GIGGI’, NON CE STA UN EURO - RENZI TAGLIA 150 MLN ALLA RAI, E GUBITOSI AVVERTE: “DOVREMO RIDEFINIRE I LIVELLI OCCUPAZIONALI”. OVVERO: ALTRO CHE NUOVI CONCORSI, NUOVI LICENZIAMENTI! - TAGLI A FILM E FICTION, E PURE AI MEGASTIPENDI

1. RAI: DG,NECESSARIO RIDEFINIRE LIVELLI OCCUPAZIONALI
(ANSA) - "Il Piano industriale, alla luce delle disposizioni del decreto Irpef, non è più sostenibile". Lo ha detto il dg Rai Luigi Gubitosi, spiegando che "la relativa revisione non potrà prescindere da una ridefinizione del perimetro del Gruppo anche in termini di offerta/attività. Occorrerà parallelamente ridefinire i livelli occupazionali compatibili con il nuovo perimetro".

"Esiste evidentemente una difficoltà sottesa all'individuazione delle aree del perimetro da ridurre - ha proseguito il dg in commissione di Vigilanza -. Penso, ad esempio, che il ridimensionamento degli investimenti in cinema e fiction potrebbe produrre rilevanti criticità sia sul piano interno in termini di palinsesto sia all'esterno dell'Azienda con riguardo alla filiera produttiva dell'audiovisivo".

"Si presentano critici - ha aggiunto - anche altri interventi quali ad esempio la chiusura di un centro di produzione. Ritengo pertanto che gli interventi da attuare siano da inserire nell'ambito di una cornice complessiva ed organica, anche al fine di ottimizzare i risparmi e di contenere la conflittualità".


2. RAI, ANCHE I VIP TEMONO IL TAGLIO
Carlo Tecce per "il Fatto Quotidiano"

Al settimo piano di viale Mazzini non hanno fretta e, soprattutto, temono che un duello con il governo sia un esercizio velleitario. Il Consiglio d'amministrazione ha rinviato la decisione sui 150 milioni di euro di prelievo di Palazzo Chigi: fra ricorso no e ricorso sì, ispirato anche da un parere del costituzionalista Alessandro Pace per il sindacato Usigrai (e poi anche di Michele Ainis), trionfa la linea ricorso forse, ma anche no.

Per dare un segnale di non belligeranza e anche per non provocare un guaio finanziario, il Cda ha conferito al dg Luigi Gubitosi il mandato per la quotazione in Borsa e la relativa vendita di un pezzo di Rai Way, come ha suggerito Matteo Renzi in conferenza stampa per gli 80 euro in busta paga.

I consiglieri Antonio Verro, Guglielmo Rositani e Rodolfo De Laurentiis si sono astenuti. Il Cda ha comunicato anche l'utile nel primo trimestre di 5 milioni di euro, anche se l'anno potrebbe registrare un rosso di 162 milioni (inclusi i 150 che vanno recuperati con il sacrificio di Rai Way).

Nonostante il cronico ritardo, che sarà un problema per Rai Pubblicità che dovrà promuovere gli investimenti editoriali, l'esame dei palinsesti di autunno e inverno ancora non è cominciato. Per un motivo, semplice: ai tre canali generalisti (e in parte anche ai nativi digitali) sarà applicato un taglio di almeno 10 milioni di euro in quattro mesi.

Ci saranno trasmissioni ridotte o soppresse e ci saranno limature per gli stipendi dei giornalisti-conduttori da copertina. E così l'elenco dei senza-contratti è lungo: da Bruno Vespa a Giovanni Floris, da Antonella Clerici a Carlo Conti (che farà il Festival di Sanremo) passando per Fabrizio Frizzi, i Vip da servizio pubblico devono lottare, trattare e mediare per non perdere neanche un euro. Ma l'azienda, che già deve ridimensionare i prodotti, non vuole concedere trattamenti di favore.

Il giovedì di Porta a Porta, un tormentone solitamente estivo, è ancora un tema d'attualità. Il giornalista non vuole donare una ventina di puntate ai documentari di Duilio Giammaria, non adesso che la politica, in maniera trasversale, l'ha rimesso al centro con la campagna elettorale disputata nel memorabile salottino con le poltrone bianche e il maggiordomo. Vespa deve difendere un minimo garantito da 1,2 milioni di euro e un ingaggio totale che sfiora i 2,1 milioni . Clerici (1,5 milioni) e Conti (1,4 milioni) rappresentano il lato leggero di Rai1, il varietà (e anche Sanremo), e non vorranno cedere.

Poi c'è Floris (550 mila euro), esterno come Vespa eppure lontano dagli introiti di Vespa (va in onda una volta a settimana). Le ansie dei Vip riflettono le ansie di un Cda che attende, inquieto e isolato, l'intervento annunciato di Renzi. In viale Mazzini già discutono di riforme, di struttura rivoluzionata, di nuovi vertici. Aspettano la presa renziana entro l'autunno e l'addio di Luigi Gubitosi.

 

Luigi Gubitosi Luigi Gubitosi MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE VESPA FOTOGRAFA RENZI A PORTA A PORTA viale mazziniRENZI E CARLO CONTI

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