oriana fallaci

LA RABBIA E LA FALLACI - ECCO COSA DICEVA ORIANA DEGLI ISLAMICI NEL 2005: ‘L’EUROPA È LA LORO TERRA PROMESSA, IN NOME DELLA PIETÀ E DEL MULTICULURALISMO ABBIAMO ACCETTATO UN’INVASIONE’ - UN LIBRO METTE INSIEME I NEMICI DELLA SCRITTRICE, DA TIZIANO TERZANI A DARIO FO E JOVANOTTI. ‘CON LA SCUSA DELL’ISLAMOFOBIA SI È TENTATO DI CENSURARLA, MA LE SUE PAROLE SONO PIÙ VERE CHE MAI’

1. I FATTI LE DANNO RAGIONE E I NEMICI DELLA FALLACI VOMITANO ANCORA BILE

Francesco Borgonovo per ‘Libero Quotidiano

 

ORIANA FALLACI 9ORIANA FALLACI 9

«Ma allora siete proprio ossessionati, questa Oriana Fallaci vi si è piantata nel cervello e non riuscite più a levarvela...». L' obiezione è legittima, visto che ancora una volta chiamiamo in causa la grande fiorentina e pubblichiamo parole pronunciate, rivedute e corrette da lei a proposito della religione musulmana.

Il fatto, però, non è che noi siamo fissati. È che la realtà è leggermente ostinata.

 

E, guarda un po', continua a darle ragione, anche a dieci anni di distanza dalla sua morte. Leggete che cosa sosteneva nell' intervista che pubblichiamo qui, confrontatelo con la situazione di Bruxelles, di Parigi, di Colonia e provate a dimostrare che non ci aveva preso in pieno. Monta una rabbia atroce, da far esplodere le coronarie, al pensiero di quanti insulti ha ricevuto, di quante offese sprezzanti le hanno rivolto per invidia, perché la trovavano antipatica, perché non volevano vedere ciò che avevano sotto il naso, ottenebrati dall' ideologia.

 

In questi giorni è uscito un bellissimo libro firmato da Alessandro Gnocchi, che da responsabile delle pagine culturali di Libero ha avuto a che fare spesso con la Fallaci, si è sottoposto a estenuanti discussione sui punti e le virgole durante l' impaginazione dei suoi pezzi, e ha avuto il privilegio di assaporare la materia viva dei suoi scritti.

ORIANA FALLACI E AYATOLLAH KHOMEINIORIANA FALLACI E AYATOLLAH KHOMEINI

Gnocchi ricostruisce - con minuzia, onestà intellettuale da applausi e uno stile frizzante nella sua chiarezza - la ricezione delle opere fallaciane nel nostro Paese (e non solo). Ecco, a leggere le reazioni dell' intellighenzia, anzi della deficienzia, di sinistra, viene da vomitare. Leggetelo, questo pamphlet tonante.

 

Si intitola I nemici di Oriana. La Fallaci, l' islam e il politicamente corretto (Melville Edizioni, pp.174, euro 15.50). Vi troverete le frasi oscene del premio Nobel alla cialtroneria Dario Fo, secondo cui l' Oriana si era resa responsabile di una «operazione da terroristi». Troverete l' invidia verde di Tiziano Terzani, guru del pacifismo farlocco: «Il caso Fallaci non è più politico, ideologico o morale: a mio parere è un caso clinico».

 

ORIANA FALLACI ORIANA FALLACI

E poi le boiate di Jovanotti, uno che ha scritto un libro imperdibile come Il grande boh e si è permesso di irridere «la giornalista scrittrice che ama la guerra/perché le ricorda quando era giovane e bella». Senza contare tutti coloro che, in cerca di fama, hanno sparato sul bersaglio grosso: Giancarlo Bosetti della rivista Reset, il sociologo Stefano Allievi... Delle loro pagine contro la Fallaci non è rimasta traccia.

 

Ma di Oriana ancora si discute. Giusto ieri il Foglio ha pubblicato una lunga lettera di Adriano Sofri scritta vari anni fa e indirizzata a lei. Sofri esprime un dissenso anche molto netto, ma prende seriamente le questioni avanzate dalla Scrittrice toscana. Bisognerebbe che lo facessero tutti quelli che, in questi anni, l' hanno vilipesa e irrisa. Quelli che ancora oggi, a ogni livello, lo fanno. Non solo per dare alla Fallaci il giusto tributo, ma pure perché una riflessione finalmente onesta ci aiuterebbe a capire di più in che mondo viviamo.

