sabrina salerno

“SE SERVE, SO ESSERE STRONZA MA LA PAROLA FEMMINISTA NON MI E’ MAI PIACIUTA” - SABRINA SALERNO CONFESSIONS: "NESSUNO HA MAI OSATO INFASTIDIRMI. BASTAVA UNO SGUARDO PER FARLI SCAPPARE. A CHI HA TENTATO DI TRATTARMI IN MANIERA DA ME NON GRADITA È ANDATA MALE. MI SONO SEMPRE RIBELLATA, ANCHE IN MANIERA VIOLENTA - A UN CONCERTO A BILBAO, NEGLI ANNI'80 LE FEMMINISTE LA CONTESTARONO: “CI FU UN MACELLO CON LA POLIZIA. CE L’AVEVANO CON L’UTILIZZO DEL CORPO CHE FACEVO IO, A LORO DIRE ANTIFEMMINISTA” – LA CENSURA PER “BOYS”: “FU STRANA…” - VIDEO

Giulia Cazzaniga per “la Verità”- Estratti

SABRINA SALERNO

 

Venti milioni di dischi venduti quando si vendevano per davvero. Un carattere che «non è farina da far ostie», una vita senza fermarsi mai, una scommessa dopo l’altra. Quella di questi giorni è un programma televisivo spagnolo di ballo che andrà in onda da questa sera su Rtve: un talent show nel quale i vip fanno da sponsor ai giovani ballerini.

 

Sabrina Salerno risponde da Madrid tra una coreografia e l’altra, ma ha la valigia pronta per partire per alcune delle centinaia di date del suo tour in Francia, per il quale ha già venduto «4 milioni di biglietti».

 

Dicono di lei: il diavolo e l’acqua santa della musica pop italiana anni Ottanta. Si ritrova?

«Direi di no. Mi viene da chiedere perché l’acqua santa (ride, ndr), ma la realtà è che non sto nemmeno dalla parte del diavolo».

 

Origini genovesi, a 15 anni con un concorso di bellezza un primo trampolino per il successo, che arriva a 17.

«Non facile da gestire. Il successo improvviso dà alla testa a tutti, forse si salva solo chi ha fatto lunghi anni di gavetta ed è ben strutturato. Io strutturata non ero, ed è cambiato tutto da un giorno all’altro».

sabrina salerno

 

Fu travolta?

«Più che altro, sono state le persone intorno a me, a impazzire. Mi ha salvato il mio essere analitica su tutto: uomini e donne, cose, situazioni. Tengo la testa sempre sul collo, sono fatta così».

 

Si è sentita sola?

«La solitudine è un aspetto personale che mi ha perseguitata per parecchi anni, salvo poi diventare una sorta di migliore amica. Ora adoro stare da sola».

Per resa o per scelta?

«La seconda di sicuro. Qui in Spagna la sto apprezzando tutt’oggi. È una possibilità di ascoltare chi sei, e dove vuoi andare. Fa crescere. E se non ti manca niente anche in solitudine, vuol dire che hai fatto bingo».

 

E se è sola cosa fa?

«Sono fanatica di podcast e serie tv. Mi piace leggere, e vorrei farlo di più e me lo sono imposta. Ma in questi giorni esco di casa alle otto di mattina e torno a sera distrutta».

 

Libri sul comodino?

«Aspetti che guardo, ecco qui. Mi hanno regalato Una vita come tante di Hanya Yanagihara, ma non sono ancora convinta che mi piaccia. E poi il libro di una mia amica, Mary Sarnataro, La manutenzione della stronza: come liberare la brutta persona che c’è in te e vivere felici».

SABRINA SALERNO

 

Lo è o lo è stata, stronza?

«Non sono competitiva, ma mi sono trovata nell’ambiente televisivo che certo non era fatto di pecorelle».

 

A Premiatissima debuttò accanto a Johnny Dorelli. Poi venne Grand Hotel. Stare davanti alla telecamere la costrinse a farsi lupo?

«Non è solo la tv, ma il mondo intero, a essere fatto per i lupi. L’unica competizione in cui persevero è quella con me stessa, per migliorarmi e alzare sempre l’asticella, superare i miei limiti».

Ne ha?

«Come tutti. Il mio carattere non è farina da far ostie».

Bel modo di dire.

«Vero? È un detto intelligente. Tipico del Veneto: l’ho imparato nel Trevigiano dove abito da quando mi sono sposata».

 

Significa che non è una persona buona?

sabrina salerno

«Non sono una santa, ecco, la sintesi è questa. Non sono la persona buona per eccellenza. Posso essere stronza e cattiva, se occorre».

