1- PER IL PROCURATORE DI CREMONA: “L’INTERO CAMPIONATO 2010/11 È COMPROMESSO” 2- NUOVI DOCUMENTI PROVANO CHE ALMENO 14 PARTITE DELLA SCORSA STAGIONE SONO STATE TRUCCATE. 10 SQUADRE COINVOLTE TRA CUI LAZIO, BARI, LECCE, GENOA, ROMA 3- SIGNORI, DONI, PAOLONI, ERODIANI E PIRANI DIPINTI COME “QUATTRO SFIGATI”, COSÌ GLI ADDETTI AI LAVORI POTEVANO FAR FINTA CHE IL GIOCATTOLO CALCIO NON SI ERA ROTTO 4- IL METODO ILIEVSKI, “LO ZINGARO”: AI GIOCATORI DENARO IN CONTANTI. TANTO E IN ANTICIPO. POI CI PENSAVANO DA SINGAPORE A MUOVERE MILIONI DI EURO DI SCOMMESSE 5- LA VIA D’USCITA. SE LA FIGC NON CAMBIERÀ LE REGOLE PER SALVARE LE SQUADRE, LA SERIE A PRECIPITERÀ NEL BARATRO DI PENALIZZAZIONI, RETROCESSIONI E SQUALIFICHE

Carlo Bonini, Giuliano Foschin, Marco Mensurati per "la Repubblica"

Roberto Di Martino, procuratore di Cremona, la dice quasi fosse un´ovvietà, non un´enormità. «Lo scorso campionato di serie A è stato irregolare». Poi, elabora. Ed è peggio. «Alcune squadre hanno compromesso la genuinità della lotta per la retrocessione, altre quella per la qualificazione all´Europa League, altre ancora singole partite».

«Mettendole insieme, la quantità di gare truccate è tale che l´intero torneo è da considerarsi compromesso». Insomma, un campionato di cartapesta.

Ecco. Per mesi è sembrata una storia di «quattro sfigati» da bar sport, impiccati al linguaggio astruso degli "over", delle giocate "a due e mezzo" o "tre e mezzo". Popolata da fanfaroni, millantatori, calciatori sul viale del tramonto, comunque marginali nel calcio (scommesse) che conta.

Un album di macchiette che evocava vicende inverosimili: il sonnifero nel tè, la vecchia gloria imbolsita (Signori), il portiere instabile (Paoloni), il capitano con la scimmia del "picchetto" (Doni), il tabaccaio e il medico di provincia chiacchieroni (Erodiani e Pirani).

A ben vedere, una benedizione per il Palazzo del calcio, le tifoserie organizzate, gli addetti ai lavori. Un modo per dire che, sì, la vicenda era drammatica, ma niente affatto seria e convincere e convincersi che il giocattolo non si sarebbe rotto. Le cose, a quanto pare, non stavano e non stanno così. Nuovi documenti istruttori acquisiti dalle indagini delle Procure di Cremona e, ora, anche Bari, a cui Repubblica ha avuto accesso, raccontano una storia di crimine organizzato che ha appestato il calcio di casa nostra e non solo. Secondo le procure provano che, almeno 14 gare del campionato di serie A 2010-2011 di regolare hanno avuto solo il pallone con cui sono state giocate.

IL METODO ILIEVSKI
In questa storia c´è un uomo che conta più di altri. Perché è la chiave che, d´incanto, rende nitido un puzzle fino ad allora confuso. Lo chiamano «lo zingaro» e di lui si legge nell´informativa che il 16 gennaio scorso la squadra mobile di Cremona e il Servizio centrale operativo della polizia consegnano alla Procura di Cremona. Il suo nome è Hristyan Ilievski e ha trascorso l´intera stagione calcistica 2010-2011 in giro per gli stadi e i ritiri dei club a comprare calciatori e partite.

