1. MENTRE CI GINGILLIAMO CON IL CANGURO E LE SMORFIE DELLA BOSCHI, COME SE L’ABOLIZIONE DEL SENATO ELETTIVO FOSSE LA PRIMA EMERGENZA DI UN PAESE CHE INVECE HA L’ECONOMIA CON L’ENCEFALOGRAMMA PIATTO, COTTARELLI SFANCULA IL GOVERNO RENZI 2. L’UOMO DELLA SPENDING REVIEW PUÒ ESSERE VARIAMENTE DELEGITTIMATO E DERISO, MA È UN UOMO STIMATO DAL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE. IL SUO PARERE SULL’ITALIA, A WASHINGTON, È CERTAMENTE ASCOLTATO. LA SUA ANDATA VIA INDEBOLISCE OGGETTIVAMENTE IL GOVERNO RENZIE, GIÀ IN FREDDA CON I POTERI FORTI (DA BAZOLI-"CORRIERE DELLA SERA" ALL'EX AMICO DELLA VALLE), SPERNACCHIATO DALL’EUROPA E MOLLATO PERFINO DA VENDOLA 3. OGGI PERFINO IL GIORNALE PIÙ RENZIANO CHE C’È, "LA REPUBBLICA", IPOTIZZA UNA MANOVRA CORRETTIVA DA 16 MILIARDI. QUESTO SITO DISGRAZIATO AVEVA RIPORTATO QUESTA STESSA IDENTICA CIFRA IL 4 LUGLIO. UNA MANOVRA CHE OGGI DANNO TUTTI PER SCONTATA

COTTARELLI COTTARELLI

di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. BENTORNATI ALLA REALTà

Ma il popolo si appassiona di più alla riforma del Senato e alle gesta del “canguro”, oppure a quello che fa e dice Mister Spending Review? Oggi il Corriere apre la prima pagina con un allarmante (secondo loro) “Cottarelli pronto a lasciare” e Repubblica sceglie un titolo più dialettico: “Spending Review, Cottarelli lascerà. Scontro con Renzi”. Immaginiamo il brivido nella nazione. Ma la storia di Cottarelli che critica apertamente una misura del Parlamento sul pensionamento dei professori e parla di spese senza copertura almeno ha il merito di riportare al centro del dibattito – quantomeno per qualche ora – il problema della finanza pubblica e del buco nei conti dello Stato.

MATTEO RENZI E DENIS VERDINI MATTEO RENZI E DENIS VERDINI

 

Mentre ci gingilliamo con il ddl Boschi, come se l’abolizione del Senato elettivo fosse la prima emergenza di un paese che invece ha l’economia con l’encefalogramma piatto, il nostro Pil è ben lontano da quella crescita dello 0,8% messa nero su bianco dal governo con l’Europa. Lo scontro sulla spending review, dalla quale devono arrivare non meno di 14 miliardi, è solo l’antipasto di una “campagna d’autunno”, per dirla con Repubblica, “in cui l’Italia si gioca la ripresa, la fiducia dei mercati e la tenuta del suo debito pubblico” (p. 3).

BOSCHI CANGUROBOSCHI CANGURO

 

Oggi perfino il giornale più renziano che c’è, quello diretto da Ezio Mauro, ipotizza una manovra correttiva da 16 miliardi. Questo sito disgraziato aveva riportato questa stessa identica cifra il 4 luglio (http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/governo-renzi-servono-soldi-tesoro-ipotizzano-manovra-16-80288.htm), ma non è questo il punto. La manovra correttiva, seppur formalmente nascosta in una riscrittura del Def di metà ottobre, ormai la danno tutti per scontata. Il problema è se Renzie ha la forza di affrontare la realtà e produrre qualche “fatto” anche sul fronte dell’economia, oppure se dobbiamo continuare a interessarci della Boschi e delle trattative sotto banco con Denis Verdini.

