavano allegramente, tanto da venir chiamati "quelli di Motta Continua", inserzionisti che mal tolleravano l'affollamento unico, un vero e proprio monopolio, in quei dieci minuti richiestissimi tra le 20,50 e le 21.

Bang! Abbiamo pianto tutti calde lacrime per la fine di "Carosello" aspettandone un ritorno che venne tentato almeno un paio di volte nel corso degli ultimi vent'anni. Stesso titolo, stessa musica, stessa collocazione e, soprattutto, una lunghezza maggiore degli spot. Anche 60 interminabili secondi. Troppo. Che noia. Che ce ne facciamo di 'sto rudere? Magari questa nuova riproposta da parte della Rai e della Sipra, di "Carosello", il programma che più di tutti ha colpito nel cuore chi è cresciuto tra gli anni '50, '60 e '70, verrà accolta in modo diverso.

Magari, grazie a Internet o per la pesante crisi che ci ha tutti colpito, i tempi sono cambiati sul serio e siamo pronti a qualche cambiamento nelle nostre abitudini o forse già è in atto qualche pesante mutazione nella nostra percezione del tempo. Magari, come torniamo in piazza a sentire il comizio di Grillo come fossimo negli anni '60, come assistiamo alle cinque puntate di Fazio&Litizzetto di una Sanremo old style, stiamo tornando a modelli di comunicazione, anche pubblicitaria, più lenti, più poveri, più semplici.

Guarda un po', nella puntata più riuscita del festival, quella dedicata alla Sanremo Story, era un fiorire di vecchi eroi di "Carosello", da Pippo Baudo imbiancato a Franco Cerri ex-uomoinammollo, al resuscitato Mike con tanto di statua di grandezza naturale. Per non parlare del pupazzo Rockfeller che ci ha riportato ai bei tempi di Provolino! E il tutto era guarnito da una serie di proto caroselli costruiti per l'occasione.

Ovvio che non siamo più in quell'Italia ingenua pre-boom del 1957 e ovvio che non possiamo disporre delle nostre penne migliori per scrivere gli sketch per l'Ispettore Rock, anche se Fazio poteva disporre di intellettuali anti-televisivi come Michele Serra e Francesco Piccolo per il suo festival.

Ovvio che non possiamo più raccogliere col richiamo della pubblicità in tv i più grandi nomi del nostro spettacolo o non possiamo pensare a serie di sketch che, come ai tempi di "Carosello", vadano in onda una sola volta, cioè a una pubblicità non ripetibile. E lenta. Ma certo, il mondo delle serie web, delle sciocchezze stracult su youtube e su facebook, delle 140 battute su twitter ci ha portato a una percezione diversa dello spettacolo. Soprattutto a tempi diversi da quelli schizofrenici dettati dalla pubblicità straricca e stracapitalista che non possiamo più permetterci e non amiamo più da anni.

Allora i due minuti e 15 secondi pari a 64 metri e 26 centimetri di pellicola in 35 mm di ogni singola scenetta di "Carosello" erano qualcosa di totalmente innovativo nel mondo dello spettacolo. Anche perché un monologo di Walter Chiari o uno sketch di Tognazzi e Vianello viaggiava tra i 15 e 20 minuti. E la cosa che ci sembrava più corta, selvaggia e veloce, un cartoon della Warner Bros, diciamo, non durava più di 7 minuti. Allora, quel minuto e 40 secondi di scenetta coi grandi comici o con il cantante o con il cartone animato, seguiti dai 35 secondi di codino finale, ci apparivano come una rivoluzione di modernità nel nostro mondo televisivo.

Tutto è relativo. Assistiamo da anni ai talk show politici di Santoro e Floris con gente che parla per ore e ci sembrano momenti fondamentali della nostra vita (eh...). Chi ha detto che non possiamo accettare un ritorno alla lentezza, allo sketch disteso, nella pubblicità? Ma anche a una situazione, questa sì più moderna, da sketch di serie web alla "Soliti Idioti" o alla "Freaks". Questo aprirebbe la strada a una serie infinita di sperimentazioni, sia nel comico che nel visivo che nel campo musicale, che attualmente mancano alla nostra pubblicità, troppo legata al grande testimonial, al regista strapagato.

