EDITORIA IN AGONIA/2 – PROVE TECNICHE DI NOCCIOLINO DURO – INTORNO A FCA, MEDIOBANCA PROVA A COAGULARE ROTELLI, TRONCHETTI E UNIPOL-SAI – INTESA SI TIENE LE MANI LIBERE MENTRE CAIRO E DELLA VALLE SEMBRANO ISOLATI

Andrea Montanari per “Milano Finanza

 

Il week-end ha portato consiglio. Venerdì 20 si è tenuto nella sede di Mediobanca   un lungo incontro tra il presidente della merchant bank Renato Pagliaro e il numero uno di Fca John Elkann e ora trapelano le prime ricostruzioni non ufficiali. Visto che da tempo Piazzetta Cuccia spinge per trovare una posizione condivisa sulla lista da presentare per il rinnovo del consiglio d'amministrazione di Rcs Mediagroup (in programma con l'assemblea del 23 aprile), è ipotizzabile che i due grandi soci del gruppo editoriale di via Rizzoli (Fca ha il 16,73% e Mediobanca il 6,2%) stiano cercando una soluzione per evitare lo scontro durante la riunione degli azionisti.

RENATO PAGLIARO P MEDIOBANCA RENATO PAGLIARO P MEDIOBANCA

 

Tanto più che, come prevede il nuovo statuto di Rcs, alla lista che otterrà più voti (in questo scenario quella capeggiata dalla casa automobilistica di Torino) andrebbero i due terzi del board. Ed è attorno a Elkann che potrebbero convergere gli interessi di altri azionisti della società presieduta da Angelo Provasoli e guidata dall'amministratore delegato Pietro Scott Jovane. Può quindi essere interpretata in questo senso la prima intervista pubblica, concessa ieri non a caso a La Stampa di Torino (gruppo Fca ), da Paolo Rotelli, primogenito dello scomparso Giuseppe Rotelli e vicepresidente esecutivo del gruppo ospedaliero San Donato.

 

La famiglia Rotelli, che con la holding Pandette un paio d'anni fa era arrivata a essere il primo socio di Rcs con oltre il 16% del capitale, oggi ha solo il 2,74%. Ma non vuole mollare la presa. Anzi: «Seguiremo chi ci presenta un piano industriale convincente, perché altrimenti in queste condizioni in pochi anni il gruppo rischia di fallire», ha dichiarato Rotelli jr. Oltre agli imprenditori della sanità lombarda, anche Pirelli (4,43%) e UnipolSai (4,6%) potrebbero affiancare Fca.

 

JOHN JAKI ELKANN A BAGNAIA JOHN JAKI ELKANN A BAGNAIA

Si verrebbe così a costituire un nocciolo duro, senza ricorrere a un nuovo patto di sindacato, capace di portare in assemblea una lista supportata dal 25,8% del capitale di Rcs. E il tutto avrebbe la benedizione indiretta di Mediobanca. Ora resta da capire che posizione assumerà Intesa (4,2%), che però ieri per voce del ceo Carlo Messina ha fatto sapere di essere «importante creditore» e come tale preferisce che gli vengano «rimborsati i crediti, piuttosto che vengano convertiti in azioni». Un'impostazione che sembra distante anni luce da quella che la stampa attribuisce al presidente del consiglio di sorveglianza della banca Giovanni Bazoli, che sarebbe invece intenzionato a convertire e quindi ad aver maggior voce in capitolo in Rcs.

 

GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN

In ogni caso, se dovesse davvero formarsi un nuovo asse pro-Fca, a trovarsi spiazzati sarebbero altri due agguerriti azionisti, ovvero Diego Della Valle (7,32%), la cui distanza da Elkann e dal mondo Fiat è ben nota, e Urbano Cairo (3,67%), che in ambienti finanziari viene considerato il socio industriale che potrebbe risanare il gruppo Rcs, visti i risultati fin qui ottenuti con La7 e in generale con la Cairo Communication.

 

Un altro tema che sarebbe emerso nel week-end è che, per evitare poi il black-out gestionale, i soci non entrerebbero direttamente nel nuovo cda ma si procederà all'individuazione di rappresentanti condivisi da più azionisti. Non va poi trascurato un altro elemento: l'elevato flottante di Rcs, oscillante tra il 35 e il 40%. Di queste azioni, sembra che il 15% sia in mano a tre fondi (si fa il nome di Kairos, ma non ci sono conferme) che cercano un posizionamento strategico pro o contro Fca. In più c'è chi continua a sostenere che un ruolo potrebbero essere ricoperto da Lorenzo Pellicioli, top manager del gruppo De Agostini, che starebbe agendo a titolo personale.

 

scott jovanescott jovane

Nel frattempo si attende la risposta di Rcs alla manifestazione d'interessi per ora non vincolante presentata da Mondadori per il business della divisione Libri di via Rizzoli. Il cda dovrebbe essere convocato a breve e sicuramente entro il 5 marzo, visto che mercoledì 11 è in calendario il board sui conti 2014 e l'ad Jovane, in scadenza come tutto il consiglio, dovrà presentare qualche progetto ai consiglieri per blindare la poltrona, visto che parecchi azionisti - come Della Valle, Cairo e i Rotelli - non sono soddisfatti della sua gestione, che si chiuderà con un rosso di quasi 100 milioni a fine 2014.

 

Sulla cessione di Rcs Libri a Mondadori ieri è espresso il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli. «La domanda sull'operazione è pertinente ma la risposta sarebbe non solo inopportuna ma anche impertinente», ha dichiarato. «Non vorrei essere nei panni del cda attuale», ha aggiunto.

 

carlo MESSINA E LADY carlo MESSINA E LADY

Ieri infine è stata presentata Gazzetta Tv, la nuova emittente legata al quotidiano sportivo diretto da Andrea Monti che debutterà giovedì sul canale 59 del digitale. Il progetto sarà gestito da Digital Factory, società partecipata al 60% da Digicast (Rcs) e al 40% da De Agostini. Prevista una partnership con Infront.

 

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