CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! – “AVVENIRE” TITOLA IN PRIMA PAGINA CHE NEL PROCESSO SULLA GESTIONE DEI FONDI DELLA SEGRETERIA DI STATO VATICANA SONO STATI “IN TOTALE ‘COMMINATI’ 37 ANNI DI RECLUSIONE. NEL LINGUAGGIO GIURIDICO, ‘COMMINARE’ SIGNIFICA STABILIRE UNA SANZIONE PER I TRASGRESSORI DI UNA LEGGE. QUANDO UNA PENA VIENE INFLITTA DAL GIUDICE, IL VERBO DA USARE È ‘IRROGARE’”
“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)
Su Affari & Finanza, supplemento della Repubblica, Mario Platero racconta l’ecatombe di giornali locali negli Stati Uniti: «In 20 anni la California ha perso 524 testate, solo a Los Angeles 104. Nell’area metropolitana di New York hanno chiuso 210 testate. In Texas ben 29 contee non hanno neppure un giornale, un record in America, e secondo il New York Times le chiusure complessive in poco meno di vent’anni sono state 2.900.
Secondo uno studio della Northwestern University, dal 2005 l’America ha perso i due terzi della forza lavoro giornalistica, con una media di 2,5 giornali a settimana che spariscono dalla circolazione». Preoccupante. Ma ancora più preoccupante è che un giornalista di solida esperienza sbagli a far di conto.
Avvenire, comminati anziche irrogati
Se in 18 anni hanno chiuso 2.900 quotidiani, la media è di 3,1 a settimana, non 2,5. E dire che Platero è stato a lungo responsabile della redazione di New York del Sole 24 Ore, giornale che campa di numeri, e oggi è direttore responsabile dell’edizione internazionale del New York Times che viene distribuita in Italia, cioè la stessa fonte della statistica farlocca.
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Michela Proietti intervista sul Corriere della Sera la stilista Raffaella Curiel e le fa dire, a proposito di pranzi con giornalisti, scrittori e artisti al ristorante Bagutta di Milano: «C’erano Luciano Baldacci e Italo Calvino».
Baldacci, fondatore del Giorno e poi del settimanale Abc, si chiamava Gaetano. E verso la fine fa indicare a Curiel il salotto più bello: «Quello di mia madre, con Indro Montanelli, Renata Tibaldi, e Mario Soldati».
Togliendo l’ultima virgola, del tutto superflua, informiamo Proietti che Tibaldi era Renata Tebaldi, inarrivabile soprano di fama mondiale. Ci pare improbabile che Curiel, avendola frequentata nel salotto materno, ne abbia storpiato il cognome durante l’intervista.
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Gianluigi Nuzzi festeggia il compleanno del Papa con un poderoso articolo sulla Stampa, nel quale, sfoggiando una prosa decisamente mistica, immagina Francesco «far riposare la salma a Santa Maria Maggiore».
gianluigi nuzzi foto di bacco (2)
È lì che il Pontefice «prega la madonna, in silenzio», anche se, miracolosamente, «le navate rilanciano le invocazioni». La «madonna» è citata due volte sempre in minuscolo, forse per distinguerla da Madonna Louise Veronica Ciccone.
Spiega Nuzzi, a proposito delle visite di Bergoglio in basilica: «Viene qui dai tempi che era arcivescovo a Buenos Aires». La mistica consente questi salti, la grammatica consiglierebbe «dai tempi in cui». Il realismo magico di Nuzzi giunge all’ermetismo immaginifico nel finale: «Il futuro della Chiesa deve imboccare la povertà». Così mette su carne?
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Avvenire titola in prima pagina che nel processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato vaticana sono stati «in totale comminati 37 anni di reclusione». Nel linguaggio giuridico, comminare significa stabilire una sanzione per i trasgressori di una legge. Quando una pena viene inflitta dal giudice, il verbo da usare è irrogare.
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Giovanni Gagliardi su Repubblica.it riferisce che Shane MacGowan, «conosciuto come voce e frontman dei Pogues», è stato stroncato da «una rara encefalite cerebrale». Essendo l’encefalite l’infiammazione del cervello, vediamo difficile che possa esistere quella polmonare o intestinale.
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La Repubblica, encefalite cerebrale (1)
Intervistato da Francesco Rigatelli sulla Stampa, Lucio Caracciolo, direttore della rivista Limes, dice la sua sull’universo mondo, passando in rassegna le principali questioni internazionali degli ultimi anni, inclusa la controversa missione russa nel Bergamasco durante la pandemia da coronavirus: «La spedizione sui vaccini fu però curiosa e l’idea che un Paese Nato come l’Italia abbia permesso a militari russi di scorrazzare liberamente meriterebbe un’indagine adeguata».
L’operazione «Dalla Russia con amore» (ribattezzata così da Mosca) non c’entrava nulla con le vaccinazioni: autorizzata dal secondo governo Conte, cominciò il 23 marzo 2020, quando il mondo ancora non sapeva come affrontare l’emergenza, mentre i vaccini anti Covid arrivarono nel nostro Paese solo nove mesi dopo, il 27 dicembre.
Siamo peraltro d’accordo con Caracciolo sul fatto che quella spedizione del ministero della Difesa russo, concordata da Vladimir Putin con Giuseppe Conte, meriterebbe un’indagine approfondita.
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PAPA FRANCESCO DON MARCO POZZA
«La sua carriera è tuttavia decollata anche sotto Trump», scrive M. Val. (Marco Valsania?) sul Sole 24 Ore. Il decollo è un atto istantaneo, non si può decollare anche sotto Donald Trump se già si era preso il volo con un altro presidente. Sarà proseguita l’ascesa, magari.
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Non di rado Massimo Franco, notista politico del Corriere della Sera, si occupa del Vaticano. In un articolo sul prossimo conclave scrive erroneamente che gli elettori del Papa sono 137 e, non pago dell’errore, per di più cambia il nome di uno di loro.
A poter eleggere il nuovo pontefice sono infatti, alla data odierna, 134 cardinali, mentre lo statunitense Burke non si chiama Edmund, come il celebre scrittore e politico settecentesco, bensì Raymond Leo.
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Nella sua rubrica Strada facendo, su Specchio, settimanale della Stampa, don Marco Pozza, cappellano del carcere Due Palazzi a Padova, c’illumina: «Quando rompe gli argini, il male ha un qualcosa di devastante, d’incontenibile, di cinico e di barbarico».
Quindi ne deduciamo che quando il male resta negli argini ha un qualcosa di costruttivo, di contenibile, di rispettoso e di civile. Parola del prete che dà del tu a papa Francesco e lo intervista in scarpe da tennis.
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Dal Corriere della Sera, incipit del servizio di Paolo Lorenzi sul Gran premio motociclistico del Qatar: «Capolavoro Martin, vince partendo dalla seconda fila e dimezza lo svantaggio da Bagnaia, quinto dopo una corsa in difesa. Partivano affianco in Qatar, Pecco e Jorge, hanno corso due gare all’opposto». Affianco? O a fianco o affiancati. In italiano. In arabo non sapremmo.