RAI SPORT O ‘BAR SPORT’? - UNA VOLTA IN RAI IL ‘LEI’ ERA D’OBBLIGO, OGGI CHE C’È LORENZA LEI NON LO USA PIÙ NESSUNO - IL CALCIO SARÀ PURE NAZIONAL POPOLARE MA SULLA TV PUBBLICA SEMBRA DI STARE A CASA DI VARRIALE: C’ERANO PAOLO, ITALO, FABRIZIO, E ANCORA FRANCO E PAOLA, IVAN E PURE MARINO. INFINE È GIUNTO MARCO, LÌ, E CON LUI OGNI TANTO GIUNGEVANO LE VOCI DI ALESSANDRO E, PENSATE UN PO’, ANCHE DI AMEDEO…

Fulvio Abbate per il "Fatto quotidiano"

Nomi di battesimo e Campionati europei di calcio, ecco i nostri temi di oggi. I miei amici del tempo in cui i Matia Bazar cantavano "Stasera che sera", Pippo e Paffo erano dei terribili mostri antropologici da muretto, e così non me ne faceva passare una: se per caso, riferendomi, che so?, all'avvocato Agnelli (che ovviamente non conoscevo neppure di striscio) dicevo "Gianni", o magari, accennando alla mia conterranea signora Cardinale (la famiglia materna dell'attrice è di Isola delle Femmine, accanto a Capaci!) l'avessi chiamata Claudia; bene, loro, Pippo e Paffo mi avrebbero fatto nero, prendendomi per lo culo in giro da qui alla mia prossima caduta di stile.

Pippo e Paffo, l'ho già detto, erano impresentabili, due perfetti imbecilli, e tuttavia mi sono stati maestri di vita, di stile, soprattutto quando non c'era da non vantare prossimità con l'altro, l'estraneo, l'importante. Insomma, a parte gli amici veri e cari, nessuno deve essere chiamato per nome di battesimo, proprio nessuno, e se lo fai è giusto per sentirti importante, pari del re o della regina. Nel caso nostro, dell'attaccante, del centrocampista o, nella peggiore delle circostanze, addirittura del portiere.

Chi, non ottenebrato dalla retorica calcistica, avrà avuto modo di seguire i campionati europei fino alla partita di domenica sera culminata con la vittoria sull'Inghilterra, sia pure ai rigori, avrà notato che i telecronisti del servizio pubblico ripetevano in continuazione, quasi stessero parlando di un cugino siamese, ripetevano appunto il nome di tal Cesare.

Cesare qui, Cesare lì, Cesare mio, Cesare nostro, Cesare bello, guarda Cesare, hai visto Cesare, anvedi Cesare. Così fino a farmi risorgere, libero e giocondo, il ricordo dello scherno all'acido muriatico di Pippo e Paffo. Adesso non ne rammento con esattezza le generalità, mi sembra però che gli autori del lungo simposio calcistico-mediatico, continuando nell'abominio dell'assenza di vero stile, fra rubriche di riflessione (si fa per dire) e telecronaca si sono alternati con molta soddisfazione.

C'erano Paolo, Italo, Fabrizio, e ancora Franco e Paola con la presenza di Enrico, Ivan e c'era pure Marino. Infine è giunto Marco, lì, in collegamento da Kiev, e con lui ogni tanto giungevano le voci di Alessandro e, pensate un po', anche di Amedeo. Non è ancora tutto perché un attimo dopo c'è stato modo di incrociare anche Bruno e Beppe, mentre le interviste a bordo-campo erano affidate ad Alessandro.

Infine, alle 23.05, sempre su Rai1, nell'ampio post gara all'interno di "Notti Europee" sono apparsi Andrea e Simona con loro in studio c'erano comunque, nell'ordine, Jacopo, Enrico bis, Ivan e nuovamente Marino. Un'ideale spaghettata calcistica di cordialità.

Tutti insieme, Paolo, Italo, Fabrizio, Franco e Paola ci hanno fatto dono di un coro di incitamento rivolto quindi a Mario, anzi, a Super Mario, e poi, in ordine di rilevanza o giù di lì Gigi, Riccardo, Antonio, Ignazio (toh, questo si chiama come la buonanima di mio papà), Andrea, Claudio, Andrea bis, Daniele, Federico e tutti gli altri amici del muretto degli europei. Inutile aggiungere che così facendo si è bravi e calorosi telecronisti o commentatori dell'acme calcistica, ma, in parallelo, metafora esatta della cultura della compromissione che - Berlusconi e l'opposizione assente docet - ammanta di sé l'Italia in tutto il suo azzurro tenebra. Ave, Cesare!

 

 

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