È brutto, Ilievski. Ha una cicatrice enorme sul volto e non gira mai da solo. Chiunque ne parli lo racconta come una sorta di Uomo Nero. Vittorio Micolucci, ex difensore talentuoso dell´under 21 finito per sbaglio ad Ascoli in serie B, ne è quasi terrorizzato: «Era notte. Un mio ex compagno mi aveva detto che c´erano due che mi volevano parlare. Ci vedemmo in un parcheggio. Arrivarono su una macchina con targa straniera.

Alla guida c´era uno straniero che faceva da traduttore ad un altro che aveva una cicatrice (...) I due mi dissero che erano disposti a pagare per alterare i risultati delle partite di calcio. Volevano soprattutto gli "over 2.5 e 3.5". Ma volte volevano direttamente il risultato esatto. Offrivano denaro in contanti. Tanto e in anticipo. Se il risultato finale era quello pattuito i soldi li potevo tenere. Altrimenti andavano restituiti». Il metodo Ilievski sembra infallibile. Ma è stato mai applicato? Riesce? E soprattutto che profitti assicura?

DA SINGAPORE A ROMA
Per trovare la prima delle risposte è sufficiente sezionare una delle partite che - come documenta una nota di tre pagine depositata agli atti dal procuratore di Cremona, Roberto di Martino - ne è il paradigma: Lazio-Genoa. Il giorno del match, 14 maggio 2011, Ilievski va al campo di allenamento della Lazio, a Formello, vicino Roma. Con lui ci sono il suo inseparabile guardaspalle e l´ex giocatore Alessandro Zamperini (ottimo amico di molti calciatori di serie A, tra i quali anche il laziale Stefano Mauri).

In tasca ha un telefonino con scheda intestata a un nome di fantasia: Victor Kondic. L´analisi del traffico sulle celle della compagnia telefonica non lascia dubbi: Ilievski è a Formello alle 12:10, quando ancora il pullman della Lazio non ha lasciato il parcheggio diretto allo stadio Olimpico e i giocatori sono ancora dentro l´impianto.

E qui rimane per circa un´ora. Intorno alle 12:42, il suo telefonino comincia a contattare il numero personale di Tan Seet Eng, capo dell´organizzazione di scommettitori che vive a Singapore. Un tipo che ama le suite a 5 stelle, le ciabatte e il lusso pacchiano. Ma, soprattutto, che - secondo il pentito Perumal (membro dell´organizzazione asiatica, arrestato in Finlandia) - è capace di spostare scommesse per un milione di euro su una partita di serie A in tre minuti. Quindici, se il match è di serie B.

Dopo il contatto con Zamperini, Ilievsky si sposta nella zona dove alloggia il Genoa in trasferta e incontra Oscar Milanetto, leader dello spogliatoio. L´abboccamento va a buon fine, secondo i magistrati, perché la partita finisce con un rotondo 4-2 per la Lazio. Ma soprattutto con un bel 1-1 alla fine dei primi 45 minuti. Spiega infatti Carlo Gervasoni, giocatore pentito arrestato da Cremona: «L´accordo prevedeva che il primo tempo si concludesse con un "over" (almeno due gol nei primi 45´, più di tre al 90´ ndr). Risultato che venne raggiunto».

È un fatto (riscontrato dalle celle telefoniche e dalle schede di presenza degli alberghi) che quella sera del 14 maggio, alle 19.19, Ilievsky è a Milano, all´Una Hotel Tocq dove lo aspetta Bellavista (ex capitano del Bari che fa parte del giro ed è in contatto con i clan della mafia barese). E dove, il 15 sera, lo raggiungono, alle 20:33, due giocatori del Genoa: Milanetto e Dainelli.

«Evidentemente - scrive il procuratore Di Martino - si tratta di un incontro finalizzato alla consegna del denaro ai giocatori, dopo che la partita aveva realizzato il risultato programmato». Lazio-Genoa ha tutto per essere una partita truccata. Ma è stata l´unica? Quante volte gli zingari hanno riprodotto lo stesso format?

