UNA LETTERA DI LICENZIAMENTO COME REGALO DI NATALE - IL ‘’NEW YORK TIMES’’ IN CRISI MANDA A CASA UNA VENTINA DI DIPENDENTI (OLTRE ALLE CENTO USCITE VOLONTARIE)
Da “ansa.it”
(ANSA) - Il New York Times licenzia per Natale: il piu' importante quotidiano americano aveva messo in piedi un piano di ristrutturazione in ottobre ma, pur avendo quasi raggiunto il numero auspicato di cento uscite volontarie, ha deciso di procedere d'ufficio tagliando il posto di lavoro di un'altra ventina di dipendenti.
E' stato lo stesso New York Times ad annunciarlo assieme al sindacato dei giornalisti. "Nonostante il target prefissato di cento esuberi e pur avendo concordato pacchetti di buonuscita per 87 dipendenti, oggi la Newspaper Guild of New York e' stata informata che per altri del personale 21 si procederà al licenziamento", ha fatto sapere il sindacato manifestando palese insoddisfazione.
Gli interessati verranno a saperlo tra oggi e domani. In un messaggio allo staff il direttore Dean Baquet, che nei mesi scorsi ha preso il posto in maniera turbolenta dalla prima donna al timone del giornale, Jill Abramson, ha detto che il processo si chiudera' in settimana: "Si conclude un periodo doloroso. Oggi diremo addio a colleghi di valore e amici. E' difficile per tutti".
mark thompson e arthur sulzberger i boss del new york times
Più difficile, soprattutto, per i licenziati, informati di punto in bianco che se ne andranno a casa con appena due settimane di stipendio come "premio di consolazione", che aumenta con l'anzianità' di servizio a 15 settimane per chi ha lavorato almeno 20 anni con il giornale.
L'anno scorso il New York Times aveva già tagliato 30 posti di lavoro. I licenziamenti chiudono un anno difficile per il quotidiano della famiglia Sulzberger: al di la' del brusco cambio della guardia alla guida del giornale, con il licenziamento in tronco e senza mezze misure della Abramson, una serie di nuovi prodotti e app lanciati per testare nuovi mercati si erano rivelati insoddisfacenti.
Il piano di ristrutturazione era stato messo a punto nel tentativo di contenere i costi, far fronte alla crisi dell'editoria e rilanciare il progetto aziendale di posizionamento sul digitale riducendo l'attuale forza lavoro di 1.330 dipendenti tra giornalisti e amministrativi.