1. LA RISPOSTA DEL PREMIER-SPACCONE ALLA STRIZZATA DI PALLE DI DRAGHI: QUI DECIDO IO! 2. PUÒ DARSI CHE ABBIA RAGIONE LUI, IL NOVELLO MARCHESE DEL GRILLO (“IO SO’ IO E VOI NUN SIETE UN CAZZO”) MA INTANTO ADESSO DOVRÀ SALIRE AL QUIRINALE A RAPPORTO DA RE GIORGIO PER MOSTRARE I PROVVEDIMENTI PER L’ECONOMIA, IN PRIMIS IL JOBS ACT DI POLETTI, CHE COMPRENDE UNA SOSPENSIONE DI TRE ANNI DELL’ARTICOLO 18 PER I NUOVI ASSUNTI. SI TRATTA DI UNA MISURA SULLA QUALE NON SONO D’ACCORDO ALCUNI MINISTRI E PARTE DEL PD, CHE NON VUOLE SCONTRI CON LA CGIL DELLA CAMUSSO. E’ INVECE D’ACCORDO FORZA ITALIA 3. ALITALIA D’ARABIA! BENETTON: “MONTEZEMOLO ALLA PRESIDENZA DAREBBE VALORE”. SÌ, VALORE ALLE PRESSIONI DI MARPIONNE/ELKANN PER FARLO DIMETTERE DALLA FERRARI 4. IL GRANDE GIOCO DELL’ESTATE “FAI LA TUA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA CON ORLANDO”
Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia
1. QUI COMANDA LUI
Giovedì ci siamo beccati una “lettera” orale della Bce, con Mario Draghi che ci ha indicato le riforma da fare rapidamente, e nel giro di tre giorni ecco la risposta del premier-spaccone: qui decido io e porterò io, facendo le cose che ritengo giuste, il Paese fuori dalla crisi.
Può darsi che abbia ragione lui, ma intanto adesso dovrà salire al Quirinale a rapporto da Re Giorgio per mostrare la sua agenda di governo che andrà riempita di provvedimenti per l’economia proprio per rispondere alle critiche della Banca centrale europea. Uno dei provvedimenti-chiave sarà il Jobs Act di Poletti, che comprende una sospensione di tre anni dell’articolo 18 per i nuovi assunti. Si tratta di una misura sulla quale non sono d’accordo alcuni ministri e parte del Pd, che non vuole scontri con la Cgil. E’ invece d’accordo Forza Italia, che già adesso si dice disposta ad aiutare il governo su alcuni provvedimenti economici, comprese le liberalizzazioni e le privatizzazioni.
Matteo fa da solo anche qui? Oppure accetterà il soccorso azzurro? Uno dei temi di quest’autunno è proprio questo: l’allargamento dell’alleanza Renzie-Berlusconi anche alle riforme economiche. SI potrebbe scoprire presto che Pittibimbo, magari consigliato da Re Giorgio, nei fatti è meno spaccone che a parole.
2. AL DIAVOLO LA TROIKA
Dunque, come anticipato ieri, Renzie risponde a Draghi a mezzo “Financial Times” e fa la faccia feroce: “Renzi avverte Draghi. ‘Le riforme in Italia non le decide la Bce’. Affondo del premier intervistato dal Financial Times. ‘Non sforeremo il 3%. Porterò il Paese fuori dalla crisi’” (Repubblica, p. 6).
A sostegno della linea di Pittibimbo si esprime l’economista Jean Paul Fitoussi, per il quale “è giusto opporsi alla Troika. E’ un’offesa alla democrazia. Draghi è un civil servant e non può interferire con le scelte di un Paese”. Quanto alla crisi, tanto in Italia quanto in Francia o negli altri Paesi, “non è colpa degli italiani ma delle politiche di austerity esasperata imposte dalla Germania” (Repubblica, p. 7).
maria rosaria rossi maria elena boschi matteo renzi
La Stampa riesce a stemperare i toni fino a titolare: “Renzi rassicura Bruxelles: ‘Deficit dell’Italia al 2,9%, non sforeremo il tetto” (p. 1). Poi anticipa così alcuni tagli: “Detrazioni fiscali, nel mirino spese cimiteriali e veterinarie” (p. 8). Parenti morti, cani e gatti: andiamo sugli affetti, ma potremo dire che “ce lo chiede l’Europa”. Il Messaggero dice qualcosa di più sull’agenda del premier: “Renzi: decide l’Italia e non la troika. E sui conti prepara la sfida a Bruxelles. Approvazione rapida delle riforme già in campo: jobs act, P.A. e sblocca cantieri. Al lavoro sulla spending review. Obiettivo: far cambiare passo all’Europa” (p. 6).
3. SOCCORSO O STRANGOLAMENTO AZZURRO?
Forza Italia vede nero sull’economia, fiuta le difficoltà di Renzie e si offre. Renato Brunetta, capo dei deputati azzurri, si fa intervistare dal Corriere per dire che “di fronte a un dramma nazionale cercheremmo la coesione politica. Per cui, se ci fossero provvedimenti davvero utili per il Paese sì, li voteremmo”. In particolare, la disponibilità azzurra sarebbe su liberalizzazioni e privatizzazioni, oltre che su una moratoria di tre anni dell’articolo 18 (p. 11).