"80 MILA EURO A CRANIO"
Lazio-Genoa non è un unicum. Il format Ilievski si ripete identico in almeno altre cinque partite. Lecce-Lazio (lo «zingaro» è all´Hilton di Lecce dal 20 al 23 maggio 2011), finita con un rocambolesco "over" (2-4 il risultato finale). Bari-Sampdoria 0-1, di cui si "occupa" l´ungherese Lazlo, a Bari, dalla vigilia al giorno successivo la partita come dimostrano le celle telefoniche riscontrate dalla polizia ungherese in un´informativa trasmessa in Italia. Bari-Roma 2-3, quando racconta il giocatore pentito Andrea Masiello, «gli zingari vennero sotto casa a chiedermi di far terminare la partita in "over". Gli dissi di "no". Loro mi dissero che avevano già convinto gli altri».

La domenica dopo, il Bari va a Palermo (1-2) e gli "zingari", che sono in Sicilia, catechizzano a modo loro cinque giocatori: Andrea Masiello, Parisi, Padelli, Bentivoglio, Marco Rossi. Offrono 80 mila euro a cranio perché vinca il Palermo con «almeno due gol di scarto». Le cose non vanno così (l´inconsapevole Miccoli sbaglia il rigore nel finale) e i cinque restituiscono il denaro. C´è anche Brescia-Bologna (3-1). Una settimana prima del match, al telefono, uno degli uomini del giro degli zingari dice: «Mi hanno detto che il Brescia con il Bologna prenderà tutto».

Dice un investigatore: «Le prove che abbiamo raggiunto su queste sei partite ci consentono oggi di dire con ragionevole certezza che ce ne sono almeno altre otto, di cui parlano i pentiti e abbiamo traccia nelle intercettazioni telefoniche, che sono state aggiustate nello stesso modo». Sono Napoli-Sampdoria (4-0); Brescia-Chievo (0-3); Brescia-Bari (2-0); Genoa-Roma (4-3); Bari-Chievo (1-2); Parma-Bari (1-2); Chievo-Sampdoria (0-0).

Ce ne sarebbe anche un´altra: Inter-Lecce (1-0). La partita è appattumata a dovere, ma, racconta Massimo Erodiani (uno degli arrestati a Cremona), accade qualcosa nel tunnel di san Siro mentre le squadre entrano in campo: «L´accordo era che il match dovesse finire con un "over". Con un gol del Lecce, prima dell´Inter. Prima di entrare in campo ci fu un ripensamento. E i giocatori dell´Inter non accettarono. Me lo disse Daniele Corvia (giocatore del Lecce ndr) che gli "zingari" avevano corrotto insieme a lui Rosati, Ferrario e Vives». E ora che succederà? Come reagirà il mondo del calcio? Le squadre cosa rischiano?

LA VIA D´USCITA
Raccontano fonti diverse che il Palazzo del pallone stia vivendo ora giorni terribili. La favola dell´inchiesta che «non andrà da nessuna parte» non la beve più nessuno. E l´arrivo della Procura di Bari sul proscenio dell´indagine è stato il definitivo campanello d´allarme. Racconta una fonte vicina alla Federazione Gioco Calcio: «Il giorno in cui si è saputo che il procuratore capo di Bari, Antonio Laudati, interrogava in una località segreta Masiello, è stato chiaro che qui verrà giù tutto».

Dunque? Al mondo a parte del pallone e della giustizia sportiva restano pochi mesi. Quelli da qui alla fine di questo campionato. E una scelta da fare: aspettare che le inchieste penali obblighino il procuratore federale Stefano Palazzi a precipitare mezza serie A nel baratro delle penalizzazioni, retrocessioni e squalifiche.

Oppure mettere rapidamente mano al codice di giustizia sportiva. Cancellando o modificando quel principio di "responsabilità oggettiva" che consentirebbe di buttare a mare gli indifendibili, "le mele marce" e salvare ciò che resta del calcio professionistico di questo Paese. Vedremo.

 

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