COREA DEL POP – NON SI FERMA L’AVANZATA IN TUTTO IL GLOBO DELLA CULTURA SUDCOREANA – LA “KOREAN WAVE” È PARTITA DALLA MUSICA ED È DIVENTATA UN FENOMENO DI COSTUME PIÙ AMPIO, CHE HA COLONIZZATO STATI UNITI E EUROPA – DAL PIONERE PSY ALLE RED VELVET: ECCO CHI SONO I PROTAGONISTI – VIDEO
Stefano Vecchia per “Avvenire”
Non si ferma l' avanzata della cultura pop sudcoreana. Anzi, con la capacità di diversificarsi e aggiornarsi che la rende un fenomeno unico, continua a fornire stimoli a vecchi e nuovi fan e a creare imponenti fenomeni emulativi.
In particolare, lo tsunami K-pop, riferito soprattutto alla musica ma parte di un fenomeno di costume più ampio, continua a interessare buona parte del continente asiatico e a trovare crescente popolarità in Usa e Europa con importanti risvolti economici e di costume. In misura crescente, però, anche strategici.
All' inaugurazione dei Giochi olimpici invernali tenutisi lo scorso febbraio in Corea del Sud, a Pyongchang, il presidente del Comitato olimpico internazionale, Thomas Bach, ha sottolineato che «i Giochi sono un omaggio al passato e un atto di fede verso il futuro».
Guardando quindi a nuovi orizzonti, "the next wave", come il titolo della cerimonia di apertura.
Una definizione e una aspirazione che sembrano su misura per l' Hallyu, la "korean wave", l' onda lunga del pop made in Korea che a inizio aprile ha spazzato via nell' austera cornice del Gran Teatro orientale nella capitale nordcoreana, sospetto e rigidità del dittatore Kim Jong-un che ha chiesto addirittura una foto ricordo con le cinque componenti del RedVelvet, uno dei gruppi musicali K-pop di punta.
Un tassello nel riavvicinamento tra le due Coree e un riscatto condiviso, se è vero che basi lingua e aspirazioni sono comuni, pur nella profonda diversità dei due sistemi che le governano.
Il fenomeno nel suo complesso ha impiegata un ventennio a imporsi internazionalmente e nell' ultimo decennio è stato costretto a cercare anche nuove strade, contaminazioni e compromessi.
Aggiornando così gli ingredienti primi del suo successo: melodie semplici e divertenti che nascono però da una preparazione meticolosa; coreografie e danze, spesso altamente sincronizzate nei gruppi; una gioia di vivere esplosiva con a volte qualche venatura di malinconia, sentimenti di maniera ma anche allusioni sessuali lanciati a piene mani in testi, abiti, eventi e video di sofisticatezza sempre maggiore.
Elementi che esprimono un Paese che vuole a ogni costo emergere, vivere e comunicare vitalità e influenza ma che sono proposti senza una esclusività culturale e con una altissima professionalità.
I tre miliardi di accessi al video online di Gangnam Style di Psy, hit assoluta del mercato globale nel triennio dal 2012, hanno dimostrato che le nuove forze di artisti e produttori vissuti o attivi anche negli Usa hanno saputo far convergere il meglio delle espressioni musicali e dello star-system delle due culture, contribuendo in modo determinante all' affermazione di quella che oggi è una industria dal valore stimato di forse 15 miliardi di dollari.
Il governo coreano ne ha fatto il ponte teso verso il mondo e Barack Obama ha citato apertamente Hallyu durante il suo viaggio a Seul sei anni fa come contributo essenziale del Paese alla scena internazionale.
La musica è stata il veicolo più immediato della "korean wave" per la sua distribuibilità e portabilità, ma oggi ogni aspetto della cultura giovanile e popolare sudcoreana è fruibile in serie televisive di successo globale come Endless Love, Lovers in Paris, Full Housee Stairway to Heaven, anche se meno per film o musical.
A milioni dal Myanmar al Giappone, dalla Thailandia alla costa occidentale americana, si vestono, si muovono e provano a pensare come migliaia di idoli di varia caratura che vivono o subiscono anni di preparazione, trasformazione e selezione prima di entrare su un "mercato" gestito da poche major che esprime insieme glamour e spietatezza.
Indubbiamente vi sono tante luci in un fenomeno che non lascia indifferenti individui di ogni età e che è insieme orgoglio e prodotto d' esportazione primario per Seul. Qualche ombra, anche.
La pressione per la perfezione e per il successo implica dedizione totale al proprio lavoro e a chi ne ha le chiavi. Le regole contrattuali impediscono, ad esempio, i rapporti sentimentali tra artisti e - soprattutto per le star che più puntano sulla loro immagine adolescenziale - con chiunque.
Impossibile esprimere, se non in modo assai blando, le proprie idee politiche, sociali, religiose. Pressati tra pubblico e imprenditori che valutano gioventù e bellezza come essenziali più di una identità propria, sono una quindicina gli idoli Hallyu che si sono suicidati negli ultimi anni. Tra questi il 27enne Jonghyun, tra i cantanti più amati anche per la sua apparenza scanzonata.
«Forse non era previsto che mi presentassi al mondo, forse non era previsto che fossi conosciuto dal mondo. Ho compreso che è ciò che ha reso difficile la mia vita», ha scritto nel messaggio che ha anticipato il suo gesto estremo lo scorso dicembre.