“QUANDO ARRESTAI JOHN LENNON SI PRESENTÒ YOKO COMPLETAMENTE NUDA” - LE MEMORIE DEL MITICO NORMAN PILCHER, AGENTE DI SCOTLAND YARD NELLA LONDRA DEGLI ANNI ‘60: “GENERALMENTE QUANDO BUSSAVO DICEVO DI ESSERE IL POSTINO, MA CON LENNON E YOKO ONO NON FUNZIONÒ. FACEMMO ENTRARE IL CANE. ANDÒ SUBITO ALL’ASTUCCIO DI UN BINOCOLO, DENTRO C’ERA UNA PALLINA DI…”
Paola De Carolis per www.corriere.it
JOHN LENNON E YOKO ONO IN TRIBUNALE
John Lennon? «Un signore». Dusty Springfield? ‘’Che parolacce…’’ Si intitola Bent Coppers, poliziotti corrotti, ma il libro di Norman Pilcher, ex agente di Scotland Yard divenuto lui stesso una celebrità, offre un nuovo tuffo nella Londra degli swinging 60s, la sua musica e i suoi eccessi.
Oggi ha 85 anni ed è malato di cancro, ma Pilcher è stato autore di arresti eccellenti: George Harrison dei Beatles, la moglie Patti Boyd, Brian Jones dei Rolling Stones, il principe Stanislas Klossowski e tanti altri. All’epoca era conosciuto al punto che Mick Jagger, Eric Clapton, Keith Richards e il cantante Donavan lo indicarono come responsabile dei loro guai con la giustizia, anche se Pilcher nega e dà il merito ad altri.
Con Lennon il fermo per detenzione di stupefacenti segnò l’inizio di una lunga relazione. «Generalmente quando bussavo dicevo di essere il postino, ma con Lennon e Yoko Ono non funzionò», ricorda Pilcher a proposito della perquisizione al numero 34 di Montagu Square.
«Ci volle un po’ per convincerli a farci entrare. Prima si presentò Yoko, che aprì la porta completamente nuda. Poi scese John, nudo anche lui. Avevamo un mandato quindi alla fine cedettero. Si vestirono e chiamarono i loro avvocati. Noi aspettammo che arrivassero e poi facemmo entrare il cane. Il cane andò subito all’astuccio di un binocolo, dentro c’era una pallina di cannabis grande come un pollice. All’epoca bastava per procedere all’arresto».
yoko ono e john lennon si sposano a gibilterra
Una volta in centrale, Pilcher e Lennon cominciarono a parlare. «Lennon mi spiegò la sua filosofia di vita, il fatto che credeva nella pace, nell’amicizia, nell’amore e che il corpo dopotutto era suo e se voleva fumarsi uno spinello era affari suoi». Le parole di Lennon ebbero effetto su Pilcher.
«Le leggi sugli stupefacenti erano sbagliate allora e lo rimangono tuttora», spiega oggi. «Sono antiquate e superate», sottolinea schierandosi a favore della depenalizzazione. «Sapevo che l’arresto avrebbe avuto un grosso impatto sulla sua vita, gli avrebbe dato problemi, ad esempio, negli Usa, e mi dispiacque». Lennon, invece, non se la prese. «Quando finì tutto ci mandò alcuni dischi autografati e una dozzina di bottiglie di brandy, senza risentimento o ostilità.
Mi spedì anche qualche cartolina. Ricordo di averne ricevuta una dal Giappone in cui Lennon diceva: ‘’Spero che tu stia bene, Nobby. Adesso non mi puoi prendere!’’ Purtroppo le ho perse facendo il trasloco’’. Pilcher nel libro ammette inoltre di essere stato utilizzato da Lennon per il brano ‘I am the walrus’. «Sì, credo di essere io il tricheco del titolo». Poco tempo dopo, Pilcher si trovò lui stesso sul banco degli imputati. Venne accusato di far parte di un giro di poliziotti corrotti, pronti a inventare prove pur di incastrare qualcuno. Fu condannato a quattro anni di reclusione. Se ha scritto il libro è per fornire la sua versione dei fatti.
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