RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA LAPRESSE, CHE GESTISCE IL MANAGEMENT E L'IMMAGINE DI BARBARA D'URSO: ''COMPRENDIAMO CHE ALBERTO DANDOLO ABBIA L'ESIGENZA DI DIFENDERSI, MA NON E' VERO CHE LA PAGINA 'CARMELITADIURTO' GESTITO DA UNA PERSONA CON CUI HA SCAMBIATO DEI MESSAGGI AVESSE SOLO CONTENUTI GIOCOSI E DI PRESA IN GIRO. CI AUGURIAMO CHE ORA DANDOLO INTERROMPA LE ESTERNAZIONI SULLA NOSTRA ASSISTITA''
Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Dagospia,
basterebbe guardare il verbale delle sommarie informazioni rese da Alberto Dandolo, per rendersi conto che egli non ha affatto “fornito spontaneamente” le generalità dell’autore del profilo Instagram denunciato da Barbara d’Urso, ma che invece – dopo insostenibili contraddizioni e tentennamenti, messo alle strette dagli elementi di prova raccolti nei suoi confronti dalla Polizia Postale – ha dovuto “obtorto collo” cedere alla evidenza dei fatti ormai resa incontrovertibile ed ha così ammesso non solo di conoscere il titolare formale del profilo Instagram, ma anche di essere in contatto con lui almeno sin dal febbraio 2018 con riguardo al predetto profilo.
Non corrisponde poi al vero che il sito avesse solo contenuti giocosi e di presa in giro, poiché è evidente a tutti (e soprattutto ad un sito serio come Dagospia) che né la Polizia Postale, né tanto meno un Pubblico Ministero avrebbero ipotizzato il grave reato di stalking in assenza dei relativi presupposti di fatto.
La stessa Polizia Postale e lo stesso Magistrato neppure avrebbero accusato Dandolo di concorso nel predetto grave reato, se davvero, come egli invece sostiene, si fosse limitato solo a scambiare un paio di tweet con il titolare formale del profilo.
Comprendiamo, ovviamente, che egli ora abbia l’esigenza di difendersi, e dunque non intendiamo aggiungere altro a riguardo.
Ci auspichiamo che dopo questa nostra, il giornalista Alberto Dandolo interrompa le sue esternazioni sulla nostra assistita.
LaPresse