 

FOTO DI ORIANA FALLACI DAL SUO ARCHIVIO PERSONALE DA L ESPRESSO FOTO DI ORIANA FALLACI DAL SUO ARCHIVIO PERSONALE DA L ESPRESSO

Gnocchi lo mostra molto bene, con una incursione profonda nell' Oriana-pensiero, con riflessioni sul politicamente corretto che ci avvelena, sull' islamofobia divenuta arma di censura di massa. Si può anche non condividere tutto, della Fallaci. Si può discutere sul suo sfegatato antiamericanismo, per dire. Ma non si può non cogliere la verità d' acciaio che emerge dalle sue pagine sull' Italia e l' Europa. Le distinzioni fra sciiti e sunniti, le sottigliezze geopolitiche si affronteranno poi. Prima bisogna cogliere il grido d' allarme, di dolore. E l' invito a reagire in nome dell' amor patrio. Restando nemici di Oriana, facciamo del male a noi stessi.

 

 

 

2. «L' UE È LA LORO TERRA PROMESSA»

 

I NEMICI DI ORIANA DI ALESSANDRO GNOCCHII NEMICI DI ORIANA DI ALESSANDRO GNOCCHI

‘Libero’ pubblica un brano dell' intervista concessa da Oriana Fallaci a Padre Andrzej Majewski, caporedattore della televisione pubblica polacca. Fu pubblicata da Libero il 14 agosto 2005: ne trovate la versione integrale nel libro di Alessandro Gnocchi.

 

Padre Andrzej Majewski: I responsabili degli attacchi terroristici a Londra erano mussulmani nati in Gran Bretagna o cittadini inglesi. Quindi potrebbero essere considerati europei. Crede che per difendere il nostro continente e la civiltà occidentale dovremmo esiliare tutti i mussulmani dell' Europa?

 

Per incominciare, non sono affatto europei. Non possono essere considerati europei. O non più di quanto noi potremmo essere considerati islamici se vivessimo in Marocco o in Arabia Saudita o in Pakistan beneficiando della residenza o della cittadinanza. La cittadinanza non ha niente a che fare con la nazionalità, e ci vuol altro che un pezzo di carta su cui è scritto cittadino inglese o francese o tedesco o spagnolo o italiano o polacco per renderci inglesi o francesi o tedeschi o spagnoli o italiani o polacchi.

 

MOLENBEEKMOLENBEEK

 Cioè parte integrante di una storia e di una cultura. Secondo me, anche quelli con la cittadinanza sono ospiti e basta. O meglio: invasori privilegiati. Poi una cosa è espellere gli allievi terroristi o gli aspiranti terroristi, i clandestini, i vagabondi che vivono rubando o spacciando droga o, meglio ancora, gli imam che predicando la Guerra Santa incitano i loro fedeli a massacrarci.

 

E una cosa è cacciare indiscriminatamente una intera comunità religiosa. L' esilio è una pena che già nell' Ottocento l' Europa applicava con le molle, e solo per qualche individuo. Ai nostri tempi si applica soltanto per i re e le famiglie reali che hanno perso la partita. In parole diverse, non si addice più alla nostra civiltà. Alla nostra etica, alla nostra cultura. E l' idea di trasformarci paradossalmente da vittime in tiranni, da perseguitati in persecutori, è per me inconcepibile.

 

MOLENBEEKMOLENBEEK

Mi fa pensare ai trecentomila ebrei che nel 1492 vennero cacciati dalla Spagna, ai pogrom di cui gli ebrei sono stati vittime nell' intero corso della loro storia. Naturalmente, se volessero andarsene di loro spontanea volontà, non piangerei. Anzi, accenderei un cero alla Madonna. Nel saggio pubblicato giorni fa dal Corriere della Sera, «Il nemico che trattiamo da amico», addirittura glielo suggerisco. «Se siamo così brutti, così cattivi, così spregevoli e peccaminosi» gli dico «se ci odiate e ci disprezzate tanto, perché non ve ne tornate a casa vostra?».

 

Il fatto è che se ne guardano bene. Non ci pensano nemmeno. Ed anche se ci pensassero, come attuerebbero una cosa simile? Attraverso un esodo uguale a quello con cui Mosè portò via gli ebrei dall' Egitto e attraversò il Mar Rosso? Sono troppi, ormai. Calcolando solo quelli che stanno nell' Unione Europea, sostengono i dati più recenti, circa venticinque milioni. Calcolando anche quelli che stanno nei paesi fuori dell' Unione Europea e nell' ex Unione Sovietica, circa sessanta milioni.

