“VOLEVO FARE IL GIORNALISTA MA MONTANELLI MI DISSE DI LASCIAR PERDERE, PERCHÉ NON SI GUADAGNAVA" – LE PREVISIONI DEL "DIVINO" OTELMA: “LA MELONI? IL SUO GOVERNO POTRÀ DURARE A LUNGO, A UNA CONDIZIONE PRECISA. NON SI DEVE SLEGARE DA SALVINI. FORZA ITALIA IMPLODERÀ - E SU RENZI: "LA CARRIERA POLITICA DEL 'DUCE PUFFO' ERA DESTINATA AL FALLIMENTO. INFATTI: DAL 40 ALL'1,5%. E HO PREDETTO PURE LA SUA SCONFITTA AL REFERENDUM..."
Estratto dell’articolo di Massimo Calandri per genova.repubblica.it
Con lui - anzi: con loro - all'inizio l'unico problema è l'uso del pronome. Perché Amleto Marco Belelli, il Divino Otelma (Genova, 1949) parla sempre di sé al plurale. Quasi sempre.
Nato e cresciuto - "Ci siamo incarnati", comincia così - nel centro storico. Asilo e scuola elementare Duca degli Abruzzi, a metà di via del Campo. Il primo ricordo è una donna, e un dispiacere. "Si chiamava Maria Fabris. Era la mia maestra. La adoravo. Non frequentavo gli altri bimbi, li trovavo banali. Parlavo solo coi grandi. In terza elementare è andata via, credo sia tornata in Sardegna, senza venire a salutarmi. Ho sofferto".
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Ecco che il cuore batte a destra: da ragazzo era iscritto alla Giovane Italia, che si rifaceva al Msi.
"Studiavo al liceo classico Colombo. Sempre stato anticomunista, vero. Ma non mi sono mai iscritto al Msi: ero per il pluralismo delle idee. Avevo fondato il 'Columbus', il giornale della scuola che vendevamo per poche lire. Erano i tempi del Vietnam, ho titolato: 'Alla pace comunista preferiamo la guerra, alla pace senza libertà la guerra per la libertà'. Anche la nostra Resistenza la pensava così, o no? E poi mi sono inventato una lettera con 30 firme false per protestare contro la mia stessa pubblicazione: l'ho fatta arrivare alla redazione dell'Unità, che la messa in pagina senza verificare. Il senatore Giuseppe D'Alema (il padre di Massimo) ha fatto un'interpellanza in Parlamento, è scoppiato un putiferio e noi abbiamo fatto una ristampa. Un successone".
Avrebbe dovuto fare il giornalista.
"Ho scritto a Indro Montanelli, stravedevo per lui. Mi ha detto di lasciar perdere perché non si guadagnava un centesimo. Nel frattempo mi ero laureato in Scienze Politiche, ho vinto una borsa di studio, sognavo una carriera da ambasciatore. Ero passato alla Democrazia Cristiana, presidente della sezione giovanile di piazza della Meridiana: consigliere per Pré-Molo-Maddalena, avevo chiesto di togliere il finanziamento pubblico ai partiti e il professor Lucifredi era d'accordo con me. Non mi hanno rieletto".
E all'improvviso, come un tocco di bacchetta: la magìa.
"Fossi stato il figlio di Taviani, sarei finito a New York. Ma così, rischiavo un ufficetto nel Burundi. Già da bambino avevo il dono, la gente faceva la coda davanti alla casa dei miei genitori: mi bastava un tocco con la mano, per guarire o far star meglio le persone. A 5-6 anni sono rimasto folgorato dal Mago d'Olanda, un famoso taumaturgo. Poi ho conosciuto Tommaso Palamidessi, astrologo ed esoterista: mi ha detto che ero destinato a qualcosa di diverso. Un giorno, ho incontrato Ninotchka".
il divino otelma a muccassassina
Chi era?
"Una straordinaria cartomante, zoppa. Mi invitò a fare le carte con lei a Radio Mediterraneo, che trasmetteva dall'ultimo piano di via dei Giustiniani. Fu un successo incredibile, arrivavano centinaia di telefonate. Un amico mi suggerì di provare con le televisioni private, mandai un sacco di lettere: mi risposte Alberto Monti, invitandomi negli studi di Telenord, a Serra Riccò. Dirette di astrologia e cartomanzia: un'esplosione. Mi piaceva il teatro, attori e cantanti volevo prevedessi loro il futuro: in cambio gli chiedevo di venire in trasmissione. Philippe Leroy, Alberto Lionello, Erika Blanc, Gino Bramieri, Gigi Proietti. Persino Julio Iglesias. Il resto della mia storia in televisione, lo sapete".
Quante profezie spericolate.
"Non abbiamo mai fallito (ecco, ricomincia col plurale, ndr): abbiamo predetto la vittoria dell'Ulivo nel corso di un rito magico con Prodi, Bertinotti , Veltroni. E la sconfitta del Duce Puffo al referendum per la riforma costituzionale: la carriera politica del Duce Puffo (parla di Renzi) era destinata al fallimento. Infatti: dal 40 all'1,5%. Abbiamo naturalmente anticipato la vittoria di Meloni e il centro destra, con Letta che si sarebbe messo da parte".
Le piace, la Meloni.
"Ci ha citato in un comizio a Palermo. Ci è molto simpatica. Noi pensiamo che il suo governo potrà durare a lungo, a una condizione precisa: non si deve slegare da Salvini ma procedere sinergicamente con lui, se si rompesse l'alleanza sarebbe un disastro. Non accadrà quest'anno, neppure il prossimo. Il quadro politico potrà muoversi successivamente - e Forza Italia imploderà, con tanti pezzettini dappertutto - quando Berlusconi non sarà più tra noi".
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