1. RAOUL BOVA ANNUNCIA CHE IL SUO MATRIMONIO E’ FALLITO (DAGO-SCOOP DEL 5 SETTEMBRE) E SI SFOGA: “SE IO SONO UN PERSONAGGIO PUBBLICO E CONOSCO LE REGOLE DEL GIOCO, I MIEI FIGLI NON HANNO FATTO NULLA PER MERITARSI QUESTO TRATTAMENTO... TUO PADRE STA MALE, TUO PADRE È UN LADRO, TUO PADRE DIVORZIA, TUO PADRE È GAY... SE MI VEDO COSTRETTO A PARLARE, È PER PROTEGGERE LORO LO DICO APERTAMENTE” 2. LE VOCI SULLA SUA SESSUALITA’: “MI PIACCIONO LE DONNE. SE FOSSI GAY, NON AVREI NESSUN PROBLEMA A RICONOSCERLO. O FORSE NON LO DIREI: PERCHÈ QUESTO OBBLIGO DI DICHIARARSI, DI GIUSTIFICARSI? NESSUNO VA IN GIRO A DIRE: PIACERE, SONO ETERO”
Anticipazione di Vanity Fair
«Se io sono un personaggio pubblico e conosco le regole del gioco, i miei figli non hanno fatto nulla per meritarsi questo trattamento... L'assedio dei fotografi li spaventa... Poi c'è la scuola: i compagni a casa hanno genitori che leggono, ascoltano, e a tavola commentano queste cose, e i figli le sentono, e tornando a scuola le ripetono, con la cattiveria che possono avere i bambini: tuo padre sta male, tuo padre è un ladro, tuo padre divorzia, tuo padre è gay... Se mi vedo costretto a parlare, è per proteggere loro».
Così Raoul Bova, nella storia di copertina del numero di Vanity Fair in edicola da mercoledì 9 ottobre, spiega la decisione di «mettere le cose in chiaro» sul gossip che da qualche mese gira a proposito dell'attore, al cinema a fine anno in Indovina chi viene a Natale di Fausto Brizzi. A cominciare dalle voci di dissapori con Chiara Giordano, sua moglie da 13 anni e madre dei suoi due figli. Infrangendo il silenzio che entrambi finora hanno tenuto, Bova racconta che in effetti si stanno separando, e che la crisi è in corso da anni.
«Chiara e io nel tempo siamo molto cambiati. Il cambiamento a volte unisce e a volte no. Noi due, purtroppo, non ci siamo più capiti... Allora è iniziato un periodo molto lungo - quasi tre anni ormai - in cui ci siamo parlati, ci siamo confrontati. Abbiamo provato in tutti i modi a risolverli, quei problemi, ma purtroppo non è bastato... E alla fine abbiamo deciso di comune accordo, con grandissimo dolore e con grandissima civiltà , di prendere strade diverse. Lo abbiamo fatto perché crediamo troppo al valore della famiglia per tenerla in piedi a qualunque costo, come facciata, senza onestà . à un atto non dico di amore, ma di rispetto per l'amore che c'è stato tra di noi».
Nell'intervista, oltre a parlare dei sensi di colpa nei confronti dei figli, Bova mette le cose in chiaro sulla sua situazione con il fisco - dopo il sequestro di tre abitazioni di sua proprietà - sul recente ricovero in ospedale e affronta le voci sulla sua sessualità : «Lo dico apertamente, mi piacciono le donne. Se fossi omosessuale, credo che non avrei nessun problema a riconoscerlo. O forse non lo direi: perchè questo obbligo di dichiararsi, di giustificarsi? Nessuno va in giro a dire: piacere, sono etero. Più di metà dei miei amici sono gay. Persone con cui sono cresciuto e andato a scuola, con cui lavoro. à per loro, soprattutto, che mi fa ribrezzo questo modo razzista e retrogrado di usare l'etichetta di omosessuale come una macchia inconfessabile, come una peste».




