COSTA TITANIC – JAMES CAMERON A CACCIA DI SCIAGURE: “FARÒ UN FILM O UN ‘DOC’ SULLA CONCORDIA (MAGARI COL NATIONAL GEOGRAPHIC CHANNEL)”…

Giovanna Grassi per "Corriere della Sera"

C'era uno spettatore particolarmente attento alle operazioni di raddrizzamento della Costa Concordia. Uno che ha già dedicato parte della sua carriera a raccontare la grande tragedia del Titanic, il transatlantico britannico affondato nel 1912. È il regista James Cameron, che con il suo film del 1997 aveva reso celebri due giovanissimi attori come Leonardo DiCaprio e Kate Winslet.

Oggi il cineasta canadese sembra interessato a portare sugli schermi il disastro della Costa Concordia, non sotto forma di film, ma di documentario. Ci ha detto: «Ho sempre seguito con interesse la vicenda della nave da crociera affondata nel gennaio del 2012 e un anno fa ho anche fatto lunghe ricerche sulla dinamica dell'incidente. Adesso sono ancora molto concentrato sul secondo round di Avatar, ma ho comunque seguito tutte le fasi del raddrizzamento dell'imbarcazione, il destino della quale si incrocia in modo forte con quello del Titanic».

Il regista visionario, che è anche un appassionato esploratore degli oceani ai quali ha dedicato diversi documentari, ammette di aver pensato a lungo a un film o a un documentario che potrebbe essere girato in parte in Messico: avrebbe anche trattato i diritti della vicenda. Cameron è interessato al progetto da un punto di vista documentaristico: «Magari con il National Geographic Channel, con il quale ho già lavorato per documentari simili ed esplorativi».

Tempo fa The Hollywood Reporter aveva anche annunciato un possibile cast, con Taylor Swift in vacanza turistica sulla costa del Giglio. Cameron, senza nulla confermare, allora aveva ammesso di aver esaminato le storie dei passeggeri e dello sciagurato comandante Francesco Schettino. Il regista vuole però prendere le distanze da qualunque speculazione sulla tragedia: «Ho il massimo rispetto per le vittime. Mi interessano i fatti, il modo in cui sono potuti accadere. Non voglio certo trasformare la vicenda in fiction».

 

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