"ERAVAMO UN GRUPPO ESAURITO DI 5 TOSSICI ALCOLIZZATI, MESSI DI MERDA, SOMMERSI DAI DEBITI, SPESSO SUL LASTRICO, FAMOSI PER SALIRE SU UN PALCO STRAFATTI" - LA RECENSIONE DI BARBARA COSTA ALL'AUTOBIOGRAFIA DI JOE PERRY, PRIMO CHITARRISTA E COFONDATORE DEGLI AEROSMITH: "UNA VOLTA A CLEVELAND, A UN CONCERTO, UN FAN HA TIRATO SUL PALCO UNA BUSTINA CON DELLA POLVERINA. STEVEN TYLER L’HA PRESA, SISTEMATA SUL MICROFONO, E SNIFFATA CON GLI ALTRI. I DELIRI DI SESSO PROMISCUO, TUTTI NELLA STESSA STANZA "A FARSI SPOMPINARE” E TYLER CHE SFINIVA LE GROUPIE NEL BACKSTAGE…"
Barbara Costa per Dagospia
young lust the aerosmith anthology
“Hai detto Aerosmith!? Quella m*rda che passa per musica!? Gli do un altro anno prima di ritrovarsi nella spazzatura con tutte le altre band finite nel dimenticatoio. Gli Aerosmith sono una ca*zo di barzelletta!!!”.
A inizio anni '70, questo in tanti pensavano, di Steven Tyler e soci, non immaginando che quella musica da loro ritenuta m*rda sarebbe durata 50 anni, e non smette di vivere e battere, nelle orecchie, e cuore e mente, e sul clitoride di noi fan assatanate e indomabili perché, niente da fare, se il rock ti piglia non te ne liberi, è un incantesimo, un veleno, ma benefico, e non ci sono antidoti, rimedi, soluzioni, e specie se il musicista adorato è sotto demone, di una chitarra, e la chitarra si sa gli ritma sul sesso, la chitarra è il corpo di una donna, sono le sue curve che lui tocca, accarezza, ama e suona, e quindi, sapete che c’è, c’è che con la storia che il rock è morto avete rotto: tenetevi pure i vostri rapper, e trapper, e star del pop mosce, e a me lasciate lui, Joe Perry, le sue chitarre e riff e "Rocks", la sua autobiografia, che vivaddio esce in italiano il 18 novembre per Tsunami Edizioni.
Lasciatemi lui, Joe Perry, primo chitarrista e cofondatore degli Aerosmith, che dico co andrebbe detto fondatore e basta, ehi, è stato lui a chiamare Steven Tyler in squadra, e il loro primo incontro coincide col primo trip in acido di Joe. Come sia stato possibile che “un gruppo esaurito di 5 tossici alcolizzati, messi di m*rda, sommersi dai debiti, spesso sul lastrico, famosi per salire su un palco strafatti, e suonare alla grande”, sia stato capace di stipare arene e stadi, in tutto il mondo, da cinque decenni, è un mistero che Joe non sa risolvere.
Come sia stato possibile che da mezzo secolo uno come Joe Perry, calmo, taciturno, solitario, sia il “fratello scelto e simbiotico” di un caciarone svalvolato qual è Steven Tyler, è il secondo mistero irrisolto che fa da filo rosso del libro. Se vuoi sapere come si può sopportare per così tanto tempo di comporre, suonare, produrre, fare tour, e passare compleanni, Natali, Pasque e Ringraziamenti con un tipo come Tyler, che non parla ma urla, logorroico (“porca tr*ia, non la chiude mai quella caz*o di bocca!”), maniaco dell’ordine, e che seleziona e etichetta tutto, ogni singolo barattolino della cucina e del frigorifero, ed è irascibile, sclera per niente, ma specie se la carta igienica non è del colore a lui giusto… leggiti 'sto libro qui.
steven tyler joe perry toxic twins
Secondo te, che ci si può aspettare da uno che ai tempi del liceo si sballava infilzando il dente di un pettine nella sigaretta e fumandosi la plastica?