 

carlo cottarelli carlo cottarelli

Il suo problema a “portare a casa i fatti” è oggi messo a nudo, una volta di più, dal caso Cottarelli. L’uomo della Spending review può essere variamente delegittimato e deriso, ma è un uomo stimato dal Fondo monetario internazionale. Il suo parere sull’Italia, a Washington, è certamente ascoltato. La sua andata via indebolisce oggettivamente il governo Renzie, già in fredda con i poteri forti, e questo è un fatto difficile da negare.

 

2. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA

Ezio Mauro Ezio Mauro

Il Corriere, che ieri aveva duramente attaccato Lurch Cottarelli accusandolo di immobilismo, prende atto con soddisfazione: “I tagli alla spesa nel cassetto. Cottarelli in uscita. Il commissario straordinario per la spending review e le dimissioni dall’incarico previste per ottobre” (p. 3). Poi passa Massimo Franco, e nella nota di giornata sottolinea come “Cottarelli finisce per rimettere sotto osservazione l’Italia”, mentre Renato Brunetta va giù duro: “Cottarelli svela l’imbroglio delle coperture di Renzi”. Anche se il commissario in arrivo dal Fondo monetario, tecnicamente, ha criticato una norma inserita dal Parlamento (p. 3).

 

Brunetta Salvini foto Lapresse Brunetta Salvini foto Lapresse

Repubblica dà già per archivito Lurch Cottarelli e guarda all’autunno: “E ora si consuma il divorzio da Renzi. Gutgeld possibile successore. Allo studio manovra da 16 miliardi. Lo stesso commissario avrebbe chiesto al premier di essere mandato di nuovo all’Fmi e il trasferimento potrebbe scattare a ottobre. Secondo il presidente del consiglio, ‘Cottarelli è bravo ma non decide’. Difficoltà fin dall’inizio. Legge di Stabilità, tutto da rifare” (p. 3).

san silvio berlusconi con renzisan silvio berlusconi con renzi

Libero va al sodo e spara: “Cottarelli smaschera Renzi: spende soldi che non ha” (p. 2).

 

Mentre il Giornale, con un editoriale di Alessandro Sallusti, dà una lettura politica del caso Cottarelli e spiega: “Per Renzi è un duro colpo, ma dalla Cgil a Della Valle, da Tesauro a Cottarelli, da Vendola alla Lega, ho il sospetto che le loro siano solo scuse per bloccare un cambiamento che sull’asse Berlusconi-Renzi rischia di dare una spallata al consolidato sistema blocca-sfascia-Italia che ha imperato in questi anni” (p. 1). Che lo scopo sia quello di bloccare il patto Berlusconi-Renzie non è certo, ma che la lista dei nemici del premier sia ogni giorno sempre più lunga è un fatto innegabile.

 

berlusconi renzi grazie amoreberlusconi renzi grazie amore

3. IL CANGURO CE L’HA DURO

Funziona il cosiddetto “canguro”, ovvero il sistema per far fuori gli emendamenti fotocopia. Repubblica titola felice: “Il Senato ora accelera, via 2000 emendamenti. Renzi: ‘Avanti a ogni costo. Sel? Tolgano il disturbo’. Bocciata anche la proposta per l’assemblea elettiva” (p. 6). Anche la Stampa festeggia in prima pagina: “Senato, la riforma è in discesa”.  Assai più prudente il Messaggero che invece titola così: “Senato, battaglia sul ‘canguro’. Renzi: cambieremo la legge elettorale” (p. 6). La battaglia è ancora lunga, a occhio.

 

piero grasso in senatopiero grasso in senato

4. VOGLIA DI LARGHE INTESE

Il Corriere torna alla carica su un presunto piano del Banana per tornare nella maggioranza di governo: “Berlusconi, summit con i fedelissimi. Un piano per rientrare in maggioranza. Vertice con Renzi in agenda martedì: mi fido, ma non regge solo con Alfano”. A spingere l’ex Cavaliere a tornare sui suoi passi, rispetto alla rottura in ottobre ai tempi di Lettanipote, ci sarebbe la paura che Renzie, per compattare la sua attuale maggioranza, faccia troppe concessioni all’Ncd sulla legge elettorale (p. 6). Intanto, sempre secondo il Corriere, Renzie terrebbe duro sulla candidatura della Mogherini come Mrs Pesc e penserebbe a un minirimpasto (p. 8).

