LO STRANO FENOMENO DEI PUNK EBREI - I SEX PISTOLS INDOSSAVANO SVASTICHE PER MANDARE SU TUTTE LE FURIE I GENITORI, NON CERTO PERCHE’ ERANO NAZI – ANZI, I PUNK EBREI INCARNAVANO LO SPIRITO DEGLI OUTSIDER, EREDI DEL TRAUMA DELL’ESILIO, DELLA SOFFERENZA E DELL’OPPRESSIONE - PER LA PRIMA VOLTA SE NE DISCUTE IN UN DIBATTITO A LONDRA

da www.theguardian.com

Ebreo e punk sono due termini davvero contraddittori. Il primo segue l'ortodossia, il secondo rovescia ogni regola. Eppure i due, a fine anni Settanta, si sono fusi e non solo perché Sid Vicious amava Nancy Spungen, che era di origine ebraica, come d'altronde i capi del punk newyorkese Richard Hell e Ramones.

I punk indossavano spesso le svastiche, non perché erano nazi, ma per mandare su tutte le furie i genitori, per appropriarsi di simboli e ribaltarne il significato, come fecero con la bandiera dell'Union Jack.

L'uso della svastica fece discutere due dei teorici del punk: Malcolm McLaren, manager dei Sex Pistols, e Bernie Rhodes, manager dei Clash, entrambi ebrei.

Il primo, maestro di manipolazione, fornì il simbolo ai Sex Pistols, che lo indossarono in diverse occasioni, il secondo lo vietò sul palco anche a chiunque avesse fatto da gruppo spalla ai Clash.

Entrambi i manager erano a loro modo dittatori, in quanto volevano gestire ogni aspetto dei loro adolescenti musicisti, ma allo stesso tempo aiutarono a creare una clima di libero pensiero incoraggiando l'energia di giovani ribelli. In questo senso i punk ebrei incarnavano lo spirito degli outsider, eredi del trauma dell'esilio, della sofferenza e dell'oppressione, dotati di un'attitudine scettica e ironica. E il punk per loro fu un'oasi di inclusione.

A 40 anni dalla nascita del punk, si discute di questo aspetto meno conosciuto del movimento durante la jewishbookweek.com, che si conclude domani al Kings Place di Londra.

 

 

 

 

La svastica divise i manager dei Clash e dei Sex Pistols Punk al Roxy Club

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