Tra la tv e la musica, l’incontro con Claudio Cecchetto.

«L’incontro per eccellenza sul fronte professionale: mi cambiò la vita. Non posso che essergli grata. Conserviamo un buon rapporto».

 

Fu lui a consigliarle di cantare in inglese?

«Era una scelta dettata dai tempi: negli anni Ottanta si usava cantare così la dance e io volevo avvicinarmi al mondo dei teenagers. Le lingue mi sono sempre piaciute: le ho studiate al liceo anche se poi non l’ho mai finito. Ma mi aiutò: ricordo le prime interviste per magazine internazionali di altissimo livello a soli 19 anni».

 

Il suo è un accento particolare, un misto che non sai dire da dove viene.

«Sarà che parlo anche francese, spagnolo e un po’ di russo: resta tutt’oggi strano passare dall’una all’altra più volte al giorno».

Sexy girl fu il primo singolo, un anno dopo arrivò il successo di Boys. Il video in piscina fu censurato in Inghilterra.

«Una delle censure più veloci della storia. Fu strano. Era il 1987».

 

sabrina salerno

Voluto, quel «vedo-non vedo» del costume?

«Se fosse stato voluto, sarei un genio del marketing e della comunicazione. Mi sarebbe piaciuto, averlo pianificato, perché avrei dimostrato di avere un’intelligenza superiore».

Le capitò anche in Spagna, con una spallina che non stava al suo posto.

«Era il 1987 e nel dopo Franco c’era tanta voglia di trasgredire. Ma fu un episodio davvero spiacevole, perché la rivoluzione in tv la fecero sulla mia pelle senza chiedere il permesso. Grazie al cavolo, mi viene da dire».

 

Come è andata?

«Registrai una canzone e domandai se si fosse visto qualcosa. Chiesi che nel caso venisse tagliato. Mi assicurarono non si era visto nulla. Andarono in onda alcuni frame senza avvisarmi. E a produrre il programma era una donna, eh, mica un uomo. Mi sono sentita utilizzata».

 

Le è successo qualche altra volta in carriera, di sentirsi così? O magari di pentirsi di qualcosa?

sabrina salerno

«Non mi sono mai pentita di niente nella vita perché anche dagli errori, anzi soprattutto dagli errori si può sempre capire e comprendere qualcosa in più su di sé. E nessuno ha mai osato infastidirmi. Bastava uno sguardo per farli scappare. A chi malauguratamente ha tentato di trattarmi in maniera da me non gradita è andata poi male».

 

Fu tanto il clamore di Siamo donne che Jo Squillo racconta che dopo il Sanremo del 1991 dovevate girare con 10 guardie del corpo.

«Non ricordo quante fossero, sinceramente. Certo non potevamo andare da nessuna parte, noi due insieme. Fece scalpore, quella canzone. E pensare che quando me la proposero mi sembrava una cosa così scontata, che oltre alle gambe c’è di più».

 

In che senso?

«Nel senso che non mi sono mai sentita inferiore agli uomini, ho vissuto così. E per questo la parola femminista non mi è mai piaciuta».

 

Trentatré anni dopo, resta attuale.

sabrina salerno

«Strada facendo ho capito che c’è ancora da combattere, per abbattere i soffitti di cristallo. I fatti di cronaca mi scuotono dal profondo. Mi chiedo come sia possibile che si manchi di rispetto a una donna. So però anche che non tutti gli uomini sono così».

 

Mai visto in faccia il maschilismo?

«Ribadisco: chi ci ha provato, non ci è riuscito. Non mi sono mai sentita vittima, certo non di un uomo. Mi sono sempre ribellata, anche in maniera violenta. Scriva solo verbalmente, che è meglio o finisco nei guai».

A un concerto le femministe la contestarono.

sabrina salerno 4

«Anni Ottanta, ero a Bilbao. Ci fu un macello con la polizia. Ce l’avevano con l’utilizzo del corpo che facevo io, a loro dire antifemminista».

Altri tempi, se quest’anno per la Spagna andranno all’Eurovision Song Contest i Nebulossa con Zorra, che è la femmina della volpe, o la puttana.

«Oggi la donna è libera di utilizzare il corpo per farci quel che vuole. Allora era il contrario esattamente il contrario. Dopotutto mi piace di più adesso».

 

(…)

sabrina salernoFERRAGOSTO SABRINA SALERNOsabrina salernoSABRINA SALERNOsabrina salerno 2rocco siffredi sabrina salerno 5sabrina salernosabrina salernosabrina salernosabrina salerno 2sabrina salerno 3sabrina salerno 1sabrina salerno 4sabrina salerno e il marito enrico monti 6

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…