I musicisti rock vivono nel nostro stesso mondo ma al contempo in una realtà altra, e se tu vuoi sapere vita vera on the road fatta di camere da letto distrutte, lavabi e cessi svitati, tv lanciate in piscina, casse spia dal palco, alani fumati, case in fumo, manager mafiosi, coltelli alla gola, morsi in testa, sulle labbra di Joe e di corsa all’ospedale per ricucirlo, arresti per aver detto “caz*o” sul palco, dove ti gettano petardi, e uno colpisce Steven e gli ustiona la cornea, un altro recide a Joe un’arteria della mano destra… leggiti 'sto libro qui.
E se vuoi sapere quanto gli Aerosmith han “sfrecciato lungo l’autostrada per l’inferno”, cioè come “all’inizio eravamo musicisti che caz*eggiavano con le droghe, e poi drogati che caz*eggiavano con la musica”, e nello specifico quali brani sono nati in trip (tra questi, "Walk This Way", è l’unico riff di Joe sobrio, "Back in the Saddle", l’ha scritta sdraiato sul letto fatto di ero, in "Night in the Ruts" Steven è pieno di crack)… leggiti 'sto libro qui.
E pure per sapere quanta coca può entrare dentro un preservativo taglia XL, e quanti anni Joe ha fatto “colazione con doppio Black Russian”, portando sempre “un Jack Daniel’s nella custodia della mia chitarra”, e che, a differenza di Tyler, lui con gli aghi non va d’accordo… leggiti 'sto libro qui. Scoprirai che è vero, quella volta a Cleveland, a un concerto, un fan ha tirato sul palco una bustina, della polverina, e Steven l’ha presa, sistemata sul microfono, e con gli altri sniffata.
E che è vero, Steven Tyler è “collassato sul palco più volte di quanto vorremmo ammettere”. E che Steven è stato testimone di Joe al primo matrimonio di Joe con Elyssa, cugina di Tyler, cugina non proprio, una di famiglia, sono cresciuti insieme, ma non hanno mai nemmeno limonato, forse, e comunque ecco il regalo di nozze di Steven agli sposi: uno sballo di costosissima eroina di prima qualità.
In 50 anni non si contano deliri di sesso promiscuo, “tutti nella stessa stanza a farsi sp*mpinare” e “quante ore della mia vita ho aspettato che Steven sfinisse le groupie nel backstage?”. Bravate a cui Joe Perry - ci crediamo? - dice di non essersi unito, per non beccarsi la gonorrea, che certo non la scansi se dopo “ti lavi il pisello col whisky”.
In 50 anni non si contano gli scaz*i tra Joe e Steven, compreso quello che nel 1980 porta Joe a mollare gli Aerosmith (“non sei più una band coesa quando hai spacciatori diversi”), addirittura a vendere la sua Les Paul del 1959, tobacco burst, una dei due soli esemplari al mondo, una chitarra che poi, quando ti rimetti con gli Aerosmith, bestemmi a ritrovare per fartela rivendere, e ce l’ha Slash dei Guns 'n' Roses, e pure se tu ci metti in mezzo Jimmy Page col caz*o che Slash te la ridà, se non gratis, a sorpresa come regalo alla festa dei tuoi 50 anni.
Steven Tyler sarà pure un irascibile patologico, in crack emotivo, e a volte lavorare con lui è “spremere dentifricio da un tubetto vuoto”, e però è l’amico che porta la bara di tuo padre al funerale, è l’amico che si presenta nel backstage del tuo primo concerto con la tua nuova band, per farti leali auguri, è l’amico che affitta un aereo privato e ti accompagna in rehab quando è ora di darti una ripulita vera.
È pure colui che il costo di questo aereo te lo mette sul conto, ok, è pure colui che di nascosto fa il provino coi Led Zeppelin, lo so, e però… non ci puoi stare senza. Scrive Joe Perry: “Si può scegliere, di mandare tutto e tutti affanc*lo”. Ma Steven Tyler no. Dai, che, anche da 70enni, e “pure se sfregiati, ammaccati, arrabbiati, risentiti”, connessi in modo sconnesso, si sale sul prossimo palco a suonare. La verità è che gli Aerosmith - e i loro problemi - non cambieranno mai. E far tacere Steven Tyler rimane impossibile. Steven rende faccende semplici delle gran rotture di c*glioni. Ma non si parte né si fa niente senza di lui. Vallo a trovare. Starà da qualche parte a sc*pare.
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