Proprio l'esperienza di "Carosello" ci ha insegnato come la pubblicità abbia potuto cannibalizzare tv e cinema al punto che dovrebbe ora cannibalizzare anche il web. Ben venga, insomma, il ritorno di "Carosello", e anche quello degli "Intervalli" con le pecore dei bei tempi, se questo vuol dire rielaborazione di vecchi linguaggi e sperimentazioni di nuovi, apertura a creativi e a registi innovativi, vera e propria scuola di una diversa comunicazione per immagini, rinnovamento di testi, sperimentazioni musicali. E un riordino delle spese folli della pubblicità.

 

marchesi GIUSTI CAROSELLO carosello carosello pubblicita x carosello big Carosello gassmanbaci Marco Giusti

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…

donald trump volodymyr zelensky giorgia meloni keir starmer emmanuel macron ursula von der leyen

DAGOREPORT – IL "DIVIDE ET IMPERA" DEL TRUMPONE: TENTA DI SPACCARE IL RIAVVICINAMENTO TRA GRAN BRETAGNA E UNIONE EUROPEA EVITANDO DI PORRE DAZI SUI PRODOTTI "MADE IN ENGLAND" – STARMER SE NE FOTTE, ABBRACCIA ZELENSKY E SI ERGE A NUOVO LEADER DELL’EUROPA (PARADOSSALE, DOPO LA BREXIT) – OGGI, PRIMA DELLA RIUNIONE DEI LEADER EUROPEI A LONDRA, BILATERALE TRA IL PREMIER BRITANNICO E GIORGIA MELONI, PER CAPIRE CHE ARIA TIRA NELL’“ANELLO TRUMPIANO DELL’EUROPA” - SPACCATURA NELLA LEGA PER IL TRUMPIAN-PUTINISMO DI SALVINI - SCETTICISMO CRESCENTE IN FRATELLI D’ITALIA (FAZZOLARI, URSO E LOLLOBRIGIDA SI SMARCANO DALLA LINEA PRO- KING DONALD) – SCHLEIN E CONTE IN BANCAROTTA - LA PARALISI DEI DEMOCRATICI AMERICANI: AVETE SENTITO LA VOCE DI OBAMA, CLINTON E BIDEN?

volodymyr zelensky donald trump jd j.d. vance

DAGOREPORT - ZELENSKY È CADUTO IN UN TRANELLO, STUDIATO A TAVOLINO: TRUMP E JD VANCE VOLEVANO MORTIFICARLO E RIDURLO ALL’IMPOTENZA CON LA SCENEGGIATA NELLO STUDIO OVALE, DAVANTI AI GIORNALISTI E ALLE TELECAMERE - D’ALTRO CANTO LA VERA DIPLOMAZIA NON SI FA CERTO “ON AIR”, DAVANTI ALLE TELECAMERE E A MICROFONI APERTI - TRUMP E JD VANCE HANNO CONSEGNATO UN ‘PIZZINO’ IN STILE CAPOCLAN: TACI, PERCHÉ SENZA DI NOI SEI FINITO. DUNQUE, OBBEDISCI. E DIRE CHE GLI SHERPA UCRAINI E STATUNITENSI AVEVANO TROVATO PERSINO UN ACCORDO DI MASSIMA SULLE VARIE QUESTIONI APERTE, COME L’ACCORDO-CAPESTRO PER KIEV SULL’ESTRAZIONE DELLE TERRE RARE (UN TRATTATO CHE DI FATTO AVREBBE PERMESSO AGLI USA DI SPOLPARE IL SOTTOSUOLO UCRAINO PER GLI ANNI A VENIRE)… - VIDEO