Le ipotesi di allargamento della maggioranza a Forza Italia, con la scusa dell’emergenza economica, fanno ovviamente venire i sudori freddi all’Ncd. Alfanayev dice a Repubblica: “A novembre loro sono usciti dal governo: se ad agosto vogliono rientrare lo dicano apertamente, è inutile questa tarantella. Ma devono riconoscere che noi avevano visto giusto e la loro fu una scelta sbagliata in un momento in cui l’Italia stava per finire in un burrone” (p. 9).
san silvio berlusconi con renzi
Sulla stessa linea Maurizio Lupi, che alla Stampa dice: “Non vedo la necessità di un soccorso azzurro del Cavaliere. Le politiche economiche spettano al governo che ha una sua maggioranza, non un monocolore di sinistra (…) L’opposizione può essere populista e demagogica come quella della Lega di Salvini e di Grillo, oppure un’opposizione responsabile. Vedremo quale scelta farà Forza Italia, se prevarrà la linea dei giorni in scrivono lettere con appelli alla riunificazione dei moderati o quelli in cui si cerca di minare la stabilità del governo con ipotetiche campagne acquisti basate su conti che già due volte si sono rivelati sbagliati” (p. 10). Quella della “campagna acquisti” del Banana fra le truppe alfaniane, come si vede, è ancora una ferita aperta.
Poi passa il Giornale di Sallustioni ed ecco la razione quotidiana di olio di ricino: “Dall’eterologa all’articolo 18, Alfano è sempre irrilevante. Consulta e governo stroncano i programmi del ministro dell’Interno. Anche Ncd in difficoltà: se tiene l’asse Cav-Renzi crolla il peso politico” (p. 8).
4. GIUSTIZIA À LA CARTE
Continua il grande gioco dell’estate “Fai la tua riforma della giustizia con Orlando”. Repubblica ci aggiorna così: “Cambia il Csm, chi nomina non giudica. Pronta la proposta del governo che modifica la sezione disciplinare: chi ne farà parte non entrerà in altre commissioni. Slitta invece a dopo Ferragosto la riforma elettorale del Consiglio, ma anche quella su prescrizione e intercettazioni” (p. 10).
berlusconi alfano santanche verdini lupi big
Sulla Stampa, il gioco oggi offre un altro menu: “La giustizia civile in due mosse per dare più certezze alle imprese. Disegno di legge e decreto per accelerare i tempi e tutelare i creditori” (p. 11). Domani, altro giro, altro regalo.
SUSANNA CAMUSSO GIULIANO POLETTI
5. PROVE TECNICHE DI RIVOLUZONE SULLE TASSE
Il Corriere intervista una volonterosissima Rossella Orlandi, neo direttrice dell’Agenzia delle entrate, che annuncia: “Grandi frodi da punire e Fisco più facile. L’evasione va fermata e non rincorsa”. Dice cose non banali, la Orlandi, come questa: “Le stime dicono che ogni anno vengono sottratti al Fisco 120 miliardi di euro, e noi ne recuperiamo 12 o 13. Ma il vero problema è che ci sono quasi 600 miliardi di accertamenti relativi ad anni passati, affidati alla riscossione di Equitalia, che non si riusciranno mai a incassare. Dovremmo smetterla di inseguirli, e concentrarci sull’evasione che si crea ogni anno” (p. 7).
Non sono cifre nuove, ma 120 miliardi di evasione annua fanno 4 manovre correttive, di quelle che servirebbero per rimettere a posto i conti pubblici per quest’anno. Se siamo in questa situazione è principalmente perché troppa gente non paga le tasse (tutti quelli che possono?)
6. ALITALIA D’ARABIA
Repubblica intervista Giovanni Castellucci, numero uno di Atlantia, azionista di peso in Alitalia e azionista di controllo di Aeroporti di Roma: “Alitalia-Etihad è un’alleanza fortissima. Gli arabi sono meglio di Air France. In Aeroporti di Roma possono entrare giocatori di peso come il fondo degli Emirati Adia, però noi resteremo in maggioranza” (p. 15). Castellucci parla anche con il Messaggero che sottolinea: “Montezemolo alla presidenza darebbe valore” (p. 11). Sì, valore alle pressioni di Marpionne per farlo dimettere dalla Ferrari.
GIOVANNI CASTELLUCCIMARCHIONNE MONTEZEMOLO YAKI ELKANN JOHN ELKANN E LUCA DI MONTEZEMOLO FOTO ANSA
Il Giornale racconta che “In Alitalia-Etihad” inizia la guerra delle super-poltrone. Prime linee confermate solo fino al verdetto di Bruxelles. Schisano punta al ruolo di ad, ma Cassano resta in testa. Governo, Poste e banche puntano a Montezemolo come presidente-garante” (p. 10). I problemi comunque ancora ci sono e ce lo ricorda la Stampa: “Alitalia, 1000 esuberi sul tavolo del governo. Lupi e Poletti al lavoro sul decreto per i contratti di ricollocamento. Gli altri 1250 dipendenti saranno riassorbiti a breve” (p.22).