 

MolenbeekMolenbeek

Questa è la loro Terra Promessa, mi spiego? Rispetto, tolleranza. Assistenza pubblica, libertà a iosa. Sindacati, prosciutto, il deprecato prosciutto, vino e birra, il deprecato vino e la deprecata birra. Blue jeans, licenza di esercitare in ogni senso prepotenze che qui non vengono né punite né rintuzzate né rimproverate. (Inclusa la licenza di buttare i crocifissi dalle finestre). Protettori cioè collaborazionisti sempre pronti a difenderli sui giornali e a impedirne l' espulsione nei tribunali.

 

Caro padre Andrzej, è troppo tardi ormai per chiedergli di tornare a casa loro. Avremmo dovuto, avreste dovuto, chiederglielo venti anni fa. Cioè quando già dicevo: «Ma non lo capite che questa è un' invasione ben calcolata, che se non li fermiamo subito non ce ne libereremo mai più?».

 

LA MANIFESTAZIONE DEI MUSULMANI ITALIANI CONTRO IL TERRORISMO 1LA MANIFESTAZIONE DEI MUSULMANI ITALIANI CONTRO IL TERRORISMO 1

In nome della pietà e del pluriculturalismo, della civiltà e del modernismo, ma in realtà grazie ai cinici accordi euro-arabi di cui parlo nel mio libro La Forza della Ragione, invece, li abbiamo lasciati entrare. Peggio: avendo scoperto che non ci piaceva più fare i proletari, cogliere i pomodori, sgobbare nelle fabbriche, pulire le nostre case e le nostre scarpe, li abbiamo chiamati. «Venite, cari, venite, ché abbiamo tanto bisogno di voi». E loro sono venuti. A centinaia, a migliaia per volta. Uomini robusti e sbarbati, donne incinte, bambini.

 

Sempre seguiti dai genitori, dai nonni, dai fratelli, dalle sorelle, dai cugini, dalle cognate, continuano a venire e pazienza se anziché persone ansiose di rifarsi una vita lavorando ci ritroviamo spesso vagabondi. Venditori ambulanti di inutilità, spacciatori di droga e futuri terroristi. O terroristi già addestrati e da addestrare.

 

LA MANIFESTAZIONE DEI MUSULMANI ITALIANI CONTRO IL TERRORISMO5LA MANIFESTAZIONE DEI MUSULMANI ITALIANI CONTRO IL TERRORISMO5

Pazienza se fin dal momento in cui sbarcano ci costano un mucchio di soldi. Vitto e alloggio. Scuole e ospedali. Sussidio mensile. Pazienza se ci riempiono di moschee. Pazienza se si impadroniscono di interi quartieri anzi di intere città. Pazienza se invece di mostrare un po' di gratitudine e un po' di lealtà pretendono addirittura il voto che in barba alla Costituzione le Giunte di Sinistra gli regalano a loro piacimento. Pazienza se, per proteggere la Libertà, a causa loro dobbiamo rinunciare ad alcune libertà. Pazienza se l' Europa diventa anzi è diventata l' Eurabia.

 

Caro padre Andrzej, io non so quel che accade in Polonia. Ma nel resto dell' Europa, e per incominciare nel mio Paese, non accade davvero quel che accadde a Vienna oltre tre secoli fa. Cioè quando i seicentomila ottomani di Kara Mustafa misero sotto assedio la capitale considerata l' ultimo baluardo del Cristianesimo, e insieme agli altri europei (Francia esclusa) il polacco Giovanni Sobieski li respinse al grido di «Soldati, combattete per la Vergine di Czestochowa».

GRANDE MOSCHEA DI BRUXELLES BELGIO ISLAMGRANDE MOSCHEA DI BRUXELLES BELGIO ISLAM

 

No, no. Qui accade quello che oltre tremila anni fa accadde a Troia, cioè quando i troiani aprirono le porte della città e si portarono in casa il cavallo di Ulisse.

 

Sicché dal ventre del cavallo Ulisse si calò con i suoi commandos e gli Achei distrussero tutto ciò che v' era da distruggere, scannarono tutti i disgraziati che c' erano da scannare, poi appiccarono il fuoco e buonanotte al secchio. Perbacco! Inascoltata e sbeffeggiata come una Cassandra, da anni ripeto fino alla noia il ritornello «Troia brucia, Troia brucia». Ed oggi ogni nostra città, ogni nostro villaggio, brucia davvero. Esiliare? Macché vuole esiliare. Oggi gli esuli siamo noi. Esuli a casa nostra.

ISLAM BELGIOISLAM BELGIO

 

 

Ultimi Dagoreport

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...