IL REGISTA MATTEO GARRONE È STATO ASCOLTATO PER LA SECONDA VOLTA IN PROCURA A NAPOLI PER VERIFICARE SE DAVVERO I CLAN IMPOSERO (A PAGAMENTO) UNA “SCORTA” DI SENTINELLE IN SELLA A UNA MOTO ALLA TROUPE DURANTE LE RIPRESE DEL SUO FILM “GOMORRA” COME HA DICHIARATO AI PM L’ATTORE BERNARDINO TERRACCIANO - ACCERTAMENTI SUI COMPENSI ASSICURATI AD ATTORI E COMPARSE, NEL TENTATIVO DI ACCERTARE QUANTO FOSSERO IN LINEA CON GLI STANDARD DEL MERCATO…

Leandro Del Gaudio per Il Mattino

Il regista Matteo Garrone, premiato di recente a Cannes per il suo film «Reality», è stato ascoltato venerdì scorso in Procura a Napoli per verificare se davvero i clan imposero (a pagamento) una «scorta» di sentinelle alla troupe durante le riprese del suo film «Gomorra» come ha dichiarato ai pm l'attore Bernardino Terracciano.

Prima tentarono di infastidire attori e produttori, poi imposero una sorta di scorta in grado di accudire le riprese di Gomorra. È quanto sta emergendo nel corso dell'inchiesta condotta dal pool anticamorra napoletano, a proposito delle presunte pressioni esercitate dalla camorra dei Casalesi nei confronti della produzione del film tratto dal romanzo di Roberto Saviano.

Parla un ex attore, c'è un nuovo verbale sulle troupe cinematografiche in missione a Casal di Principe. Parla Bernardino Terracciano - lo Zi' Bernardino di Gomorra -, quanto basta a spingere gli inquirenti a convocare per la seconda volta in pochi giorni lo stesso regista del film cult sulla camorra campana.

Reduce dal successo di Cannes, appena pochi giorni dopo il rientro in Italia, Garrone di nuovo in Procura a Napoli. Venerdì scorso, nuovo colloquio investigativo dinanzi ai pm della Dda di Napoli, nel corso delle inchieste su estorsioni e camorra. Qualche domanda: cosa vuole la Dda di Napoli dal regista di Reality? Perché formalizzare un nuovo interrogatorio nell'ambito delle inchieste sulla camorra dei casalesi?

Venerdì scorso, dunque, un nuovo faccia a faccia con i pm della Procura di Napoli. Viene ricevuto dai pm Giovanni Conzo e Cesare Sirignano, due magistrati in forza al pool anticamorra guidato dal procuratore aggiunto Federico Cafiero De Raho. Viene sentito sulla deposizione spontanea fatta qualche giorno fa da un suo ex attore, quel Bernardino Terracciano che - visto il suo legame territoriale - era stato reclutato anche per assicurare l'effetto-verità a un film ispirato ai principi neorealistici.

Cosa dice Terracciano? Racconta uno strano episodio: erano da poco iniziate le riprese di Gomorra a Casal di Principe, quando arrivarono alcuni ragazzi in scooter che infastidirono attori e produttori. Lui, Terracciano - stando alla sua deposizione spontanea - sarebbe stato costretto a chiedere spiegazioni. Fu allora che capì che la spedizione di scooter era un ordine del boss Alessandro Cirillo (all'epoca latitante, ndr), tanto da spingere lo stesso Terracciano a una sortita chiarificatrice.

È in questo scenario che Garrone e il produttore, assieme allo stesso Terracciano, avrebbero incontrato Cirillo. Ovviamente, sia il regista che il produttore non sono a conoscenza dello spessore criminale di Cirillo, come hanno dichiarato dinanzi ai pm. Anzi: i due testimoni - in sintonia anche con quanto spiegato in un comunicato dalla Fandango -, smentiscono pressioni, ribadiscono di non aver pagato tangenti, né di aver ricevuto richieste di questo tipo.

Eppure, il verbale di Terracciano oggi diventa più ricco di particolari: dopo le ronde in sella a scooter o moto di alta cilindrata, dopo le azioni di disturbo, la situazione sarebbe cambiata. O meglio: ci fu l'incontro con Cirillo, poi nei giorni successivi le scene furono registrate senza alcun elemento di disturbo.

Anzi: qui Terracciano ricorda addirittura che la produzione venne scortata, o anche guardata a vista, da una coppia di giovani in sella a una moto, che controllava con discrezione lo svolgimento delle scene. Anno 2006-2007, non c'è prova del pagamento di tangenti, ma la Dda sta andando a fondo.

Perché l'atmosfera da ostile diventa idilliaca? Cosa porta armonia attorno al cast di Gomorra in un territorio tanto difficile come quello rappresentato dal film verità sul crimine organizzato in Campania?

Sul punto le indagini sono ancora in corso. E se i diretti interessati - vale a dire Garrone e la Fandango - insistono sull'assenza di richieste estorsive, non è impossibile immaginare le prossime mosse investigative: accertamenti sui compensi assicurati ad attori e comparse, nel tentativo di accertare quanto fossero in linea con gli standard del mercato, anche solo per sgomberare il campo dall'ipotesi di cifre gonfiate per assecondare le avances provenienti dal territorio.

 

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