 

DELLA VALLE CADEDELLA VALLE CADE

Repubblica rivende come assicurato “Il sì di Berlusconi sull’Italicum a preferenze e nuove soglie. ‘Ma tutto va concordato’” (p. 10). Intanto continuano le grandi manovre all’ombra del Biscione. “L’ex Cavaliere fa cassa con la Fininvest. Cedute alla holding azioni per 83 milioni. La controllante di Mediaset e Milan compra da Silvio Berlusconi la partecipazione diretta del 2%” (Corriere, p. 29).

 

5. SILENZIO, DELLA VALLE SPIEGA DELLA VALLE…

Dopo la rasoiata dell’altro giorno al Colosseo, Dieguito Della Valle si affretta a spiegare a Repubblica (che lo aveva censurato) che il riferimento a quell’”ultimo arrivato con il gelato in mano che vuole cambiare la Costituzione non era per Matteuccio bello. No, no.

marisela federici  e diego della vallemarisela federici e diego della valle

 

Repubblica lo aiuta già dalla domanda, chiedendogli se ce l’avesse con la ministra Boschi, e lui se la cava così: “Non volevo criticare nessuno in particolare. Però, se vuole saperlo, in quel momento pensavo che la Costituzione non la può riscrivere uno come Verdini”. Insomma, tanto rumore per nulla. Ce l’aveva con il povero Verdini. Lo scarparo marchigiano però conferma tutte le sue perplessità sulla necessità di spaccarsi la testa sulla riforma del Senato e boccia senza appello il Patto del Nazareno, con cui Renzie ha riportato in vita Berlusconi (p. 11).

 

6. ALI-TAGLIA, ULTIMA CHIAMATA

Ogni giorno ha la sua penosa puntata sull’ex compagnia di bandiera, così brillantemente privatizzata: “Alitalia verso l’intesa, più soldi dai soci. Aumento di capitale a 300 milioni. Poste investirà 70 milioni. Oggi risposta a Etihad. Le banche danno l’ok: ‘Noi azionisti italiani abbiamo fatto tutti un passo indietro” (Repubblica, p. 4). Per la Stampa, “decisiva la mediazione del governo: dopo il vertice di Palazzo Chigi il contributo di Poste cresce a 70 milioni” (p. 6).

 

7. A COSA SERVONO I GIORNALI

SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN

Sono deludenti i conti della Fiat, ma i nostri giornali ci regalano sprazzi di divertimento. Repubblica non fa troppi sconti: “Fiat dimezza gli utili. Titolo giù in Borsa. Domani si vota la fusione. L’azione è sotto il livello del diritto di recesso: e se il 5% del capitale lo esercita l’operazione salta. Ma Marchionne è tranquillo. Bene Maserati” (p. 28).

 

Il Corriere, che pure ha la Fiat come primo azionista, è più soft ma non nasconde i fatti: “Frenano i conti Fiat Chrysler, ma va il lusso. Pesano la guerra dei prezzi negli Usa, il Brasile e la crisi argentina” (p. 27). Poi passa la Stampa di Mario Calabresi e se la cava così: “Fca aumenta i ricavi e conferma gli obiettivi” (p. 22). Davvero un colpo da maestri di giornalismo.

 

8. MA FACCE RIDE!

greggio greggio

Ezio Greggio, attraverso una società olandese, versa 20 milioni all’Agenzia delle entrate e chiude un pesante contenzioso fiscale. Intervistato dal Corriere, si conferma uomo dotato di grande senso dell’umorismo: “A un certo punto mi hanno chiesto di pagare come se fossi residente in Italia (è residente a Montecarlo, ndr) e quando il Fisco con la gentilezza e il tatto che li contraddistingue ti chiede un favore…come fai a negarglielo?” (p. 21).    

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